Sestola - Oggi avevo pensato di non
scrivere la cronaca della tappa e di farla domani quando il Giro riposa, tanto
chi se ne accorge, del resto non sono nemmeno riuscito a vedere la corsa,
Lugo-Sestola di 174 Km, perché ho passato la domenica da solo con il buon
Pietro, diciamo dalle nove e trenta del mattino alle ventuno della sera. Ma poi
mi sono detto: e la mia credibilità d’inviato che fine fa? E se qualcuno va a
spifferare tutto al direttore del giornale? Quello si fida dei meno
intelligenti, degli scodinzolatori bugiardi e con poco talento che per
compensare l’assenza del medesimo vanno a riferirgli cose false o comunque non
determinanti, fatto sta che mi ero preparato tutto, avevo pensato domani quando
torno dal lavoro scrivo sul diario che questa volta avevo calcolato ogni cosa
per riuscire a vedere la tappa, ma che poi acceso il teleschermo avevo scoperto
che il Giro d’Italia riposava, il lunedì. Un buon inizio pensavo, non riesco
mai a vedere nulla e quando mi organizzo per guardare qualcosa non trasmettono
niente. Tanto la maggioranza aveva certamente già letto i quotidiani, spiato la
televisione, insomma appreso della vittoria in volata a 1538 metri di
altitudine dell’olandese Weening davanti al compagno di fuga Malacarne, e del
buon terzo posto di Pozzovivo capace anche di recuperare trenta secondi in
classifica dove adesso si trova quarto dietro a Majkan, Uran Uran e Cadel
Evans. A volte i nomi dei ciclisti sembrano davvero inventati bisogna dirlo.
Invece alle ventuno e quarantasette dopo aver scritto ad Antonio “Sai che
faccio? La cronaca della tappa di oggi io la scrivo domani, sai chi se ne
accorge” ho abbassato il volume del televisore che trasmetteva malinconico ciò
che restava dell’ultima giornata di Serie A, conclusa seriamente nel pomeriggio
con il raggiungimento dei 102 punti in classifica da parte della Juventus, e ho
accesso il computer, sono andato a vedere com’era andata la tappa del Giro di
oggi, ho scritto al direttore del giornale per dirgli “Qui a Sestola tutto
bene, ha vinto l’olandese Weening davanti a Malacarne”. Lui mi ha risposto “Ancora
con questi scrittori? Curzio Malaparte me lo ricordo pure io, guarda che non
sono stupido come credi…” Io gli ho detto “Guarda che ho detto Malacarne, non
era mia intenzione stavolta citare Malaparte”, lui mi ha detto “In ogni caso
stai attento, se mi gira ti mando a fare le cronache finanziarie”, io gli ho
detto “Stai tranquillo che fra trent’anni siamo tutti in una cassa di legno,
arrivederci”. Così, così ho dimenticato di dire che questa mattina alle otto,
quando mi sono svegliato, prima che Marta si alzasse per andare a lavorare di
domenica giorno del nostro, santo Gesù, sono scappato di casa per comprare e
leggere velocemente due giornali, il prima rosa il secondo con in prima pagina
la fotografia di una tettona avvolta in un bel vestito fucsia sul tappeto del
Festival di Cannes che mostrava un cartello con una scritta per chiedere la
liberazione delle nigeriane rapite. “#BRING BACK OUR GIRLS”. Ma soprattutto, a
sinistra della tettona, il consueto lenzuolo domenicale dell’anziano
giornalista che invitata i suoi poveri lettori a votare per Renzi e per Schulz,
il 25 maggio, ma più che un invito era un obbligo giacché l’anziano giornalista
scriveva “Il 25 maggio bisogna votare per Renzi e per Schulz”. Ho pensato alla
fortuna che avevo, non aver mai letto in trentanove anni di vita un articolo
dell’anziano giornalista per intero, poter tornare a casa e trovare mia moglie
e mio figlio svegli, pronta lei per andare al lavoro, lui per giocare una
decina di ore col papino. E domani? Il Giro riposa, io la cronaca della nona
tappa alla fine l’ho scritta, quindi mi sa che dopo il lavoro faccio una bella
e stancante passeggiata lungo la mia città verticale.