domenica 29 giugno 2014

Maracanazo: Olanda-Messico. Berto non Robben


Brescia - Compro il giornale solo la domenica perché non vado più a messa da quando sono bambino, l'edicola era ed è vicino alla chiesa moderna degli anni cinquanta del quartiere dove sono nato, mi è rimasta con ogni evidenza solo una forma d'abitudine, quando torno a Brescia. La domenica può anche capitare di leggere qualcosa di normale o di quasi divino, sul quotidiano, un articolo di Gianni Clerici ad esempio, o un’intervista a Corrado Ferlaino a trent’anni dall’acquisto di Diego Armando Maradona in cui l’ottantenne ex-presidente del Napoli ricorda e spiega l’Italia degli anni ottanta e di sempre meglio di bianchi e barbosi editoriali, delle inutili pagine recitate della politica europea e romana. Poi certo, devi far finta di niente e contenere il moderato fastidio notando il nome dei giornalisti inviati in Brasile, amorfe riproduzioni di quando un tempo a seguire le grandi manifestazioni sportive internazionali venivamo spedite grandi firme del giornalismo e addirittura della letteratura italiana, mentre invece ora. Così, a proposito della fortunata vittoria del Brasile contro il Cile ai calci di rigore, uno dei cronisti comincia “Il vecchio Julio ha iniziato a mangiare le sue lacrime prima, senza sapere quale gusto avrebbero avuto dopo”, l’altra risponde “Il Cristo Redentore si china sul milione di persone che trattengono il respiro a Copacabana, si ricorda delle preghiere della madre di Neymar, della vecchia in carrozzella…” Della vecchia in carrozzella, ma vai a Biella, vai a Biella, smettila ti prego Concita, perché hanno inviato te a Rio De Janeiro invece che Savio e Gurrado, questo è davvero un mistero ma soprattutto un problema relativo che riguarda me e Antonio, seduti a gustare due ottimi cornetti alla crema da Piccinelli in via Santa Maria Crocifissa di Rosa numero 19, pasticceria dal 1862. Già mentre stavamo presentando i nostri romanzi alla Feltrinelli in corso Zanardelli, ci osservavi beffarda De Gregorio dal tuo ritratto quadratino-fotografia appeso alla parete della libreria, sentenziando: “Bisogna distinguere il bene dal male, il bianco dal nero”, noi abbassavamo lo sguardo stremati Concita di fronte a tanta saggezza molle e disciplinata, tornavamo a parlare al pubblico attento che ci stava miracolosamente ad ascoltare e terminavamo soddisfatti il nostro pacato canto a noi stessi ritrovandoci poi il mattino dopo con due cornetti alla crema in mano da accompagnare a un cappuccio da Piccinelli, dopo l’Italia anche l’Uruguay era stato eliminato dalla Colombia e adesso per chi parteggiare? Sfogliando la margherita delle squadre rimaste, dal mio punto di vista restavano Argentina, Francia e Olanda che in serata tuttavia aspettava il minuto ottantotto per pareggiare il conto con il meritevole Messico grazie a un rabbioso tiro appena dentro l’area di Wesley Sneijder, potente e discendente nell’andare a beffare l’ormai noto seppur disoccupato portiere dei tricolori Ochoa, un po’ Claudio Garella un po’ Caparezza. Ero comunque pronto per i supplementari quando il migliore in campo Robben, al 90+3, puntava nuovamente Marquez, bravo ma trentacinquenne, che infatti lo atterrava in ritardo in area di rigore. Klaas-Jan Huntelaar veniva incontro all’autore di questo dimenticabile pezzo che anni fa, ai tempi dell’Ajax, lo immaginava tra i potenziali centravanti migliori del mondo e segnava il penalty pesante come un macigno, prima di correre verso la bandierina del calcio d’angolo e ammazzarla con un colpo di Kung-fu: Olanda 2, Messico 1. Io facevo i bagagli, come del resto il Messico, ma per tornare a Milano, e mentre caricavo l’automobile pensavo con stanchezza cerebrale al mio eventuale futuro da narratore: cos’avrei scritto adesso? Come avevo fatto a scrivere i precedenti? Perché passavano gli anni ma romanzi come L’Integrazione, La vita agra e Il male oscuro mi apparivano nascondere al loro interno l’unica chiave da interpretare per andare avanti in modo dignitoso? A questo punto il Brasile si sarebbe trovato in semifinale contro la Germania, dall’altra parte del tabellone Olanda-Argentina. Finale quindi Germania-Argentina, con i tedeschi campioni del mondo.