Ecco, il primo colpo di mercato l’ha fatto “Quasi Rete”, il blog letterario della Gazzetta dello Sport, coordinato da Antonio Gurrado. A partire da…ora (più o meno), ogni tanto sarò molto felice di collaborare con qualche pezzo a questo blog rosa.
Già, ma chi è Antonio Gurrado? Nessuno lo sa con esattezza. In sintesi potremmo dire che è un narratore, rammento un suo breve pezzo che distingueva appunto tra l’essere romanziere, o narratore, ma citandolo a braccio rischierei di rovinarlo, quindi visitate il suo blog, è decidete voi di che si tratta. http://antoniogurrado.blogspot.com/
E va bene, l’ho visitato io per voi, pelandroni, il post è quello del 5 ottobre 2009.
Per quanto mi riguarda, la prima volta che ho letto qualcosa di Gurrado ho avuto la stessa sensazione di quando ho visto esordire Andrea Pirlo con la maglia del Brescia, a sedici anni e due giorni. Stupito da certi passaggi, da certe intuizioni, mi ero permesso di attirare l’attenzione del mio vicino con una leggera gomitata (per educazione e timidezza non faccio mai di queste cose, ma vista la situazione):
“Scusi ma ha visto? Quello lì è un campione!”
Il vicino mi aveva risposto torvo in dialetto, con frasi francamente irripetibili, facendomi notare come la cosa lo interessasse poco, comunque meno della sconfitta che la squadra della nostra città stava subendo, per di più tra le mura amiche.
“E va bene d’accordo, ma lasciamo da parte il risultato, abbiamo la fortuna di osservare la nascita di un probabile grande giocatore, godiamocela! Cioè, estrapoliamo la prestazione del ragazzo dall’orrore tecnico-tattico generale e…”
Il vicino questa volta mi aveva fulminato, ed era decisamente grosso e incazzato per la sconfitta delle Rondinelle, quindi approfittando dell’intervallo poi nel secondo tempo ero andato a sedermi da un’altra parte.
Ecco, Antonio Gurrado è un po’ come Andrea Pirlo, e un giorno sarà un bravissimo giornalista, o un ottimo scrittore, si vedrà. Quando ciò accadrà (in realtà è gia accaduto, sta accadendo anche in questo momento) io potrò dire di averlo detto, come posso dire di aver visto che Pirlo era, diciamolo, un fuoriclasse. (Gli anni seguenti non furono facili per Andrea, qualche grande esperto dubitò del suo talento: troppo magro, troppo lento, poco grintoso, ecc. Gli capitò di essere acquistato da una squadra particolarmente portata a distruggere talenti, specie se italiani, e si salvò solo andando in prestito alla Reggina, e successivamente tornando al Brescia, dove Mazzone, prima di Ancelotti, lo inventò regista davanti alla difesa. Poi Inter e Milan si accordarono per uno scambio con Guglielminpietro. La contrattazione tra le due squadre meneghine durò poco.
“Volete Pirlo eh? Allora ci date Guly.”
“Ah, fateci pensare un attimo perché Guly…Ok dai ci stiamo!”).
Approfondendo la prosa di Gurrado in questi mesi ho avuto conferma delle somiglianza tra Antonio e Andrea, in particolare ho notato come certi periodi del Gurrado siano straordinariamente simili a quel modo tutto suo che ha Pirlo di proteggere il pallone, girando su se stesso per 180 o 270 gradi, esasperando con la sua tecnica il rozzo centrocampista della squadra avversaria.
In definitiva, se amate lo sport come non ve lo raccontano più, se ancora riuscite ad emozionarvi per certi aspetti poetici o ironici di una partita di calcio, o di una scalata al Giro d’Italia, o di altro ancora, se vi piacciono le donne nude ad esempio, ogni tanto visitate Quasi Rete. Non resterete delusi.
Già, ma chi è Antonio Gurrado? Nessuno lo sa con esattezza. In sintesi potremmo dire che è un narratore, rammento un suo breve pezzo che distingueva appunto tra l’essere romanziere, o narratore, ma citandolo a braccio rischierei di rovinarlo, quindi visitate il suo blog, è decidete voi di che si tratta. http://antoniogurrado.blogspot.com/
E va bene, l’ho visitato io per voi, pelandroni, il post è quello del 5 ottobre 2009.
Per quanto mi riguarda, la prima volta che ho letto qualcosa di Gurrado ho avuto la stessa sensazione di quando ho visto esordire Andrea Pirlo con la maglia del Brescia, a sedici anni e due giorni. Stupito da certi passaggi, da certe intuizioni, mi ero permesso di attirare l’attenzione del mio vicino con una leggera gomitata (per educazione e timidezza non faccio mai di queste cose, ma vista la situazione):
“Scusi ma ha visto? Quello lì è un campione!”
Il vicino mi aveva risposto torvo in dialetto, con frasi francamente irripetibili, facendomi notare come la cosa lo interessasse poco, comunque meno della sconfitta che la squadra della nostra città stava subendo, per di più tra le mura amiche.
“E va bene d’accordo, ma lasciamo da parte il risultato, abbiamo la fortuna di osservare la nascita di un probabile grande giocatore, godiamocela! Cioè, estrapoliamo la prestazione del ragazzo dall’orrore tecnico-tattico generale e…”
Il vicino questa volta mi aveva fulminato, ed era decisamente grosso e incazzato per la sconfitta delle Rondinelle, quindi approfittando dell’intervallo poi nel secondo tempo ero andato a sedermi da un’altra parte.
Ecco, Antonio Gurrado è un po’ come Andrea Pirlo, e un giorno sarà un bravissimo giornalista, o un ottimo scrittore, si vedrà. Quando ciò accadrà (in realtà è gia accaduto, sta accadendo anche in questo momento) io potrò dire di averlo detto, come posso dire di aver visto che Pirlo era, diciamolo, un fuoriclasse. (Gli anni seguenti non furono facili per Andrea, qualche grande esperto dubitò del suo talento: troppo magro, troppo lento, poco grintoso, ecc. Gli capitò di essere acquistato da una squadra particolarmente portata a distruggere talenti, specie se italiani, e si salvò solo andando in prestito alla Reggina, e successivamente tornando al Brescia, dove Mazzone, prima di Ancelotti, lo inventò regista davanti alla difesa. Poi Inter e Milan si accordarono per uno scambio con Guglielminpietro. La contrattazione tra le due squadre meneghine durò poco.
“Volete Pirlo eh? Allora ci date Guly.”
“Ah, fateci pensare un attimo perché Guly…Ok dai ci stiamo!”).
Approfondendo la prosa di Gurrado in questi mesi ho avuto conferma delle somiglianza tra Antonio e Andrea, in particolare ho notato come certi periodi del Gurrado siano straordinariamente simili a quel modo tutto suo che ha Pirlo di proteggere il pallone, girando su se stesso per 180 o 270 gradi, esasperando con la sua tecnica il rozzo centrocampista della squadra avversaria.
In definitiva, se amate lo sport come non ve lo raccontano più, se ancora riuscite ad emozionarvi per certi aspetti poetici o ironici di una partita di calcio, o di una scalata al Giro d’Italia, o di altro ancora, se vi piacciono le donne nude ad esempio, ogni tanto visitate Quasi Rete. Non resterete delusi.