giovedì 15 maggio 2014

Il diario del Giro. Sesta tappa: Sassano-Montecassino (247 km). Andreotti o Ceronetti, in due per una maglia rosa.


Montecassino - Ormai dormo quanto Andreotti. Sarà per via della vita da inviato, il continuo cambiare letto e albergo, per fortuna pagato da qualcun altro. Ieri mi svegliavo a Taranto e discutevo con E.C. di doping e ciclismo, oggi da solo a Sassano che mi fa venire in mente Sassari e Salsano, città ed ex-calciatore piccolo della Sampdoria. Dormo quanto Andreotti e mi sveglio con una bugiarda freschezza che pagherò nel pomeriggio quando dovrò raccogliere le forze per scrivere questo diario, ogni giorno rubo un’ora alla notte e mi sveglio pensando ad Andreotti, è morto Andreotti? Sono stanco e mi capita di non ricordarmi immediatamente se Giulio sia morto, per diversi minuti, è morto oppure no? Forse l’anno scorso, ma sono realmente dubbioso, così  controllo sul telefonino e Andreotti è morto, il 6 maggio 2013, è stato un politico, scrittore e giornalista italiano. Andreotti è stato uno scrittore ma non l’hanno mai inviato al Giro D’Italia, comunque è morto un anno fa, mi è tornato in mente come una forma di anniversario a trecentosessantacinque giorni circa dal suo decesso, capita talvolta di non avere certezze sull’eventuale morte di un personaggio, Andreotti in maglia rosa che tipo di corridore sarebbe stato, molto probabilmente uno scalatore curvo sul manubrio, più ragionatore che spettacolare, nemmeno “Il Divo” mi pare chiarisca questo aspetto ciclistico e politico, Giulio camminava avanti e indietro nel lungo corridoio della sua casa romana. Ti accorgi che l’insonnia ha vinto quando ti sorprendi all’alba a controllare su Wikipedia le statistiche di un centravanti bosniaco per cercare di comprendere se possa essere un buon investimento per la tua squadra di calcio del cuore, ma torniamo al Giro d’Italia. L’idea di seguire ogni tappa viaggiando in treno dalla partenza al traguardo mentre la corsa avviene altrove eppure vicina, mi era parsa subito intrigante ma non mi aspettavo fosse sufficiente a convincere il direttore del giornale a pagarmi per seguire la corsa rosa. E’ stato più facile del previsto. Guido Ceronetti dal 1981 al 1983 girava l’Italia in compagnia esclusiva della sua raffinata intelligenza e del suo stile sperimentale per dare forma al suo viaggio in Italia. Anni prima l’aveva fatto Guido Piovene. La settimana scorsa è arrivato invece in libreria il viaggio in Italia di Napoletano. Cambiano i tempi. Ma Guido Ceronetti anche lui quando fuori da una stazione ferroviaria di una città col mare avevo trovato una prima edizione Einaudi del suo viaggio mi era capitato di pensare: ma è morto Guido Ceronetti? Avevo subito controllato sul telefonino. No ringraziando il Signore, Guido Ceronetti è vivo. Guido Ceronetti è vivo, cammina col bastone lungo i marciapiedi di Torino. A Montecassino si è svolto l’arrivo della sesta tappa del Giro d’Italia. La maglia rosa ha vinto a sorpresa la gara, non si trattava di Andreotti ma di Michael Matthews, bravo a battere in salita Wellens e Evans. Ma anche quest’ultimo può dirsi felice perché capace di guadagnare quasi un minuto sui diretti avversari in classifica generale: Uran, Morabito, Santaromita, Aru. E due su Basso e Quintana. Cercando il nuovo albergo di Montecassino ho sperato che la camera fosse silenziosa e il materasso comodo. Domani si parte da Frosinone per arrivare a Foligno. Un gran premio della montagna a 1007 metri di altitudine dopo 28 chilometri, poi qualche saliscendi mai oltre i 650 che potrebbero far ipotizzare qualche tentativo di fuga, ma pronostico con abbastanza decisione il gruppo che arriva in volata considerati gli ultimi 25 chilometri completamente pianeggianti. Per quanto mi riguarda spero di dormire, che Pietro non si svegli tante volte questa notte, domani torno in libreria e mi aspettano tre o quattro ore nel mio nuovo ruolo di cassiere. Nei rari tempi morti rifletterò sulla rivalità Andreotti-Ceronetti, cercherò di comprendere come mai gli italiani coltivino da sempre l’abitudine di dividersi in fazioni. Questo Giro numero 97 che si concluderà a Trieste vedrà gioire solamente una delle due parti, mi auguro di cuore che tocchi allo scrittore torinese mettere in bacheca questo rosa viaggio in Italia.