martedì 28 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: è arrivato Sedaris e fanno l'amore (21)


- È arrivato Sedaris,
mi ha detto Ronaldo sbucando dal magazzino sotterraneo con lo sguardo lucente, infantile, bello. Perché lo aspettavamo da un po', ma l'uscita dei diari veniva prosticipata, i clienti periodicamente passavano in libreria chiedendo spiegazioni, io rispondevo:
- L'uscita è stata rinviata, abbiate pazienza, vi dico la prossima data probabile, rimanete in attesa un secondo che chiedo a Cristiano Ronaldo in magazzino, loro domandavano:
- Cristiano Ronaldo?
E io:
- Sì, cosa credete? Che basti lo stipendio da calciatore per vivere a Milano? Vi assicuro di no. Ronaldo arrotonda con noi, alcuni giorni della settimana, poi la domenica va a giocare le partite, splendido e mistico nella sua coordinazione, ma durante i giorni feriali, non dubitate, è una persona come noi. Si alza alle 6, fa colazione, prende il treno, legge David Sedaris durante il viaggio, arriva a Milano, consiglia i libri migliori (a proposito, nella brevità della vita esiste un compito più fortunato?), torna a Torino, bacia Georgina e i figli. Non è semplice la vita del pendolare. 
Ma Ronaldo è sbucato dal magazzino sotterraneo, ha gridato:
- È arrivato Sedaris!
Alcuni clienti si sono immobilizzati, anche un ragazzo e una ragazza che stavano facendo l'amore nascosti, al bar.
- Quante copie te ne porto su?
Io gli ho detto:
- Guarda quei due giovani che stanno facendo l'amore nascosti, al bar. Io la guardia non la chiamo. E tu? Interveniamo, con l'autorevole delicatezza del caso. Portale su tutte. Che Sedaris è mezzo matto, gli voglio bene.
Ronaldo ha detto:
- Ma pensa, poi dicono che la gente fa l'amore solo online, che le persone non vanno più in libreria. E ha sorriso mostrando i suoi denti molto bianchi, strizzando l'occhio sinistro. Un paio di donne che stavano sfogliando Annie Ernaux davanti alle casse sono svenute, ma ci siamo abituati.

domenica 26 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: case d'altri e cimiteri (20)


- Siamo solo dei flâneur,
ha detto ieri Ronaldo al rientro da una passeggiata in quella città di cui non ricordo il nome, nel corso della quale avevamo osservato stupiti una casa che dava direttamente su un cimitero. Il quartiere era bello, prati e alberi non mancavano, c'erano la fermata della metropolitana, i supermercati e i negozi. Però quella casa, non brutta, aveva come paesaggio il cimitero.
- Pensa un po' -
mi ha detto Cristiano
- ti alzi al mattino e vedi il cimitero. Vai a dormire la sera e vedi il cimitero. Senza contare che: ti baci con una ragazza sul balcone e osservate insieme il cimitero. Stai guardando una partita della Juventus, segna Ronaldo e magari vai a esultare pacatamente alla finestra e vedi cosa?
- Il cimitero?
- Esatto. Questo da un lato senza dubbio deprime. Ma dall'altro rende consapevoli di come tutto sia passeggero e fuggevole, direi quasi  magico e senza tempo. Rifletti poi sulla mia situazione particolare: se io vivessi in quella casa, potrei baciare Georgina sul balcone osservando insieme il cimitero, ma non potrei mai correre alla finestra per esultare pacatamente dopo un gol di Cristiano, perché sono io stesso Cristiano. A meno di non guardare l'evento in differita, un po' come fai tu considerato che non ti sei ancora deciso tra Sky, Now Tv o Dazn e sopravvivi al momento solo con Juventus Tv. Per quanto ce la farai a non guardare le partite mentre avvengono realmente? E ora capisci la mia complessità, la sublime molteplicità di essere Cristiano?
- Direi di sì Ronaldo. Il tuo mistero abita in quelle mura di fronte al cimitero, per certi versi simili alle pareti che sostengono Casa d'altri, di Silvio D'Arzo, definito da Eugenio Montale il "racconto perfetto". E in fondo anche tu Cristiano, non sei forse un poeta?
- Grazie, ma non esagerare. I veri artisti sono altri.

giovedì 23 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Carmina e aerogiro (19)


Salvini e Saviano non la smettevano di litigare, quindi ci siamo stufati e Ronaldo esasperato nell'abitacolo del suo elicottero ha detto:
- Stiamo sorvolando il lago di Garda, spegni quella radio. E se andassimo in pizzeria?
- D'accordo, potremmo raggiungere quel locale molto bello in cui non sono mai stato. Si chiama San Benedetto, a Desenzano.
Così abbiamo iniziato a perdere quota delicatamente, e mentre non precipitavamo continuavo a pungolare Cristiano a proposito della bellezza del paesaggio gardesano, certamente superiore a quello lagunare comasco. 
- Guarda giù, che ti dicevo?
Per avvalorare la mia tesi, citavo a memoria alcune ispirate poesie di Gaio Valerio Catullo, amante di Sirmione, ma Ronaldo sembrava insensibile all'opera del più grande poeta latino dell'età di Cesare e Cicerone, o forse era il rumore dell'aerogiro a impedire la sua emozione, la necessità di rimanere concentrato durante le manovre di discesa, altro. Siamo atterrati sul tetto di una palazzina di due piani mi pare marrone, d'accordo non passando del tutto inosservati specie in rapporto agli altri umani che giungevano alla pizzeria guidando semplici automobili, seppur in alcuni casi di grossa cilindrata. Ma l'elicottero. Ci siamo calati a terra utilizzando una scaletta a pioli in legno di emergenza, e quando abbiamo raggiunto il livello della strada alcuni commensali si sono alzati dai loro tavolini quadrati per gridare:
- Benvenuto a Desenzano Cristiano!
Ma a onor del vero altri sono rimasti all'apparenza indifferenti, con la forchetta in bocca come se niente fosse (in effetti la pizza era eccezionale). Ronaldo ha preso una Margherita con tonno e olive, il pizzaiolo che era un virtuoso gliel'ha presentata sul piatto con la forma di una C, di una R, di un 7. Cristiano ha chiesto allora ai presenti un attimo di silenzio, accarezzando con una posata per due volte la schiena di un bicchiere. Tutti hanno smesso di masticare. Ringraziando, si è alzato e ha declamato:
- Odio e amo: Forse chiederai come sia possibile; / Non so. Ma è proprio così e mi tormento.

mercoledì 22 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: John Updike e il tandem (18)


- John Updike,
ha detto ieri Ronaldo mentre per una serie di imprevedibili circostanze ci trovavamo nel bel parco antistante la curva nord del vecchio stadio Mario Rigamonti nel quartiere di Mompiano, Brescia. Un uomo e una donna, indivisibili anche nel loro momento ciclistico, pedalavano insieme girando attorno alla pista delimitante il grande prato circondato dagli alberi, e Cristiano non riusciva a trattenere il suo disappunto per chi sceglieva di utilizzare una sola bicicletta, seppur doppia, anche quando si era in due:
- Poche cose uccidono la vita di coppia come l'utilizzo del tandem. Io e Georgina infatti non lo usiamo mai. E John Updike probabilmente la pensa come noi.
Mi sono trovato d'accordo con Ronaldo (in merito all'utilizzo del tandem, su John Updike) e considerato che eravamo a pochi passi dal Rigamonti, gli ho raccontato della prima volta che ho visto la Juventus dal vivo: era l'11 gennaio del 1987, aveva nevicato molto, il pallone era arancione, non avevo ancora letto Coppie e a dirla tutta nulla dello scrittore americano talmente alto da apparire un coniglio improbabile.
- L'ho sempre pensato pure io, Cristiano. Meglio che ognuno pedali in sella alla propria bicicletta. Che almeno nell'istante sportivo possa esserci una parziale solitudine, all'interno dell'essere coppia.
Ci siamo però stufati di chiacchierare di coppie e del niente, e stavo quasi pensando di far visitare a Ronaldo il vicino oratorio dove da ragazzini avevano giocato Roberto De Zerbi e Mario Balotelli. Per via dei tre campi di calcio di differenti dimensioni, andiamoli a vedere, due tiri magari possiamo anche farli.
Ho detto a Cristiano:
- Lo sai che su quei campi hanno giocato anche...
Ma Ronaldo già non mi ascoltava più. Immerso ormai profondamente nella poetica di John Updike, al punto di non accorgersi quasi dell'elicottero in atterraggio sul prato del parco, pronto a portarlo sul lago di Garda per una meritata giornata di relax da trascorrere in compagnia della famiglia; osservava con attenzione un punto lontano scuro, in leggero movimento tra i fili d'erba. 
- Guarda là, eccolo, è un coniglio.

domenica 19 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: i seni delle montagne e Fabrizio De André (17)


Non è vero che siamo tornati a Milano. Non si torna a Milano il 17 di agosto. Che sia almeno il 19. Quindi stavamo scendendo con Ronaldo lungo i seni verdi delle montagne sotto il Latemar, muovendoci a zig-zag (io con le scarpe appropriate per scalare e discendere, Cristiano con le sue nuove Nike Mercurial Superfly 360) quando il mio piede ha sentito qualcosa di duro sotto la suola. Ho detto a Ronaldo:
- Aspetta!
(Lui aveva già guadagnato una trentina di metri, utilizzava lo zigzagare come allenamento al dribbling).
Mi sono chinato per raccogliere la cosa dura sotto la suola, era un pezzo di legno che curiosamente aveva come forma un numero 7.
- Guarda cos'ho trovato!
Ronaldo è risalito entusiasta come me del ritrovamento casuale, metaforico, scaramantico. Si è messo a gridare:
- Anche la natura rende omaggio a Cristiano! Questo pezzo di legno-simbolo ci accompagnerà per tutta la stagione, fino al prossimo maggio. Ti ricordi quella canzone di De André?
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
- Certo che me la ricordo Cris, ma cerchiamo di essere ottimisti.
Poi Ronaldo mi ha strappato di mano il legno numero 7 e l'ha lanciato come un boomerang nel vuoto, verso le valli. Il pallone-ramo è ritornato indietro e Cristiano si è prodotto nella sua ormai caratteristica rovesciata, con stile perfetto e atterraggio soffice sull'erba. Ho applaudito da solo per qualche minuto. Dopo abbiamo proseguito fino allo Sportcenter, ristorante di Deutschnofen dal cui soffitto pende una scintillante coppa dei campioni, riproduzione di quella vinta dal Bayern Monaco nel 2013. Non ero più con Cristiano, e visto che mi conoscono ormai da dieci anni ho chiesto al cameriere:
- La fate vedere Chievo-Juventus?
- Juve? Sì.

giovedì 16 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: la scomparsa misteriosa e unica di Majorana (16)



Due giorni alla prima partita ufficiale e Ronaldo non si trovava più da nessuna parte. Eppure il programma che avevamo stabilito era chiaro: lasciare i monti del Tirolo del sud per ritornare a Milano. Poi Cristiano avrebbe proseguito con un piroscafo della società Tirrenia fino a Torino da dove, con il resto della squadra, avrebbe  raggiunto Verona. Ma Ronaldo non si trovava più. Con l'aiuto di Emmerich allora, un amico della Val d'Ega che per natura e predisposizione risolve i problemi della comunità, abbiamo iniziato a cercarlo, prima a Ega, poi a Nova Ponente, ma niente. Stavamo per abbandonare le ricerche, quando mi è venuto in mente di provare a fare un salto al santuario della Madonna di Pietralba, perché quel luogo mi ha sempre dato una mano, in questi anni, semplicemente mostrandosi ai miei occhi ogni estate in tutta la sua bellezza, nonostante i vicini parcheggi, comunque costruiti almeno senza asfaltare. Del resto, dove li metti tutti i pellegrini con le loro auto, i loro pullman, le loro bandiere? Ronaldo era lì, seduto sugli scalini, a leggere quel libro di Leonardo Sciascia. Quando ci ha visto ha detto:
- Perché vi siete allarmati? Ti avevo scritto un messaggio. Non è arrivato? Una storia profonda, questa di Majorana. Misteriosa e unica. La scienza, come la poesia, si sa che sta a un passo dalla follia.
Siamo tornati insieme al maso in località Hennewinkl. Abbiamo preparato le valigie e siamo partiti per Milano.

lunedì 13 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: sono innamorato (15)



- Sono innamorato,
ha detto ieri Ronaldo tornando da Villar Perosa a Obereggen nel maso in cui stiamo trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza. Aveva la borsa a tracolla con dentro la maglietta, i pantaloncini e i calzettoni da lavare a casa, e il libro che gli avevo fatto trovare nel bagaglio come sorpresa per il viaggio in autobus dalla Val d'Ega alla Val Chisone: "Un amore" di Dino Buzzati.
- Figurati noi di te, Cristiano.
- Dico sul serio amico. Devi sapere che prima della partita siamo andati nella villa di famiglia. John Elkann e Andrea Agnelli ci hanno parlato per pochi minuti mentre noi eravamo disposti a semicerchio davanti a loro. Non capivo tutto, ma la cosa più importante era l'atmosfera che si respirava. Ad esempio quando il presidente ha fatto i complimenti a Matuidi per la conquista del campionato del mondo, la squadra ha applaudito, ma con il cuore stretto pensando a Mandzukic. 
- È tutto vero Ronaldo, lo so. Ho visto il filmato su Juventus Tv. Quel giardino, il vostro semicerchio sull'erba mi hanno fatto pensare a quell'episodio che racconto poco spesso: avevo pubblicato il mio primo romanzo, e visto che parlava anche della Juventus, che ricordava brevemente e con gli occhi di un bambino la tragedia dell'Heysel, avevo spedito il libro ad Andrea Agnelli, da poco presidente, lasciandomi trasportare da un certo tipo di ingenuità che all'epoca ancora mi apparteneva. Giorni dopo, mentre stavo lavorando in libreria, mi era giunto un messaggio di posta elettronica: era della Juventus. Una segretaria mi avvisava che nelle settimane seguenti avrei ricevuto per posta un pensiero del presidente. Non lo nego, avevo pensato grossolanamente a un abbonamento allo stadio per la stagione 2010-11. Invece, l'omaggio di Andrea era stato un biglietto scritto a mano nel quale mi ringraziava per il romanzo che aveva ricevuto, che gli avrebbe permesso di riprovare emozioni già vissute. Avevo incorniciato il biglietto. E soprattutto, avevo pensato che nel gesto di rispondere personalmente a uno scrittore sconosciuto, in fondo veniva sintetizzata la finezza del possedere uno stile unico. Erano anni difficili, ma saremmo tornati grandi. Ma Ronaldo scusa, stai dormendo? Ti ho annoiato?
- No, ho gli occhi chiusi per riguardare il primo gol che ho fatto con la maglia della Juventus. Era il settimo minuto.
Poi al tramonto siamo usciti per caminare lungo i sentieri. Abbiamo visto mucche, capre, due giovani seduti sopra una panchina. Lui sussurrava a lei:
- Ti amo.
Lei:
- Ok.
Ronaldo ha guardato il panorama sotto il silenzio verde di Bewallerhof e ha detto:
- Grazie per il libro di Buzzati.

sabato 11 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: chi è Jean-Paul Gaultier? (14)


La notte di San Lorenzo abbiamo guardato il cielo, ma non abbiamo visto nessuna stella. Era nuvoloso. Ronaldo ha detto:
- Pazienza. Tu avevi desideri?
- Ma sì, uno in particolare, tuttavia.
La cosa bella di questa nostra amicizia, pensavo intanto, risiede nel fatto di poter ricordare l'attimo magnifico di ogni giorno, anche quando in realtà non accade un bel niente. Ronaldo ha annuito, nonostante avessi espresso il mio pensiero solo internamente, poi ha estratto dalla tasca una boccetta di vetro colorata di rosso.
- Tu che fragranza usi?
- Al momento nessuna Cris, anni fa Le Male di Jean-Paul Gaultier.
- Bene. Lascia che ti mostri una cosa.
Così dicendo Cristiano si è alzato in piedi, e puntando lo spray verso l'alto ha spruzzato l'essenza CR7 verso il blu nero notturno di Obereggen. Tempo un secondo e le nubi si sono diradate, le stelle cadenti si sono fatte visibili e numerose. Non eravamo soli ad aspettare il loro passaggio, così anche altri abitanti del maso ne hanno approfittato per tornare seduti sulle sdraio con lo sguardo all'insù. Erano soprattutto famiglie. I bambini invece continuavano a giocare a calcio, uno di loro con la maglia numero 7, ma dello Schalke 04. Mi è venuta in mente quella frase di Richard Yates riferita alla famiglia come rifugio dal mondo esterno, come trappola, come contributo fondamentale per definire nel bene e nel male quello che siamo. “Non c’è altro di cui scrivere”.
Ronaldo si è rimesso in tasca la boccetta rossa e ha detto:
- Hai visto adesso quante stelle? Questo il potere della mia nuova fragranza. Chi è Jean-Paul Gaultier? Quanti sono i nostri desideri? Li realizzeremo? Grazie al mio nuovo profumo, probabilmente sì. 

venerdì 10 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: “Sono Henry David Thoreau, e ho problemi di connessione” (13)


- Quante volte ti ho detto di non portare libri pesanti nello zaino quando andiamo a fare le passeggiate in montagna?
mi ha detto Ronaldo mentre camminavamo insieme nel bosco che porta alla malga Stadlalm Geiger, girando a sinistra lungo il sentiero invece che proseguire per il lago dell'arcobaleno di Carezza, stupendo, ma troppo frequentato.
- Ma Cris, è la nuova edizione di uno dei miei libri di riferimento. E poi scusa non eri tu che ti mettevi i pesi nelle calze per allenarti più duramente degli altri? 
- Ero io, ma adesso non cambiare discorso. 
Così chiacchierando, abbiamo smarrito la via principale e ci siamo trovati sperduti sotto gli abeti. Dieci minuti di latente nervosismo, quindi una casetta. Davanti alla porta, un uomo con la barba nera e gli occhi chiari: 
- Benvenuti, sono Henry David Thoreau. E ho problemi di connessione. Ma tu sei...
- Cristiano Ronaldo, piacere.
- Allora tu che puoi tutto, sapresti aiutarmi? Qui nel bosco ricevere un buon segnale per guardare le partite è sempre un problema.
Ronaldo si è messo al lavoro, e in mezz'ora ha risolto il disagio tecnico. Io ho estratto dallo zaino la mia copia di Walden, e me la sono fatta autografare da Thoreau. Per festeggiare poi con Henry David abbiamo bevuto un bicchiere di Gewürztraminer del Südtirol, e mentre la nostra ebbrezza filosofica saliva, Ronaldo ha chiuso Walden (ovvero vita nei boschi)  e guardandoci negli occhi ha recitato:
- Vi dirò, molte persone vanno a pescare tutta la loro vita, senza sapere che non è il pesce quello che stanno cercando.

mercoledì 8 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Alda Merini in Graziella (12)


Non avevo mai visto una donna affrontare con una bicicletta Graziella i tornanti che portano alla località di Obereggen, frazione di Ega posta ad un'altitudine di 1550 metri rispetto al livello del mare.  E neppure Ronaldo aveva mai osservato qualcosa di simile, nonostante fosse uno abituato agli allenamenti feroci fin da quando era ragazzo, tanto da costringere Douglas Costa ad ammettere:
- È impossibile tenere il ritmo di Cristiano in allenamento. Arriviamo lì e lui si sta già allenando, andiamo via e continua ad allenarsi. Non ho mai visto un atleta così.
Nemmeno noi a dirla tutta avevamo mai visto un'atleta così, intendo la donna in bicicletta, capace di ascendere con una Graziella lungo le curve che altri ciclisti aggredivano invece con più attrezzate biciclette da corsa, sorpassando con facilità la donna svantaggiata che comunque provava a salire, salvo poi scendere dal sellino esausta, rossa in volto, per spingere a mano le due ruote con le dita posizionate al centro del manubrio.
- Perché quella signora sale con quella vecchia bicicletta?
- Non so Ronaldo. Sarà una pazza. Oppure in Alto Adige hanno abitudini diverse.
Per Cristiano tuttavia la mia spiegazione non era sufficiente, così abbiamo cercato il più vicino noleggiatore di biciclette per sfidare anche noi la splendida montagna. Io ho preso una mountain bike, Ronaldo ha preteso una Graziella. Ci siamo messi a spingere sui pedali con l'obiettivo di raggiungere quella donna e chiederle una spiegazione. Poco alla volta, abbiamo recuperato lo svantaggio. Arrivati alla grande tenda indiana Tipi costruita ai piedi del muro argento del Latemar, la ciclista ostinata sembrava aspettarci, fumando una sigaretta. Le abbiamo chiesto i motivi di quella tenacia, di quel coraggio, di quella follia. Lei ci ha detto:
- Giovanotti, comunemente si pensa che si possa scegliere la vita e il genere di vita che più ci compete, ma è difficile per tutti sottrarsi all'impero della nascita, e a quello più urgente del dolore.

lunedì 6 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: cantando a Sanremo con H.G. Wells (11)



- Cantando sotto la doccia ho già vinto numerose volte Sanremo,
ha detto Ronaldo uscendo dal box e infilandosi le infradito con il logo CR7, l'accappatoio con il logo CR7. Quindi ha preso la cintura di stoffa e se l'è portata alla bocca, come fosse un microfono.
- Sentite questa, la intono sempre alla mia Georgina al telefono, quando non siamo vicini:
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, e tu sei lontana, lontana da meee! 
Vi ricordate chi la cantava? Sergio...
Pietro: - Ramos!
- Ma no, Sergio Endrigo.
- Ah già, è vero.
Poi Cristiano si è vestito (camicia bianca, cappellino blu, occhiali da sole) e siamo passati a prendere Georgina per accompagnarla a fare un giro nel centro di Milano. Ma dopo pochi passi, li hanno riconosciuti.
- Che ti dicevo? Una semplice passeggiata con la mia fidanzata e un amico, senza che nessuno si accorga di noi. Ecco una cosa che i soldi non possono comprare. Ma questo è il prezzo che devo pagare. Comunque, sopportabile.
Così ci siamo rifugiati nella nostra libreria preferita in Piazza Piemonte, un posto decisamente più tranquillo di Via della Spiga. Ci siamo nascosti nel settore di Fantascienza. Ronaldo ha firmato qualche autografo, poi ha deciso di comprare quel piccolo libro arancione.

sabato 4 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: arbitro e Claude Boujon (10)


- Papà! Pietro mi ha detto "arbitro"!
ha gridato mia figlia furibonda, aggrappandosi in un abbraccio alla parte inferiore della mia gamba, il naso contro il mio ginocchio.
- Ma sì dai, "arbitro" non è una brutta parola.
- Sì però, cavolo.
Sono andato comunque nell'altra stanza per raccogliere maggiori informazioni e per dimostrare alla bambina che avevo a cuore il suo risentimento, mentre pensavo, nuove frontiere del litigio tra fratello e sorella. Pietro palleggiava come se niente fosse accaduto, tirava le punizioni al divano dopo aver messo le sedie a fare la barriera, facendosi da solo la radiocronaca.
- Hey Pit, hai detto "arbitro" a Bianca?
- Sì, ma non è una brutta parola.
- Infatti, però, dipende dal tono che usi.
- Ok papà.
Stavo ricomponendo quindi il leggero screzio famigliare, quando Ronaldo è rientrato a casa dal lavoro.
- Ciao a tutti!
- Ciao Cris, tutto bene agli allenamenti?
- Sì.
- E Bonucci come va?
- È tranquillo.
Ronaldo ci ha raccontato allora di Leonardo e del suo ritorno, dell'assenza di Higuain, della ricerca di una precisa intesa con Dybala. Poi ha annusato il vuoto, una volta, due volte:
- Scusate,  ma in questa stanza oggi qualcuno ha pronunciato per caso la parola "arbitro"?
Francesco: - No Ronaldo, figurati, l'arbitro è l'alibi dei perdenti.
Pietro: - No Cris, mai detto.
Bianca: - No, io non ho sentito niente.
- Ah, meglio così.
ha asserito Ronaldo.
- E adesso leggiamo Claude Boujon.

mercoledì 1 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Henry Miller condizionato (9)


Ieri Cristiano Ronaldo ha detto che bisogna trovare una soluzione per questo caldo che ci ammazza, metaforicamente, appena mettiamo un piede fuori dalla libreria. Perché io e Ronaldo lavoriamo insieme in libreria. Anzi, per dovere di precisione devo segnalare che da quando Cristiano è diventato un libraio, la nostra libreria, mio dio quante ripetizioni, la nostra libreria, ancora?, è senza dubbio la più bella di Milano, in particolar modo stando a sentire alcune clienti che quando scorgono Ronaldo al punto informazioni chiedono qualsiasi cosa, lui risponde con un sorriso fatto di denti bianchi, loro ringraziano emozionate e talvolta svengono, così che noi gregari letterari di Cristiano siamo costretti ad accompagnarle al bar, per un bicchiere d'acqua. La nostra libreria ha anche un bar, la nostra libreria.
Ma quando alle 14 io e Ronaldo usciamo dalle porte automatiche atterrando sul marciapiede esterno, estranei all'aria condizionata, la nostra vita in comune prende una piega diversa, peggiorativa, non priva di tensioni frutto inequivocabilmente dell'afa opprimente.
- Perché non hai messo l'aria condizionata anche in casa?
mi ripete Cristiano, e io ribatto sempre allo stesso modo:
- Perché un po' costa, Ronaldo. E perché si può sopravvivere senza, in fondo per pochi giorni all'anno, d'accordo faticosamente, sopportando la calura con l'ausilio dei ventilatori domestici, oppure andare al centro commerciale, anche se non amo i centri commerciali.
Cristiano allora risponde per citazioni:
- I ciechi guidano i ciechi, è il sistema democratico. L'artista è, in primo luogo, uno che ha fiducia in se stesso. 
Proseguiamo lungo la strada, io cammino e lui corre, perché non si ferma mai. 
- Puoi accelerare il passo, oppure correre?
- Fa troppo caldo, Ronaldo.
- Allora perché non hai messo l'aria condizionata in casa?
Comunque riusciamo ad arrivare al centro commerciale. L'aria condizionata funziona. Non è un brutto luogo, perché i pavimenti e i soffitti sono ricoperti di legno.