lunedì 8 novembre 2010

Serie A: Inter- Brescia (Il viaggio di Jeanne e quello di Eto’o)

Noleggiare un film da Blockbuster è sempre più difficile. Da qualche anno il catalogo è stato smantellato, e per un appassionato di cinema trovare pellicole che si elevino al di sopra della mediocrità tanto cara alla maggioranza degli italiani bisogna brancolare nel gialloblu per almeno un quarto d’ora. Qualcuno potrebbe obiettare: “ma un appassionato di cinema non si reca da Blockbuster per trovare un film decente…” Giusto, ma è anche vero che videoteche migliori non sono così vicine a casa.

Il miracolo tuttavia può accadere, e al calare di un pomeriggio scorgo sullo scaffale “Il viaggio di Jeanne” (Les Grandes personnes) di Anna Novion. Mi dirigo in cassa dove mi attende una coda poco piacevole, con i poveri commessi schiacciati dalla massa italiota del sabato che pressa e sbuffa. Mogli vestiste come baldracche, mariti palestrati con i pantaloni a vita bassa programmano una brutta serata che ringraziando il cielo riguarderà solo loro, adagiati sul divano a visionare un pessimo film, tra mitragliate di telefonate e messaggini.

Riesco a noleggiare “Il viaggio di Jeanne”, superando il commesso che da consumato piazzista obbligato mi offre di tutto, l’importante è che non esca dal negozio “solo” con “Il viaggio di Jeanne”. Se aggiungo 3 euro posso prendere altri due film, da consegnare entro 48 ore. No, grazie. Se aggiungo 1 euro mi porto via una confezione di M&M’S, quelli con le noccioline. No, grazie. Se aggiungo il cofanetto del Decalogo di Kieslowski euro ho diritto ad uno sconto del 50% sulla mia futura bara in legno di cirmolo, molto pregiato. Cristo, finalmente una proposta definitiva. Mi complimento col piazzista, accetto e corro a casa.

Con i francesi vai quasi sempre sul sicuro. Il loro cinema sta in equilibrio, il nostro no. E’ come se abitasse una dimensione speciale, che un tempo ci riguardava. Ma adesso no, e non capisco perché. Cioè lo intuisco ma non ho tempo di spiegarlo perché comincia Inter-Brescia. O meglio la squadra di Iachini contro Eto'o, stupendo numero 9 che gioca con i nerazzurri. Uno che se di lavoro fai il difensore del Brescia, prima di scendere in campo perdi almeno cinque minuti davanti al crocifisso nello spogliatoio pregando che si prenda una storta nel riscaldamento.

Niente da fare, e lui ti punta, finta, modella la bellezza dei suoi lunghi muscoli per scatti che ti lasciano sul posto, quasi abbattuto nel tuo destino di giocatore “normale”. Ma ti fai forza, gli altri dieci di Benitez non sono così di un altro pianeta e allora disputi un bel primo tempo, vai in vantaggio con il tuo centravanti/capitano e poi al riposo vincendo a San Siro contro i campioni d’Europa.
Il secondo tempo te lo immagini già. Stringere i denti e difendersi senza abbassarsi troppo, sperando che Diamanti controlli i nervi ed inventi qualcosa in contropiede. Passano i minuti e quasi ci credi. Poi ricordi che ad un arbitro, se vuole fare carriera, certi rigori che non ci sono alle squadre di vertice bisogna fischiarli comunque, anche se il giocatore stupendo è rotolato da solo sul pallone come un bambino. Pazienza, hai fatto il possibile. Non hai vinto ma non è colpa tua. Porti a Brescia un punto dopo cinque sconfitte consecutive. Certo aggiungendone altri due, avresti avuto uno sconto su quelli che ti mancano per rimanere in serie A.