venerdì 30 maggio 2014

Il diario del Giro. Diciannovesima tappa: Bassano del Grappa-Cima Grappa (26,8 Km). Il caffè della Peppina con Quintana alla mattina


Cima Grappa – Il caffè della Peppina non si beve alla mattina né col latte, né col tè, ma perché, perché, perché? Ero lì con Pietro che cantavo Il caffè della Peppina, con Pietro, Nicola e Giovanni a dire il vero, i nostri due amici immaginari, magari ipotesi di fratelli futuri oppure no, eppure cantavamo al parco e dopo a casa, il caffè della Peppina che metteva nella caffettiera cioccolata e marmellata, “Ma no!” interrompeva Pietro, della Peppina che metteva nella caffettiera mezzo chilo di cipolle e quattro o cinque caramelle, sette ali di frittelle, “Ma no!” interrompeva Pietro, fino a quando la Peppina nella caffettiera ci metteva il tritolo e faceva Boooom!, saltando in aria col caffè, povera Peppina. “Oggi non te le fanno più scrivere canzoni così”, dicevo a Pietro, “o meglio puoi anche scriverle ma non te le pubblicano, si sa mai che il bambino s’impressioni ascoltando e leggendo la Peppina che fa Booom!” “Perché?” mi rispondeva Pietro, “Ma perché, perché, perché?”, tagliavo corto riprendendo il ritornello. Nicola e Giovanni invece non aggiungevano nulla, erano bambini immaginari, al massimo mi chiedevano “Papino, quali libri belli sono usciti questa settimana?” e io soddisfacevo la loro acerba curiosità intellettuale rispondendo “Oltre a Savio e a Gurrado io direi Giancarlo Liviano D’Arcangelo e la sua Gloria agli eroi del mondo di sogni e poi Antoine Compagnon che passa l’estate con Montaigne, è tornato di moda il buon vecchio Montaigne, mi sa che sono questi i due libri che mi porto al mare”. Silenzio sul fronte infantile. A Bassano del Grappa invece, i corridori si guardavano negli occhi “Ma davvero ci tocca fare quella salita lì tutta da soli? Sono solamente 27 chilometri è vero, ma intensi”. E non era possibile dargli torto, l’altimetria non lasciava spazio ad alcuna idea di scampagnata, la pendenza massima era del 14% e si partiva da metri 132 per arrivare a metri 1712, Cima Grappa, roba da alpini o quantomeno da Grappa dell’Alpino, dicevo a Pietro, il brutto di cronoscalare da solo è che non hai punti di riferimento, nonostante tutte le informazioni che ti arrivano, sei solo di una solitudine spettrale, se le cose cominciano ad andare male, non hai gregari che ti vengono ad aiutare, tocca pedalare e sperare che finisca al più presto, se sei colombiano e quindi cafetero canticchiando per tirarti su Il caffè della Peppina, che nella caffettiera mette il rosmarino e qualche formaggino, una zampa di tacchino, una penna di pulcino, cinque sacchi di farina e poi dice: “Che caffè!” Nairo Quintana da buon cafetero si può permettere di cantarle tutta, Il caffè della Peppina, ascende la salita della cronometro in un’ora, cinque minuti, trentasette secondi davanti a uno splendido Fabio Aru (ormai dicono tutti così) che c’impiega solo diciassette secondi di più. Terzo un altro colombiano, il solito Uran Uran, che di ritardo prende un minuto e ventisei. E la classifica generale? Quintana sempre più leader, con tre minuti e sette secondi su Uran Uran e tre e quarantotto su uno splendido Fabio Aru. Altro da sottolineare? Nulla, il cronista del Giro d’Italia questa sera è stanco per i tanti scontrini battuti in libreria alla cassa numero 7, salta in aria col caffè, Boooom!