lunedì 22 novembre 2010

Contro la Chiesa del silenzio (con Langone da prima di Langone)


Sul Foglio di sabato, il bravo Langone scrive contro la Chiesa del silenzio che “non dice niente” in merito alle aperture domenicali di Esselunga, Coop ecc.
“Il Papa non dice niente” commenta E., un amico del giornalista che lavora all’Esselunga. E con lui la Cei (questo sindacato di vescovi senza carisma, specifica Camillo).
Langone non vorrebbe che un giorno si addebitasse alla Chiesa questo silenzio, e prega affinché nelle prossime settimane un autorevole uomo di Chiesa prenda la parola e dichiari che chi decide a favore delle aperture domenicali è contro Dio e perciò contro l’uomo. Proprietari che chiedono, amministratori pubblici che autorizzano. Mentre i clienti domenicali, conclude splendidamente Langone, sono semplicemente contro sé stessi.

Già. A partire dalla metà degli anni novanta le aperture domenicali hanno rivoluzionato la vita dei lavoratori del commercio, categoria che peraltro sindacalmente non conta nulla. Qualcuno raccontava che sarebbe aumentata la ricchezza di tutti, che si sarebbero creati nuovi posti di lavoro. Qualcuno ci aveva anche creduto.
Alla Chiesa quindi non addebito un silenzio, ma una colpa. Una delle tante.
Ho visto famiglie spostarsi dalle chiese ai centri commerciali, stufi di pregare Dio per un qualcosa futuro meno affascinante di uno shopping presente. Per questo l’indignazione di Langone arriva con quindici anni di ritardo. E sono certo che nessun autorevole uomo di Chiesa prenderà la parola. Perché la Chiesa è corrotta, il Papa è corrotto, la maggioranza dei vescovi sono corrotti, di una corruzione che purtroppo non è materiale ma spirituale. Mi sento quasi banale nell’affermarlo, ma mi sentirei ancora più ingenuo nell’ipotizzare prese di posizione che non arriveranno mai. Certo l’uomo, come sempre, può scegliere, e quindi se gli italiani non fossero un gregge galoppante alla domenica verso il centro commerciale più vicino, non servirebbe nessuna Preghiera.

Per fare la mia parte comunque, verso le sei del pomeriggio di domenica ho camminato fino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie. Sono entrato, e sono rimasto in silenzio quasi trenta minuti a guardare il soffitto.