venerdì 1 settembre 2023

Felice chi è diverso


«Guardavo all’alba via Monteplano. Da ragazzo ci venivo spesso in bicicletta perché mi sembrava che la piccola città finisse qui, oltre la curva, dopo aver percorso l’ultimo rettilineo che portava all’inizio della collina dei sogni. Cercavo la mia visione. Che diavolo avrei fatto nella vita? Pedalavo e non trovavo una risposta. Sarei diventato come gli altri, rinunciando alle mie aspirazioni per accettare un impiego avvilente, frustrante, senza senso? Per incattivirmi all’interno di un sistema che mirava alla creazione di individui produttivi oberati di stress e troppe ore di lavoro, frustrati, portati a sfogarsi sull’altro per respirare male pochi secondi prima di tornare nel proprio personale incubo giornaliero? Oppure, ma non diversamente, avrei trasformato il mio essere poeta in un mestiere senza poesia, in una forma di lotta per emergere e arrivare, sgomitando con altri concorrenti a loro volta non più puri ma inevitabilmente corrotti rispetto al giorno in cui avevano scoperto la grazia di possedere un talento? No, avevo solo una vita. Nel dubbio, tuttavia, mi alzavo sul sellino e arrivavo in fondo a via Monteplano lasciando la collina alla mia sinistra, fino a quando la facciata di una chiesa, anticipata da un piazzale abbracciato da un doppio splendido filare di pioppi, m’invitava a superarla lungo la strada stretta e a proseguire senza voltarmi indietro. Ed eccola, la mia visione. Non l’avrei tradita.»


[Felice chi è diverso, in libreria dal 15 settembre]