domenica 29 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Elias Canetti ascolta i Thegiornalisti (8)


- Mi sono scordato di avvisare Elias Canetti, è uscito il nuovo singolo dei Thegiornalisti. 
Ha detto Cristiano con la testa tra le mani, coprendosi poi gli occhi, probabilmente lucidi dal dispiacere.
- Non preoccuparti Ronaldo, ci ho pensato io. 
Canetti se ne stava disteso sul prato di Parco Sempione, prendeva appunti contro la morte, sempre a pensare alla morte Elias; allora visto che avevo  nello zaino il tablet l'ho tirato fuori, sono andato su YouTube, ho scritto "giornalisti" per fare prima, è apparso il video con Tommaso Paradiso che a me sta da tempo notevolmente simpatico (perché entrambi non abbiamo avuto un padre? Perché è della Lazio?) e la ragazza che si alza e scende pigramente dal letto, inizia a prepararsi ma ci mette troppo, davvero troppo Matilda, fino a costringere Tommaso dopo molte sigarette a estrarre dal baule dell'automobile un Tango e calciare col destro e col sinistro contro il muretto della casa. Ecco Ronaldo, sono andato a disturbare Canetti disteso sul prato di Parco Sempione, lui mi ha guardato come dire e questo cosa diavolo vuole, che sto pensando alla morte. Poi Elias però ha osservato il video con attenzione, e mi ha detto:
- Anche tu usi spesso il Tango quando giochi a calcio al parco con tuo figlio, vero?
- Sì, le nuove generazioni devono sapere.
Quindi è balzato in piedi e per un attimo la morte non gli interessava più. Era spettinato, e salutandomi già lontano si è messo a gridare:
- E bravo papà. Ma quanto è puttana, questa felicità. Che dura un minuto, ma che botta ci dà.

venerdì 27 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: di Caldara o Lermontov (7)


E poi siamo arrivati a Torino e seduto su una delle panchine di Porta Nuova c'era Mattia Caldara che leggeva un classico russo.
- Benvenuto Cristiano. Non che leggere serva per fare colpo sulle ragazze. Anzi mi prendono in giro. Comunque non sono mai stato appassionato di playstation. E ricordo che quando il mio professore di letteratura iniziava le sue lezioni, non vedevo l'ora di ascoltarlo.
Ronaldo ha detto:
- Bene Mattia. Adesso però andiamo a casa mia, che vi faccio lavorare.
Con Mattia e Cristiano allora abbiamo preso l'autobus che ci ha portato lentamente in collina. Alcuni operai stavano asfaltando una nuova strada, dei traslocatori portavano via i mobili che Ronaldo non aveva ritenuto idonei all'arredamento della sua villa.
- Questa forza lavoro purtroppo non basta per ultimare in tempi brevi tutte le cose da fare quando si sta effettuando un trasloco. Anche a voi sarà capitato di farne uno, sapete di cosa parlo. Quindi togliamoci la camicia che fa anche caldo, restiamo in maglietta e diamo una mano a questi ragazzi.
Mattia non ha esitato, ha appoggiato sul tavolo il suo romanzo russo e da buon bergamasco mi ha consigliato di fare altrettanto. 
- Tu sei nato a Brescia, sappiamo come comportarci. Leggiamo dopo.
Abbiamo lavorato duramente. Il sole è sceso tardi e solo allora abbiamo potuto apprezzare senza fastidio la bellezza del panorama disegnato sotto le colline, le luci di Torino.
Cristiano mi è sembrato soddisfatto. Ha bevuto con noi un bicchiere d'acqua e, guardando lontano, ci ha appoggiato le mani sulle spalle. Poi ha detto:
- Se potessi considerarmi migliore, più potente di tutti gli esseri al mondo, sarei felice; se tutti mi amassero, potrei trovare in me inesauribili fonti d'amore.

lunedì 23 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Diletta Leotta legge Emil Cioran (6)


Così ieri ci siamo ritrovati in Stazione Centrale, intendo io e Cristiano Ronaldo, a guardare Diletta Leotta che muoveva le labbra lentamente per dire qualcosa, ma non si capiva niente perché c'era il solito rumore. Eppure le labbra di Diletta Leotta erano grandi, il viso di Diletta Leotta era grande, i capelli biondi con la riga in mezzo pure; parlava al rallentatore, come fosse consapevole dell'impossibilità di essere ascoltata avvolta da quel frastuono, in qualche modo compresa, nemmeno da Paolo Maldini che irrompeva sullo schermo gigante indossando una camicia con il colletto alla coreana, per aggiungere una parola pigra al discorso di Diletta Leotta, anche questa tuttavia incomprensibile. Cristiano mi ha detto:
- Ma cosa sta dicendo Paolo Maldini?
- Non so Ronaldo.
Dagli altoparlanti, gli annunci metallici e stordenti dei treni in partenza o in arrivo non facevano che aumentare la confusione sonora, i viaggiatori stavano con lo sguardo all'insù, ognuno in attesa del proprio presunto, fatidico momento. 
- Allora, il treno per Torino?
- Non so Cristiano, dovrebbe essere questione di minuti.
- Ma non sai niente però.
Poco lontano, davanti al Gate D, un uomo spettinato sventolava con intensivo furore una bandierina della Romania. 
- E quel tipo che fa? Cosa festeggia, se non hanno nemmeno partecipato ai Mondiali? L'entusiasmo non è forse una forma di delirio?
- Aspetta Ronaldo, ma questo non è un pensiero di Emil Cioran?
- Probabilmente.
- E Diletta Leotta invece cosa sta dicendo?
- Sta dicendo che chi scrive avrebbe il dovere di tagliarsi le vene davanti alla pagina bianca, e far cessare così il supplizio di mondi ineffabili.

sabato 21 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: la Darsena e Umberto Simonetta (5)


Ieri con Cristiano Ronaldo abbiamo camminato fino alla Darsena. E’ qui da poco il portoghese, vuole conoscere Milano. E poi di stare in casa non se ne parlava, faceva troppo caldo. Sul ponte pedonale che attraversa lo specchio d'acqua, tirava almeno un filo di vento. E pure scendendo gli scalini verso Viale Gabriele D’Annunzio, lungo la banchina più larga quasi si respirava, c’erano molti ragazzi che bevevano e fumavano, a tratti un forte odore di marijuana che probabilmente avrebbe fatto innervosire il Giovanardi. Io e Cristiano invece, abbiamo proseguito allegramente (Ronaldo non fuma, e non beve). Più avanti alcune persone, tutte con la maglietta uguale bianca con un cerchio blu nel mezzo, suonavano strumenti musicali lunghi, arcuati; mentre altri del loro gruppo si muovevano a scatti correndo e fermandosi improvvisamente senza apparente ragione, ricordando per certi versi le corse dentro e fuori dal palcoscenico di quegli attori di teatro sperimentale in Io sono un autarchico, di Nanni Moretti. Adesso però eravamo nel 2018. Ci piaceva comunque passare in mezzo a tutte le persone, nessuno riconosceva Ronaldo e per me questo era motivo di soddisfazione: Milano rispettava con eleganza la privacy di un personaggio così popolare, o forse era solamente impegnata come sempre a non guardare più di tanto gli altri. Arrivati in Porta Ticinese abbiamo girato verso Viale Gorizia, ma le zanzare non concedevano tregua. Allora siamo tornati indietro ripercorrendo di nuovo la banchina più larga, il ponte pedonale, erano le 23. Ronaldo ha detto:
- Allora che si fa? Tiriamo mattina, come l'Aldino di Umberto Simonetta?
- D'accordo Cristiano, ancora un ultimo bicchiere, mio, perché tu non bevi.
- E non fumo!
- Poi però a nanna,  o meglio, a slòffen.

venerdì 20 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: mio figlio e Annie Dillard (4)



Non vedevo mio figlio da due giorni. È entrato dalla porta e ha gridato:
- Hey papà, ma è vero che il mondo potrebbe essere il sogno di qualcuno?
- E questo chi te l'ha detto?
- Nessuno. L'ho pensato io.
- Ah, è un pensiero bellissimo. E credo che sì, il mondo potrebbe essere il sogno di qualcuno.
- Ma di chi?
- Questo non lo so. Adesso però vieni con me, che ti presento una persona. 
Gli ho preso la mano, abbiamo percorso il corridoio. In fondo a sinistra il soggiorno, seduto sul divano rosso Cristiano Ronaldo.
- Papà! Ma è Cristiano Ronaldo!
- Esatto.
- E che ci fa qui?
- Vive con noi.
- E dove dorme?
- Sul divano.
- Ma per sempre?
- Questo non lo so. Poi si dovrà anche allenare.
Ronaldo si è alzato, ha stretto la mano a Pietro che gli ha proposto immediatamente di giocare a pallina. Cristiano non aspettava altro. 
Si sono messi così a fare  le rovesciate sul parquet, le stesse che Pietro in casa o al parco esegue quasi ogni giorno per poi chiedermi ossessivamente:
- Era bella? Era bella?
Era bella. Erano belle. Tanto che, osservandoli attentamente dopo una preziosa e stancante giornata di lavoro in libreria, mi sono messo a pensare a quell'istante lontano in cui rovesciavo pure io tutti i pomeriggi, senza farmi male mai, colpendo di collo il pallone verso la porta. Cosa c'era di più bello?

giovedì 19 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Tina Kunakey e David Foster Wallace (3)


Ieri stavo discutendo di una cosa importante con Cristiano Ronaldo, quando è suonato il campanello. Sono andato al citofono, era la fidanzata di Vincent Cassel:
- Ciao Francesco, scendi?
- Scusa, ma non posso.
- Ti prego, andiamo a prendere un gelato al Rigoletto, o da Grom, come preferisci.
Senza rispondere ulteriormente mi sono sposato alla finestra e dal quinto piano l'ho vista. Aveva i capelli come la chioma di un albero. Aspettava un mio segnale. Di ritorno in cucina (Cristiano ama parlare davanti ai fornelli) ho detto a Ronaldo che di fronte al portone del palazzo c'era Tina Kunakey.
- Ma davvero secondo te è la donna più bella del mondo, come dice il suo fidanzato francese Cassel? Che siano queste le "Informazioni di Vincent", cantate da De Gregori dal 1974 in poi?
Cristiano mi ha detto no, vuoi mettere la mia Georgina?
- Non so amico. Certo che quei capelli. Sono indicativi. Di ragazze che sembrano alberi in effetti non me ne vengono in mente molte. Al massimo quella di David Foster Wallace.
Ronaldo non ha aggiunto nulla. Mi ha salutato ed è sceso a piedi, perché lui l'ascensore non lo prende mai, è uno dei suoi segreti per restare in forma. Rimasto da solo nell'appartamento ho camminato fino alla finestra, e dall'alto ho visto Cristiano prendere sotto braccio quella donna che pareva un albero. Sono andati via ridendo, con tanti saluti a Vincent Cassel.

mercoledì 18 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: la mia situazione economica e Javier Marías (2)


Ieri Cristiano Ronaldo ha detto che la mia situazione economica è disperata. Io gli ho detto, come ti permetti? Al massimo difficile. Pensa alla tua. Lui ha detto, no sei tu che non ti devi permettere. Io ho risposto, non mettiamoci a litigare, per il bene dello spogliatoio. Andava tutto bene fino a ieri pomeriggio quando sono andato a fare la dichiarazione dei redditi e hanno aggiunto altre tasse, oltre alle solite tasse, perché se c’è una cosa che non ti perdonano in Italia, è quando sei una persona onesta. Cristiano allora si è messo una mano in tasca e ha tirato fuori qualche migliaia di euro. Io gli ho detto, Ronaldo (so che da bambino in famiglia ti hanno sempre chiamato così, sto leggendo la tua biografia), no grazie, davvero. Ma lui non ha voluto sentire ragioni. Poi abbiamo cambiato argomento tornando al nostro preferito, i libri. Cristiano ha detto, perché Javier Marias ha sputato quelle brutte frasi su di me? Che dal punto di vista umano sono un sempliciotto. Che mi manca l’intelligenza di Di Stefano o Cruyff o Zidane. Che sono così privo di modestia da non risultare nemmeno antipatico, per tanto che sono puerile. Che la mia presunzione manca di spavalderia e risentimento, a differenza per esempio di Maradona. Che arrabbiarsi con me sarebbe come arrabbiarsi con un bambino di cinque anni che sta muovendo i primi passi nel mondo forgiandosi una personalità.
Ah, non so Ronaldo. Probabilmente perché Marias, da buona "meringa", è stato innamorato di te, e il rancore che si prova a essere lasciati fa perdere il senno, anche se si è grandi autori. Non escluderei inoltre quella certa spocchia che alberga nella mente di alcuni intellettuali benestanti, incapaci di comprendere le ragioni di alcuni comportamenti che spesso sono conseguenza di punti di partenza svantaggiati e senza molte alternative alla sopravvivenza, nel tuo caso Funchal. E poi scusa, Berta Isla tu l’hai letto? Cristiano ha detto no, non ancora. Ecco vedi, sarà per quello. Non hai letto Berta Isla. Non hai postato su Instagram una tua fotografia in posa con il romanzo, magari in mutande. Javier ci sarà rimasto male. Se può consolarti nemmeno io ho letto Berta Isla, eppure lo consiglio in libreria, perché Marias è un fuoriclasse. Anche se non ha letto la tua biografia.

martedì 17 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: la prima conferenza stampa e Fernando Acitelli (1)



Questo libro molto bello di Fernando Acitelli, ha detto ieri Cristiano Ronaldo durante la conferenza stampa. Non un seminario sul nichilismo, ma un viaggio ricco di luce, l’ennesima prova di calma, curiosità e stupore davanti alla mobilitazione totale, planetaria. Lo ascoltavo parlare, Cristiano Ronaldo, così diverso da Heidegger nel sentirsi un ventitreenne e non un trentatreenne, Martin invece  a settantasette anni (non sessantasette), aggrappato alla sua stanchezza, arreso di fronte all’angoscia del dover affrontare il percorso da Friburgo al castello di Wilflingen, residenza di Ernst Junger, sereno e ben protetto dalle mura dei suoi libri allineati. Ma l'invito di un amico non si rifiuta.
Io sono diverso da tutti gli altri, ha detto ieri Cristiano Ronaldo, è uscito questo libro molto bello di Fernando Acitelli, Oltre la linea, editore ES, 19 euro. Nella foresteria del castello di Wilflingen, assistendo alla prima conferenza stampa da giocatore della Juventus di Cristiano Ronaldo, Ernst Junger e Martin Heidegger s’interrogavano sulla reale età del calciatore portoghese, sulla felice intuizione di promuovere un libro breve e differente  all’interno di evento sportivo, mediatico, mondiale. Fernando Acitelli, discutevano, che regalo ci ha fatto nel consentirci di ritornare vivi, in questo 30 luglio del 1966. A partire da domani Oltre la linea sarà il volume più richiesto in libreria e nei maggiori supermercati, il libro da portare al mare, sui monti. Poche righe a disturbare la pagina, contro ogni preponderante logica editoriale e commerciale. Quasi un gioco del mondo alla Cortazar, ma senza la Maga, e senza tavola d’orientamento per scegliere la modalità di lettura preferita. Cosa c’entra dunque Rayuela? Nulla, per entrambi i filosofi del resto abituati al niente costruttivo; qualcosa, stando a sentire Cristiano Ronaldo e i suoi consigli di lettura.