Ogni scrittore ha il suo editore, anche se ci sono scrittori senza editori, ed editori senza gli scrittori che vorrebbero. In volo verso Parigi ho letto questo delicato libro di Jean Echenoz, scrittore, dedicato al suo editore, Jérome Lindon. 52 pagine che iniziano in un giorno di neve, in rue de Fleurus, il 9 gennaio 1979.
Il tempo perfetto per leggere questo piccolo libro corrisponde circa alla durata del volo Milano-Parigi, compresi quegli attimi di pausa dedicati al decollo e all’atterraggio, a qualche veduta dal finestrino, al sorseggio di succo d’arancia o acqua offerti da Air France, a seconda delle preferenze. Ma non è obbligatorio essere in cielo per leggere “Il mio editore”.
Il tempo perfetto per leggere questo piccolo libro corrisponde circa alla durata del volo Milano-Parigi, compresi quegli attimi di pausa dedicati al decollo e all’atterraggio, a qualche veduta dal finestrino, al sorseggio di succo d’arancia o acqua offerti da Air France, a seconda delle preferenze. Ma non è obbligatorio essere in cielo per leggere “Il mio editore”.