mercoledì 10 ottobre 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: campetti da basket decapitati e John Updike (28)


Così Cristiano ha fatto Tattaratatta con il clacson e allora sono sceso dal primo piano della mia nuova casa che sembra quella di John Cheever in Ossining, New York, ma molto più economica. Ronaldo ha detto:
- Bella la tua nuova casa, sembra quella di John Cheever in Ossining, New York, ma molto più economica.
- Infatti.
Poi Cristiano ha premuto l'acceleratore della sua Bugatti Chiron con il suo piede magico e mi sono ritrovato sprofondato con la schiena nella poltrona color deserto, facendo finta di non aver paura dell'arretrare improvviso, del pericolo, del destino comune in quel momento percepito come imminente.
- Andiamo a donne?
- In questo folle periodo storico ipocrita e MeToo mi sa che non ti conviene, Cris. Trovo più astuto mantenere un profilo basso, leggere un buon libro.
Ronaldo mi è parso poco convinto, prima di rilanciare:
- Allora andiamo a giocare a pallacanestro a Coccaglio.
Ma giunti al campetto Marcolini, i canestri non c'erano più. Li aveva tolti il sindaco leghista perché il pallone a spicchi rimbalzando a terra faceva troppo rumore. Al posto dei giocatori, padri e figli raccoglievano pacificamente delle firme per rimettere le cose al loro posto. 
Ronaldo ci è rimasto male, in tanti anni di sport la decapitazione di un campetto non gli era mai capitata. Abbiamo resistito al desiderio di chiedere spiegazioni al sindaco, per mancanza di voglia. Piuttosto abbiamo ritenuto opportuno unirci ai padri e ai figli raccogli-firme che, seppur senza canestri, avevano inscenato una partita di basket immaginaria, palleggiando con estrema dolcezza le arance scure a spicchi sopra il pavimento del campetto in parte sbriciolato. A Cristiano tuttavia questa fantasia non bastava. Ha battuto le mani due volte e dalla sua Bugatti Chiron sono saltati fuori due canestri nuovi e inattaccabili, lucenti. Infine la folla si è aperta andando a formare due ali per concedere spazio all'arrivo straordinario del grande scrittore americano, John Updike. Coniglio si è schiarito la voce, ha salutato. Poi ha letto l'inizio di Rabbit, Run.

lunedì 1 ottobre 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: le panchine vuote e Guido Morselli (27)


- Ma quello non è Buffon?
ha detto Cristiano Ronaldo mentre eravamo in Piazza del Popolo ad ascoltare l'intervento del segretario del Pd Martina.
- No, ci assomiglia solamente.
- Ah, è cosa sta gridando?
- Sta gridando AB-BIA-MO CA-PI-TO! AB-BIA-MO CAPITO!
- E perché?
- Credo sia un omaggio all'E.T. di Steven Spielberg, hai presente quando dice "Telefono Casa"?
- Sì.
- Del resto, la distanza che il Pd ha sviluppato in questi anni nei confronti della realtà delle persone ha bisogno di misurazioni spaziali per poter essere pienamente compresa.
Poi con Cristiano abbiamo visto sfrecciare Matteo Renzi in sella alla sua bicicletta Colnago. D'iridato vestito, sosteneva di aver trionfato ai Mondiali di ciclismo, che però si erano conclusi a Innsbruck da pochi minuti con la vittoria di Valverde. Io e Cristiano allora abbiamo deciso che era giunto il momento di tornare a casa. Lungo la strada verso la Stazione Termini, la bellezza di Roma c'invadeva gli occhi. Ho detto a Ronaldo:
- Sai che direbbe Guido Morselli di tutto questo? Che nessun partito politico è di sinistra, dopo che ha assunto il potere.
Ma Cristiano non ha risposto, d'altronde tecnicamente non si trattava di una domanda. Concentrato com'era su un pezzo di giornale raccolto da terra, leggeva e camminava. Si trattava di un brandello di la Repubblica, una pagina interna che ospitava un intervento di Carlo Feltrinelli che parlava di una sedia lasciata vuota dal Pd. Solo dopo aver terminato la lettura, Ronaldo ha sentenziato:
- Sono d'accordo. Ma altro che sedia. Se rifletto sugli argomenti lasciati vuoti dal Pd nell'ultimo decennio, direi che si può tranquillamente discutere di panchine. 
Abbiamo così proseguito fino ai treni pensando entrambi alle nostre cose, quindi Cristiano ha chiuso il pezzo di giornale, l'ha piegato in due e l'ha messo come segnalibro all'interno dell'edizione Adelphi de Il comunista.

venerdì 21 settembre 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: ancora Mussolini? Che palle (26)


Ho portato Ronaldo a vedere la presentazione del nuovo romanzo di Scurati, ma si è addormentato. Con grande imbarazzo e un pizzico di timore, gli ho tirato un pugno sulla spalla per svegliarlo. Lui ha gridato: 
- Chi è?! Che fai?!
Quindi è scoppiato a piangere. L'ho rincuorato:
- Dai Cris, adesso non è che devi piangere per tutto. Ti chiedo solo di non farmi fare brutte figure.
Lui:
- Ok, però. Ancora Mussolini? Che palle.
- Eh.
Le sedie attorno a noi hanno detto:
- Ssst!
così ci siamo alzati e abbiamo fatto un giro all'interno della splendida libreria. Ho impartito a Cristiano una breve lezione su come comportarsi in pubblico nell'affollato circuito del mondo editoriale italiano:
- Ronaldo ascoltami bene. Non devi mai dire ad alta voce che non ti è piaciuto un romanzo, in particolar modo se l'autore è noto. Potrebbe restarci male, scriverti in privato o magari farti scrivere in privato, odiarti per sempre. Conviene invece affermare che il libro ti ha sorpreso, risulta interessante, ma che bella intuizione che ha avuto in questo caso lo scrittore, anche se il volume in questione sembra non essere certamente indispensabile come qualcuno vorrebbe far credere, o apparire quantomeno noioso. Fai come quelli che compilano le fascette pubblicitarie: i libri promossi sono universalmente straordinari, già primi in svariate classifiche europee o mondiali, non può essere un caso, come avremmo fatto senza. Cristiano ha capito, e approfittando della giornata di squalifica per aver dato una carezza a un avversario, si è diretto palla al piede fino allo scaffale delle biografie. Sicuro come un libraio, ha estratto dallo scaffale Muss. Ritratto di un dittatore, di Curzio Malaparte:
- Ecco, in Portogallo lo sappiamo, questo è uno dei libri migliori su Mussolini e il fascismo. C'è davvero bisogno di altro, ancora? Contiene Il grande imbecille?
- Sì.
Abbiamo così letto quel passaggio molto bello relativo agli italiani. È troppo lungo, non ho voglia di trascriverlo. Lo trovate a pag. non mi ricordo dell'edizione per edicola uscita mi pare tre anni fa, non corrispondente alla pagina in cui potete leggerlo nell'edizione Passigli pubblicata circa un anno e mezzo fa. Poi era tardi, siamo tornati a casa e dopo cena contro le nostre abitudini ci siamo messi sul divano a guardare la televisione. In studio da Lilli Gruber, Curzio Malaparte parlava del suo nuovo libro. Gli altri ospiti erano Beppe Severgnini, Maurizio Belpietro e Andrea Scanzi.

mercoledì 19 settembre 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: il sindaco e Aldo Busi (25)

- Sa cosa stavo pensando? Quando diciassette anni fa ho lasciato Brescia per andare a vivere a Milano, ritenevo fosse provinciale, invece era solamente bella,
ho detto a Del Bono adesso che sono tornato ad abitare nella mia città, nel mio quartiere preferito, fatta eccezione per quello in cui sono nato.
Il sindaco ha risposto:
- Scusi, ma ci conosciamo?
- No, ma certamente avrà sentito parlare di lui,
e così dichiarando ho fatto due passi verso sinistra, scoprendo alle mie spalle l'inconfondibile figura di Cristiano Ronaldo che astutamente si era rannicchiato dietro alla mia persona per tutta la durata dell'iniziale scambio di battute.
Del Bono allora ha esclamato:
- Ma questo è...
- Cristiano, piacere.
- Emilio. Benvenuto a Brescia.
Trasfigurati dal comune entusiasmo (il mio di essere tornato a vivere nella mia città, quello del primo cittadino dipendente dall'emozione di aver appena stretto la mano a Cristiano Ronaldo, quello di Cristiano Ronaldo causato dalla gioia perenne di essere Cristiano Ronaldo) abbiamo iniziato un lungo tour della città per osservarne le mutazioni, i cambiamenti di prospettiva, altro. Quante cose erano diverse, migliorate, o forse era solamente il mio piacere di essere rincasato che mi faceva guardare il panorama come immerso in quella frase di Emil Cioran alla quale pensavo spesso:
- Darei tutti i paesaggi del mondo, per quello della mia infanzia.
Poi siamo arrivati in piazza della Vittoria e ho esposto a Del Bono la mia idea per risolvere definitivamente l'annosa questione del Bigio, il monumento dell'era fascista di Arturo Dazzi che qualcuno vorrebbe ricollocare nello spazio originariamente occupato nel progetto dell'architetto Marcello Piacentini:
- Sindaco, e se al posto del Bigio mettessimo la statua di un grande scrittore bresciano come Aldo Busi? Lo so, è di Montichiari, tuttavia. Ne scrivo anche nel mio prossimo romanzo che uscirà per Mondadori nel 2019. D'accordo, questa è pubblicità. Che ne dice di un referendum sulla questione?
Ma Del Bono mi ha guardato come faceva un prete all'oratorio, troppi anni fa. Mi ha appoggiato una mano sulla spalla e ha detto:
- Aldo Busi? Savio? Ronaldo? Ci penserò.

martedì 18 settembre 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Saramago sulla Citroen ZX (24)


Siamo arrivati in piazzale Buonarroti e abbiamo visto Saramago salire su una Citroen ZX, o meglio cercare di salire su una Citroen ZX, perché la giacca gli restava impigliata nella portiera, lui insisteva, ma la giacca non ne voleva sapere, era vecchio eppure veloce nei movimenti, alla fine ci è riuscito. Ho detto a Ronaldo:
- Hai visto a cosa servono le nostre passeggiate senza meta? Saramago.
Lui ha risposto:
- Sì. Ma non ho capito come mai questa piazza si chiama Michelangelo Buonarroti, considerato che c'è la statua di Verdi, la Casa di Riposo per Musicisti "Giuseppe Verdi". Dovrebbe chiamarsi invece piazza Verdi, a meno che a Milano non esista una piazza Verdi in cui ci siano la statua di Buonarroti e la Casa di Riposo per Artisti "Michelangelo Buonarroti", allora la cosa si spiegherebbe.
- Ragionamento ineccepibile, Cris. Nulla da aggiungere. Indagheremo.
Intanto Saramago era entrato nell'abitacolo della sua Citroen ZX, aveva messo in moto e stava cercando d'inserirsi con tempismo nell'ossessivo roteare delle altre automobili intorno all'aiuola gigante con Verdi di pietra lassù in alto a scrutare, le mani sui fianchi a portare indietro la giacca non impigliata.
- Che puzza di smog però, in questa piazza comunque la si chiami. Ti fermi al semaforo due minuti ed è come fumare cinque sigarette, guarda il nero che entra nelle narici delle persone, che schifo.
- È così Ronaldo, scappiamo nel sottopassaggio. Ci porterà nella città in cui non muore più nessuno.
- Davvero? Come si chiama?
- Sì. Lo scoprirai.
- E Saramago?
- È andato.

lunedì 17 settembre 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: chi di voi? All'ATM Point con Blaise Pascal (23)


Eravamo in coda all'ATM Point di piazzale Cadorna. Avevamo il numero 64, erano al 48. Ronaldo ha tirato fuori dalla borsa di allenamento una matita nera, un libro e ha sottolineato:
"I moti della Grazia, la durezza del cuore, le circostanze esteriori".
Era la nuova edizione azzurra Mondadori dei Pensieri di Pascal, caraterizzata dall'ormai consueto taglio della copertina in alto a destra, per lungo tempo disturbante, adesso meno (per via dell'abitudine? A causa della bellezza grafica spesso nascosta nella seconda e terza pagina?) 
Quindi ha proseguito, cercando di catturare l'attenzione dei clienti sotterranei che sbuffavano nell'attesa, pregando:
- Quanti elementi ci sono in questa frase? I movimenti della Grazia, la resistenza del cuore, gli accadimenti esterni.
Chi di voi, da ragazzo andava a spiare le chiese da dentro e i monasteri da fuori, alla ricerca di non si sa bene cosa?
Chi di voi,  leggeva le "Confessioni estatiche" di Martin Buber, non capiva tutto e talvolta si annoiava, va detto, però che pensiero meraviglioso, l'estasi; poi andava in bicicletta, studiava le vite dei santi, che cosa esisteva di più prodigioso e unico delle vite dei santi? Delle sante poi. Del loro godimento in estasi.
Chi di voi, eh?
- Io Cristiano, sono qui vicino, non serve che urli.
- Bene.
- E perché poi hai smesso?
- Di andare a spiare i monasteri?
- Sì.
- Mi avevano infastidito le grate alle finestre, in alcuni. Erano per non far entrare i ladri? Chi rubava nei monasteri? Così ad un certo punto mi sono stufato.
- Male.
ha concluso Ronaldo.
Toccava noi e abbiamo pagato l'abbonamento mensile. Cristiano è uscito dalla porta e dopo una breve corsa ha saltato verso l'alto ruotando, come se al posto del tornello ci fosse una bandierina del calcio d'angolo. Una volta atterrato mi ha detto:
- Nel balzare ho chiuso le palpebre e visto una stanza gialla, abbagliante, tanto che ho pensato di tornare indietro e dirti di spegnere la luce. Poi ho capito che era dentro i nostri occhi, così ho passato la tessera che ha fatto bip, ho tirato fuori dalla borsa la matita nera, il libro azzurro e ho continuato a sottolineare.

martedì 4 settembre 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: fammi ridere, Meursault (22)



Così Ronaldo ha detto:
- Fammi ridere, quindi davvero tu sei figlio di materassai? 
Io gli ho detto:
- Sì, sono figlio di materassai.
Lui:
- Ma scusa, non ti conveniva essere figlio di operai?
Io:
- Forse. Avrei avuto di certo un fascino letterario maggiore. Ma mio padre era fissato con i materassi, cosa ci vuoi fare. E aveva le sue ragioni, era bravo, tanto che Pier Paolo Pasolini veniva da Casarsa della Delizia per farsi fare i materassi da lui, Aldo Busi partiva in bicicletta da Montichiari per farsi fare i materassi da lui, e poi li trasportava Barbino sulla schiena pensando ai suoi futuri romanzi incandescenti, popolari.
- Davvero?
- No. Ti sto prendendo in giro Cristiano, svegliati che non hai ancora marcato un gol. Era per dire, della differenza tra operai e materassai. In termini poetici. L'operaio ha sempre potuto contare su una speciale dimensione letteraria, mi viene in mente forse a torto una poesia di Sandro Penna, e cento altri. Ma noi materassai? Nulla, poco. Al massimo quella consolazione domenicale, sperando in una vittoria dell'Atletico Madrid. Questa non la capiranno tutti. Comunque, Pier Paolo Pasolini e Aldo Busi entravano nel negozio in cui mio padre cuciva i materassi. Io gli chiedevo:
- Papà, ma questi due?
Guerrino però non rispondeva quasi mai. Oppure aggiungeva:
- Bambino, hai visto in giro un po' di retorica anche per noi materassai, uguale o simile a quella utilizzata nei confronti degli operai da chi in fabbrica non c'è mai stato nemmeno per il suono di una sirena?
- No papà, niente da segnalare.
Così restavo da solo a pensare, questi due in negozio, chissà chi sono.
- Ma tornando alla questione degli operai - 
ha detto Cristiano Ronaldo abbracciato alla sua Georgina disteso sopra una barca a dire il vero un poco stretta 
- Adesso la cosa che mi sorprende della maggioranza di voi italiani è che venite in libreria al galoppo a chiedere "Lo straniero", non di Albert Camus, mentre sarebbe molto meglio se voi italiani correste tra gli scaffali a chiedere il romanzo perfetto dello scrittore di Mondovi, no?
- Siamo d'accordo Cris. Ma sono i tempi che viviamo. Liberati dall'abbraccio di Georgina e ripeti con me: 
"Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so".
E poi tuffiamoci nel mare, che anche questo brutto periodo passerà.

martedì 28 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: è arrivato Sedaris e fanno l'amore (21)


- È arrivato Sedaris,
mi ha detto Ronaldo sbucando dal magazzino sotterraneo con lo sguardo lucente, infantile, bello. Perché lo aspettavamo da un po', ma l'uscita dei diari veniva prosticipata, i clienti periodicamente passavano in libreria chiedendo spiegazioni, io rispondevo:
- L'uscita è stata rinviata, abbiate pazienza, vi dico la prossima data probabile, rimanete in attesa un secondo che chiedo a Cristiano Ronaldo in magazzino, loro domandavano:
- Cristiano Ronaldo?
E io:
- Sì, cosa credete? Che basti lo stipendio da calciatore per vivere a Milano? Vi assicuro di no. Ronaldo arrotonda con noi, alcuni giorni della settimana, poi la domenica va a giocare le partite, splendido e mistico nella sua coordinazione, ma durante i giorni feriali, non dubitate, è una persona come noi. Si alza alle 6, fa colazione, prende il treno, legge David Sedaris durante il viaggio, arriva a Milano, consiglia i libri migliori (a proposito, nella brevità della vita esiste un compito più fortunato?), torna a Torino, bacia Georgina e i figli. Non è semplice la vita del pendolare. 
Ma Ronaldo è sbucato dal magazzino sotterraneo, ha gridato:
- È arrivato Sedaris!
Alcuni clienti si sono immobilizzati, anche un ragazzo e una ragazza che stavano facendo l'amore nascosti, al bar.
- Quante copie te ne porto su?
Io gli ho detto:
- Guarda quei due giovani che stanno facendo l'amore nascosti, al bar. Io la guardia non la chiamo. E tu? Interveniamo, con l'autorevole delicatezza del caso. Portale su tutte. Che Sedaris è mezzo matto, gli voglio bene.
Ronaldo ha detto:
- Ma pensa, poi dicono che la gente fa l'amore solo online, che le persone non vanno più in libreria. E ha sorriso mostrando i suoi denti molto bianchi, strizzando l'occhio sinistro. Un paio di donne che stavano sfogliando Annie Ernaux davanti alle casse sono svenute, ma ci siamo abituati.

domenica 26 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: case d'altri e cimiteri (20)


- Siamo solo dei flâneur,
ha detto ieri Ronaldo al rientro da una passeggiata in quella città di cui non ricordo il nome, nel corso della quale avevamo osservato stupiti una casa che dava direttamente su un cimitero. Il quartiere era bello, prati e alberi non mancavano, c'erano la fermata della metropolitana, i supermercati e i negozi. Però quella casa, non brutta, aveva come paesaggio il cimitero.
- Pensa un po' -
mi ha detto Cristiano
- ti alzi al mattino e vedi il cimitero. Vai a dormire la sera e vedi il cimitero. Senza contare che: ti baci con una ragazza sul balcone e osservate insieme il cimitero. Stai guardando una partita della Juventus, segna Ronaldo e magari vai a esultare pacatamente alla finestra e vedi cosa?
- Il cimitero?
- Esatto. Questo da un lato senza dubbio deprime. Ma dall'altro rende consapevoli di come tutto sia passeggero e fuggevole, direi quasi  magico e senza tempo. Rifletti poi sulla mia situazione particolare: se io vivessi in quella casa, potrei baciare Georgina sul balcone osservando insieme il cimitero, ma non potrei mai correre alla finestra per esultare pacatamente dopo un gol di Cristiano, perché sono io stesso Cristiano. A meno di non guardare l'evento in differita, un po' come fai tu considerato che non ti sei ancora deciso tra Sky, Now Tv o Dazn e sopravvivi al momento solo con Juventus Tv. Per quanto ce la farai a non guardare le partite mentre avvengono realmente? E ora capisci la mia complessità, la sublime molteplicità di essere Cristiano?
- Direi di sì Ronaldo. Il tuo mistero abita in quelle mura di fronte al cimitero, per certi versi simili alle pareti che sostengono Casa d'altri, di Silvio D'Arzo, definito da Eugenio Montale il "racconto perfetto". E in fondo anche tu Cristiano, non sei forse un poeta?
- Grazie, ma non esagerare. I veri artisti sono altri.

giovedì 23 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Carmina e aerogiro (19)


Salvini e Saviano non la smettevano di litigare, quindi ci siamo stufati e Ronaldo esasperato nell'abitacolo del suo elicottero ha detto:
- Stiamo sorvolando il lago di Garda, spegni quella radio. E se andassimo in pizzeria?
- D'accordo, potremmo raggiungere quel locale molto bello in cui non sono mai stato. Si chiama San Benedetto, a Desenzano.
Così abbiamo iniziato a perdere quota delicatamente, e mentre non precipitavamo continuavo a pungolare Cristiano a proposito della bellezza del paesaggio gardesano, certamente superiore a quello lagunare comasco. 
- Guarda giù, che ti dicevo?
Per avvalorare la mia tesi, citavo a memoria alcune ispirate poesie di Gaio Valerio Catullo, amante di Sirmione, ma Ronaldo sembrava insensibile all'opera del più grande poeta latino dell'età di Cesare e Cicerone, o forse era il rumore dell'aerogiro a impedire la sua emozione, la necessità di rimanere concentrato durante le manovre di discesa, altro. Siamo atterrati sul tetto di una palazzina di due piani mi pare marrone, d'accordo non passando del tutto inosservati specie in rapporto agli altri umani che giungevano alla pizzeria guidando semplici automobili, seppur in alcuni casi di grossa cilindrata. Ma l'elicottero. Ci siamo calati a terra utilizzando una scaletta a pioli in legno di emergenza, e quando abbiamo raggiunto il livello della strada alcuni commensali si sono alzati dai loro tavolini quadrati per gridare:
- Benvenuto a Desenzano Cristiano!
Ma a onor del vero altri sono rimasti all'apparenza indifferenti, con la forchetta in bocca come se niente fosse (in effetti la pizza era eccezionale). Ronaldo ha preso una Margherita con tonno e olive, il pizzaiolo che era un virtuoso gliel'ha presentata sul piatto con la forma di una C, di una R, di un 7. Cristiano ha chiesto allora ai presenti un attimo di silenzio, accarezzando con una posata per due volte la schiena di un bicchiere. Tutti hanno smesso di masticare. Ringraziando, si è alzato e ha declamato:
- Odio e amo: Forse chiederai come sia possibile; / Non so. Ma è proprio così e mi tormento.

mercoledì 22 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: John Updike e il tandem (18)


- John Updike,
ha detto ieri Ronaldo mentre per una serie di imprevedibili circostanze ci trovavamo nel bel parco antistante la curva nord del vecchio stadio Mario Rigamonti nel quartiere di Mompiano, Brescia. Un uomo e una donna, indivisibili anche nel loro momento ciclistico, pedalavano insieme girando attorno alla pista delimitante il grande prato circondato dagli alberi, e Cristiano non riusciva a trattenere il suo disappunto per chi sceglieva di utilizzare una sola bicicletta, seppur doppia, anche quando si era in due:
- Poche cose uccidono la vita di coppia come l'utilizzo del tandem. Io e Georgina infatti non lo usiamo mai. E John Updike probabilmente la pensa come noi.
Mi sono trovato d'accordo con Ronaldo (in merito all'utilizzo del tandem, su John Updike) e considerato che eravamo a pochi passi dal Rigamonti, gli ho raccontato della prima volta che ho visto la Juventus dal vivo: era l'11 gennaio del 1987, aveva nevicato molto, il pallone era arancione, non avevo ancora letto Coppie e a dirla tutta nulla dello scrittore americano talmente alto da apparire un coniglio improbabile.
- L'ho sempre pensato pure io, Cristiano. Meglio che ognuno pedali in sella alla propria bicicletta. Che almeno nell'istante sportivo possa esserci una parziale solitudine, all'interno dell'essere coppia.
Ci siamo però stufati di chiacchierare di coppie e del niente, e stavo quasi pensando di far visitare a Ronaldo il vicino oratorio dove da ragazzini avevano giocato Roberto De Zerbi e Mario Balotelli. Per via dei tre campi di calcio di differenti dimensioni, andiamoli a vedere, due tiri magari possiamo anche farli.
Ho detto a Cristiano:
- Lo sai che su quei campi hanno giocato anche...
Ma Ronaldo già non mi ascoltava più. Immerso ormai profondamente nella poetica di John Updike, al punto di non accorgersi quasi dell'elicottero in atterraggio sul prato del parco, pronto a portarlo sul lago di Garda per una meritata giornata di relax da trascorrere in compagnia della famiglia; osservava con attenzione un punto lontano scuro, in leggero movimento tra i fili d'erba. 
- Guarda là, eccolo, è un coniglio.

domenica 19 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: i seni delle montagne e Fabrizio De André (17)


Non è vero che siamo tornati a Milano. Non si torna a Milano il 17 di agosto. Che sia almeno il 19. Quindi stavamo scendendo con Ronaldo lungo i seni verdi delle montagne sotto il Latemar, muovendoci a zig-zag (io con le scarpe appropriate per scalare e discendere, Cristiano con le sue nuove Nike Mercurial Superfly 360) quando il mio piede ha sentito qualcosa di duro sotto la suola. Ho detto a Ronaldo:
- Aspetta!
(Lui aveva già guadagnato una trentina di metri, utilizzava lo zigzagare come allenamento al dribbling).
Mi sono chinato per raccogliere la cosa dura sotto la suola, era un pezzo di legno che curiosamente aveva come forma un numero 7.
- Guarda cos'ho trovato!
Ronaldo è risalito entusiasta come me del ritrovamento casuale, metaforico, scaramantico. Si è messo a gridare:
- Anche la natura rende omaggio a Cristiano! Questo pezzo di legno-simbolo ci accompagnerà per tutta la stagione, fino al prossimo maggio. Ti ricordi quella canzone di De André?
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
- Certo che me la ricordo Cris, ma cerchiamo di essere ottimisti.
Poi Ronaldo mi ha strappato di mano il legno numero 7 e l'ha lanciato come un boomerang nel vuoto, verso le valli. Il pallone-ramo è ritornato indietro e Cristiano si è prodotto nella sua ormai caratteristica rovesciata, con stile perfetto e atterraggio soffice sull'erba. Ho applaudito da solo per qualche minuto. Dopo abbiamo proseguito fino allo Sportcenter, ristorante di Deutschnofen dal cui soffitto pende una scintillante coppa dei campioni, riproduzione di quella vinta dal Bayern Monaco nel 2013. Non ero più con Cristiano, e visto che mi conoscono ormai da dieci anni ho chiesto al cameriere:
- La fate vedere Chievo-Juventus?
- Juve? Sì.

giovedì 16 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: la scomparsa misteriosa e unica di Majorana (16)



Due giorni alla prima partita ufficiale e Ronaldo non si trovava più da nessuna parte. Eppure il programma che avevamo stabilito era chiaro: lasciare i monti del Tirolo del sud per ritornare a Milano. Poi Cristiano avrebbe proseguito con un piroscafo della società Tirrenia fino a Torino da dove, con il resto della squadra, avrebbe  raggiunto Verona. Ma Ronaldo non si trovava più. Con l'aiuto di Emmerich allora, un amico della Val d'Ega che per natura e predisposizione risolve i problemi della comunità, abbiamo iniziato a cercarlo, prima a Ega, poi a Nova Ponente, ma niente. Stavamo per abbandonare le ricerche, quando mi è venuto in mente di provare a fare un salto al santuario della Madonna di Pietralba, perché quel luogo mi ha sempre dato una mano, in questi anni, semplicemente mostrandosi ai miei occhi ogni estate in tutta la sua bellezza, nonostante i vicini parcheggi, comunque costruiti almeno senza asfaltare. Del resto, dove li metti tutti i pellegrini con le loro auto, i loro pullman, le loro bandiere? Ronaldo era lì, seduto sugli scalini, a leggere quel libro di Leonardo Sciascia. Quando ci ha visto ha detto:
- Perché vi siete allarmati? Ti avevo scritto un messaggio. Non è arrivato? Una storia profonda, questa di Majorana. Misteriosa e unica. La scienza, come la poesia, si sa che sta a un passo dalla follia.
Siamo tornati insieme al maso in località Hennewinkl. Abbiamo preparato le valigie e siamo partiti per Milano.

lunedì 13 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: sono innamorato (15)



- Sono innamorato,
ha detto ieri Ronaldo tornando da Villar Perosa a Obereggen nel maso in cui stiamo trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza. Aveva la borsa a tracolla con dentro la maglietta, i pantaloncini e i calzettoni da lavare a casa, e il libro che gli avevo fatto trovare nel bagaglio come sorpresa per il viaggio in autobus dalla Val d'Ega alla Val Chisone: "Un amore" di Dino Buzzati.
- Figurati noi di te, Cristiano.
- Dico sul serio amico. Devi sapere che prima della partita siamo andati nella villa di famiglia. John Elkann e Andrea Agnelli ci hanno parlato per pochi minuti mentre noi eravamo disposti a semicerchio davanti a loro. Non capivo tutto, ma la cosa più importante era l'atmosfera che si respirava. Ad esempio quando il presidente ha fatto i complimenti a Matuidi per la conquista del campionato del mondo, la squadra ha applaudito, ma con il cuore stretto pensando a Mandzukic. 
- È tutto vero Ronaldo, lo so. Ho visto il filmato su Juventus Tv. Quel giardino, il vostro semicerchio sull'erba mi hanno fatto pensare a quell'episodio che racconto poco spesso: avevo pubblicato il mio primo romanzo, e visto che parlava anche della Juventus, che ricordava brevemente e con gli occhi di un bambino la tragedia dell'Heysel, avevo spedito il libro ad Andrea Agnelli, da poco presidente, lasciandomi trasportare da un certo tipo di ingenuità che all'epoca ancora mi apparteneva. Giorni dopo, mentre stavo lavorando in libreria, mi era giunto un messaggio di posta elettronica: era della Juventus. Una segretaria mi avvisava che nelle settimane seguenti avrei ricevuto per posta un pensiero del presidente. Non lo nego, avevo pensato grossolanamente a un abbonamento allo stadio per la stagione 2010-11. Invece, l'omaggio di Andrea era stato un biglietto scritto a mano nel quale mi ringraziava per il romanzo che aveva ricevuto, che gli avrebbe permesso di riprovare emozioni già vissute. Avevo incorniciato il biglietto. E soprattutto, avevo pensato che nel gesto di rispondere personalmente a uno scrittore sconosciuto, in fondo veniva sintetizzata la finezza del possedere uno stile unico. Erano anni difficili, ma saremmo tornati grandi. Ma Ronaldo scusa, stai dormendo? Ti ho annoiato?
- No, ho gli occhi chiusi per riguardare il primo gol che ho fatto con la maglia della Juventus. Era il settimo minuto.
Poi al tramonto siamo usciti per caminare lungo i sentieri. Abbiamo visto mucche, capre, due giovani seduti sopra una panchina. Lui sussurrava a lei:
- Ti amo.
Lei:
- Ok.
Ronaldo ha guardato il panorama sotto il silenzio verde di Bewallerhof e ha detto:
- Grazie per il libro di Buzzati.

sabato 11 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: chi è Jean-Paul Gaultier? (14)


La notte di San Lorenzo abbiamo guardato il cielo, ma non abbiamo visto nessuna stella. Era nuvoloso. Ronaldo ha detto:
- Pazienza. Tu avevi desideri?
- Ma sì, uno in particolare, tuttavia.
La cosa bella di questa nostra amicizia, pensavo intanto, risiede nel fatto di poter ricordare l'attimo magnifico di ogni giorno, anche quando in realtà non accade un bel niente. Ronaldo ha annuito, nonostante avessi espresso il mio pensiero solo internamente, poi ha estratto dalla tasca una boccetta di vetro colorata di rosso.
- Tu che fragranza usi?
- Al momento nessuna Cris, anni fa Le Male di Jean-Paul Gaultier.
- Bene. Lascia che ti mostri una cosa.
Così dicendo Cristiano si è alzato in piedi, e puntando lo spray verso l'alto ha spruzzato l'essenza CR7 verso il blu nero notturno di Obereggen. Tempo un secondo e le nubi si sono diradate, le stelle cadenti si sono fatte visibili e numerose. Non eravamo soli ad aspettare il loro passaggio, così anche altri abitanti del maso ne hanno approfittato per tornare seduti sulle sdraio con lo sguardo all'insù. Erano soprattutto famiglie. I bambini invece continuavano a giocare a calcio, uno di loro con la maglia numero 7, ma dello Schalke 04. Mi è venuta in mente quella frase di Richard Yates riferita alla famiglia come rifugio dal mondo esterno, come trappola, come contributo fondamentale per definire nel bene e nel male quello che siamo. “Non c’è altro di cui scrivere”.
Ronaldo si è rimesso in tasca la boccetta rossa e ha detto:
- Hai visto adesso quante stelle? Questo il potere della mia nuova fragranza. Chi è Jean-Paul Gaultier? Quanti sono i nostri desideri? Li realizzeremo? Grazie al mio nuovo profumo, probabilmente sì. 

venerdì 10 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: “Sono Henry David Thoreau, e ho problemi di connessione” (13)


- Quante volte ti ho detto di non portare libri pesanti nello zaino quando andiamo a fare le passeggiate in montagna?
mi ha detto Ronaldo mentre camminavamo insieme nel bosco che porta alla malga Stadlalm Geiger, girando a sinistra lungo il sentiero invece che proseguire per il lago dell'arcobaleno di Carezza, stupendo, ma troppo frequentato.
- Ma Cris, è la nuova edizione di uno dei miei libri di riferimento. E poi scusa non eri tu che ti mettevi i pesi nelle calze per allenarti più duramente degli altri? 
- Ero io, ma adesso non cambiare discorso. 
Così chiacchierando, abbiamo smarrito la via principale e ci siamo trovati sperduti sotto gli abeti. Dieci minuti di latente nervosismo, quindi una casetta. Davanti alla porta, un uomo con la barba nera e gli occhi chiari: 
- Benvenuti, sono Henry David Thoreau. E ho problemi di connessione. Ma tu sei...
- Cristiano Ronaldo, piacere.
- Allora tu che puoi tutto, sapresti aiutarmi? Qui nel bosco ricevere un buon segnale per guardare le partite è sempre un problema.
Ronaldo si è messo al lavoro, e in mezz'ora ha risolto il disagio tecnico. Io ho estratto dallo zaino la mia copia di Walden, e me la sono fatta autografare da Thoreau. Per festeggiare poi con Henry David abbiamo bevuto un bicchiere di Gewürztraminer del Südtirol, e mentre la nostra ebbrezza filosofica saliva, Ronaldo ha chiuso Walden (ovvero vita nei boschi)  e guardandoci negli occhi ha recitato:
- Vi dirò, molte persone vanno a pescare tutta la loro vita, senza sapere che non è il pesce quello che stanno cercando.

mercoledì 8 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Alda Merini in Graziella (12)


Non avevo mai visto una donna affrontare con una bicicletta Graziella i tornanti che portano alla località di Obereggen, frazione di Ega posta ad un'altitudine di 1550 metri rispetto al livello del mare.  E neppure Ronaldo aveva mai osservato qualcosa di simile, nonostante fosse uno abituato agli allenamenti feroci fin da quando era ragazzo, tanto da costringere Douglas Costa ad ammettere:
- È impossibile tenere il ritmo di Cristiano in allenamento. Arriviamo lì e lui si sta già allenando, andiamo via e continua ad allenarsi. Non ho mai visto un atleta così.
Nemmeno noi a dirla tutta avevamo mai visto un'atleta così, intendo la donna in bicicletta, capace di ascendere con una Graziella lungo le curve che altri ciclisti aggredivano invece con più attrezzate biciclette da corsa, sorpassando con facilità la donna svantaggiata che comunque provava a salire, salvo poi scendere dal sellino esausta, rossa in volto, per spingere a mano le due ruote con le dita posizionate al centro del manubrio.
- Perché quella signora sale con quella vecchia bicicletta?
- Non so Ronaldo. Sarà una pazza. Oppure in Alto Adige hanno abitudini diverse.
Per Cristiano tuttavia la mia spiegazione non era sufficiente, così abbiamo cercato il più vicino noleggiatore di biciclette per sfidare anche noi la splendida montagna. Io ho preso una mountain bike, Ronaldo ha preteso una Graziella. Ci siamo messi a spingere sui pedali con l'obiettivo di raggiungere quella donna e chiederle una spiegazione. Poco alla volta, abbiamo recuperato lo svantaggio. Arrivati alla grande tenda indiana Tipi costruita ai piedi del muro argento del Latemar, la ciclista ostinata sembrava aspettarci, fumando una sigaretta. Le abbiamo chiesto i motivi di quella tenacia, di quel coraggio, di quella follia. Lei ci ha detto:
- Giovanotti, comunemente si pensa che si possa scegliere la vita e il genere di vita che più ci compete, ma è difficile per tutti sottrarsi all'impero della nascita, e a quello più urgente del dolore.

lunedì 6 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: cantando a Sanremo con H.G. Wells (11)



- Cantando sotto la doccia ho già vinto numerose volte Sanremo,
ha detto Ronaldo uscendo dal box e infilandosi le infradito con il logo CR7, l'accappatoio con il logo CR7. Quindi ha preso la cintura di stoffa e se l'è portata alla bocca, come fosse un microfono.
- Sentite questa, la intono sempre alla mia Georgina al telefono, quando non siamo vicini:
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, e tu sei lontana, lontana da meee! 
Vi ricordate chi la cantava? Sergio...
Pietro: - Ramos!
- Ma no, Sergio Endrigo.
- Ah già, è vero.
Poi Cristiano si è vestito (camicia bianca, cappellino blu, occhiali da sole) e siamo passati a prendere Georgina per accompagnarla a fare un giro nel centro di Milano. Ma dopo pochi passi, li hanno riconosciuti.
- Che ti dicevo? Una semplice passeggiata con la mia fidanzata e un amico, senza che nessuno si accorga di noi. Ecco una cosa che i soldi non possono comprare. Ma questo è il prezzo che devo pagare. Comunque, sopportabile.
Così ci siamo rifugiati nella nostra libreria preferita in Piazza Piemonte, un posto decisamente più tranquillo di Via della Spiga. Ci siamo nascosti nel settore di Fantascienza. Ronaldo ha firmato qualche autografo, poi ha deciso di comprare quel piccolo libro arancione.

sabato 4 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: arbitro e Claude Boujon (10)


- Papà! Pietro mi ha detto "arbitro"!
ha gridato mia figlia furibonda, aggrappandosi in un abbraccio alla parte inferiore della mia gamba, il naso contro il mio ginocchio.
- Ma sì dai, "arbitro" non è una brutta parola.
- Sì però, cavolo.
Sono andato comunque nell'altra stanza per raccogliere maggiori informazioni e per dimostrare alla bambina che avevo a cuore il suo risentimento, mentre pensavo, nuove frontiere del litigio tra fratello e sorella. Pietro palleggiava come se niente fosse accaduto, tirava le punizioni al divano dopo aver messo le sedie a fare la barriera, facendosi da solo la radiocronaca.
- Hey Pit, hai detto "arbitro" a Bianca?
- Sì, ma non è una brutta parola.
- Infatti, però, dipende dal tono che usi.
- Ok papà.
Stavo ricomponendo quindi il leggero screzio famigliare, quando Ronaldo è rientrato a casa dal lavoro.
- Ciao a tutti!
- Ciao Cris, tutto bene agli allenamenti?
- Sì.
- E Bonucci come va?
- È tranquillo.
Ronaldo ci ha raccontato allora di Leonardo e del suo ritorno, dell'assenza di Higuain, della ricerca di una precisa intesa con Dybala. Poi ha annusato il vuoto, una volta, due volte:
- Scusate,  ma in questa stanza oggi qualcuno ha pronunciato per caso la parola "arbitro"?
Francesco: - No Ronaldo, figurati, l'arbitro è l'alibi dei perdenti.
Pietro: - No Cris, mai detto.
Bianca: - No, io non ho sentito niente.
- Ah, meglio così.
ha asserito Ronaldo.
- E adesso leggiamo Claude Boujon.