venerdì 11 giugno 2010

Venus (Tennis-Williams) non è Micol (Finzi-Contini)

(Savio per Quasi Rete Gazzetta dello Sport)
Ho sempre desiderato innamorarmi di una tennista. Accompagnarla al campo con la racchetta a tracolla, il manico in diagonale che esce sopra la spalla. Appoggiarci alla rete metallica fatta di rombi verdi sorseggiando una coca cola con la cannuccia. Una ragazza tipo Micol dei Finzi-Contini, esile vestita di bianco, io in Lacoste probabilmente azzurra. E invece...
Ci sono siti che lasciano il tempo che trovano. Quelli dove vai a controllare la posta elettronica e ti cade invece l’occhio sul nuovo look di Venus Williams al Roland Garros. Il gonnellino sventola, e sotto Venus niente. Personalmente però non amo Venus. (Se mi fai vedere tutto, che mi resta da immaginare?)
Certo, meglio di Serena, ma rispetto a Micol del Giardino dei Finzi Contini non c’è paragone. La verità è che ormai da tempo non ci sono più le tenniste di una volta. Troppo muscolose, mezzi uomini o in taluni casi uomini a tempo pieno. A voler scrivere un romanzo tennistico oggi ci sarebbe da puntare su una storia d’amore tra Federer e Nadal, con Djokovic come terzo incomodo pronto a fare l’imitazione di un loro bacio.
Tutti che osservano le mutandine quasi assenti di Venus. Talvolta in giro per Milano vedo ragazze tenniste così graziose che per poco non finisco fuori strada in bicicletta, ricordando il mio sogno di ragazzo. Ma tecnicamente non devono essere un granché, altrimenti sarebbero al Roland Garros. Magari al posto della splendida Schiavone, protagonista di un torneo da leggenda, ma di viso troppo simile a Mauro German Camoranesi per incontrare il mio gusto estetico.
In definitiva non saprei quale tennista del circuito Atp scegliere per sostenerla da casa adesso che ho Sky, e dopo una decina d’anni ogni tanto posso di nuovo guardare il tennis che conta. Spero di perdere la testa per qualcuna a Wimbledon. Ma sarà difficile. Il fascino di Micol non ha niente a che vedere con l’esibizionismo muscolare di oggi.