martedì 13 maggio 2014

Il diario del Giro. Quarta tappa: Giovinazzo-Bari (112 Km). La velocista Valduga, il beato Maggiani


Bari - E’ andata che il famoso velocista tedesco, descritto solamente l’altro ieri da un noto quotidiano italiano come un dio della potenza e della forza dal volto squadrato, dai lineamenti duri, gli occhi azzurrissimi, un po’ Rocky IV un po’ Arnold Schwarzenegger, ma che a essere precisi assomiglia piuttosto a Ivan Drago di Rocky IV e non a Rocky IV medesimo come ha scritto il giornalista; è andata che Marcel Kittel si è ritirato dal Giro d’Italia a causa della febbre e alla partenza di Giovinazzo questa mattina non c’era. Io invece ero a Milano in libreria, alla cassa numero 7 dalle 9.30 alle 14, guarito dalla febbre e dopo essere stato in ferie, e mi ripetevo che ero beato, beato me, beato me, leggendo ad alta voce ai clienti dei passi dall’ultimo libro di Maurizio Maggiani, sottile e nero, un’invettiva narrata oralmente che mi sforzavo di riprodurre pur non amando generalmente i reading, mentre dall’altra parte della cassa le persone volevano il sacchetto oppure il pacchetto, avevano oppure non avevano la tessera fedeltà, sceglievano bancomat oppure carta di credito, dalle 9.30 alle 14, la questione linguistica dello stare in cassa per un tempo prolungato, è quello che mi preme. Oltre ad immaginare Maggiani, i suoi figli della Repubblica, alternavo le soluzioni datemi in dotazione dal buon Dio e dalla mia formazione autodidatta per stupire i clienti con la mia presunta proprietà di linguaggio, sorprendente per un cassiere, desidera un sacchetto oppure un pacchetto, spesso nascono secondi di silenzio, ci guardiamo negli occhi, guardali negli occhi, ci osserviamo in attesa di una risposta, io, loro no, ci pensano, un reading non se l’aspettavano, si tratta di un’invettiva di Maurizio Maggiani, non è roba mia. A Giovinazzo invece piove, viste dall’alto ogni città e paese d’Italia regalano espressioni di meraviglia, certi documentari degli anni sessanta di Folco Quilici ritrasmessi di recente su Rai Storia, ma anche qui l’elicottero del Giro accompagna i ciclisti dall’alto e sorvola la bellezza di Bari, siamo arrivati al circuito finale di otto giri di 8,3 Km ciascuno dentro la città e il maltempo è arrivato puntuale, la direzione della corsa ha deciso di non assegnare abbuoni e i tempi per la classifica generale verranno presi alla campana dell’ultimo giro. I ciclisti scivolano, Maurizio Maggiani l’ho incontrato solamente una volta, in libreria, sarà stato il 2002 o il 2003, lui usciva dal bagno io entravo in bagno per lavarmi le mani, la porta era bianca, era venuto a presentare un suo romanzo (La regina disadorna? Il coraggio del pettirosso?), indossava le bretelle, risultava trasparente. I suoi figli della Repubblica sono entrati nella gioventù osservati ma non pedinati, controllati ma non compressi, repressi ma non asserviti. La mia gentilezza di cassiere è un petardo che spaventa perfino me stesso, fino a quando non scoppia, ieri sera in pizzeria con Antonio abbiamo parlato del Giro e del nostro futuro tour italiano per presentare i nostri due imminenti romanzi sportivi che hanno solo qualcosa di sportivo, una volta fuori abbiamo deciso per una passeggiata lungo corso Buenos Aires e stavamo discutendo di una poesia di Patrizia Valduga quando abbiamo incontrato Patrizia Valduga. Abita da quelle parti. Con la velocità di una ragazzina ci ha presentato la sua compagna di camminata. “Avete davanti a voi due vedove di un certo livello: la vedova Raboni e la vedova Zanzotto”. Poi sono scomparse rapide, e Antonio è andato a prendere il treno. Il ritiro di Marcel Kittel ha spianato la strada al francesino Nacer Bouhanni, sempre piazzato nelle volate dei giorni scorsi, più veloce nella circostanza di Nizzolo, Veelers, Ferrari e Viviani. Intervistato sotto il caschetto il vincitore aveva la faccia rosa e marrone per via degli schizzi di pioggia e fango, non ha recitato una poesia di Patrizia Valduga, spero gli abbiano almeno dato un po’ d’acqua e un asciugamano pulito per lavarsi le guance e godere al meglio dei baci delle due Miss sul palco. L’invettiva di Maggiani si legge in meno di un’ora, dopo il lavoro ammetto di aver continuato la lettura a casa, azzerando il volume della televisione, tenendo la tappa in sottofondo e sperando che non terminasse prima della fine del libro. Michael Matthews ha conservato la maglia rosa per il terzo giorno consecutivo, record eguagliato per un australiano. Domani partenza da Taranto e primo arrivo in salita, a Viggiano. 203 Km. E da qui in poi, da qui in poi, basta.