venerdì 27 giugno 2014

Maracanazo. Portogallo-Ghana: Einaudi non twitta Luis Suarez


Torino – Arrivo a Torino e via twitter la casa editrice Einaudi ammonisce severa:
Se state per twittare una battuta su Suarez potreste chiedervi perché voi e altri milioni di persone lo stiate facendo nello stesso momento.” Accuso il colpo per addirittura qualche secondo, ho appena letto la notizia della squalifica per motivi disciplinari di Luis Alberto e, devo ammettere, stavo forse cadendo nella trappola anch’io, Cesare Pavese non l’avrebbe mai fatto, letta su La Stampa la decisione del giudice sportivo in merito ai cattivi comportamenti di Giampiero Boniperti o John Hansen avrebbe immediatamente chiuso il giornale per ridurre al minimo le cose frivole, non fare pettegolezzi, scrivere quella poesia in cui si ritrova in una stradina di campagna e. Mannaggia, non sono quindi uno scrittore impegnato e anzi risulto invero pure un uomo banale se la notizia relativa a Suarez mi spinge a pensare anche solo per un momento alla stessa cosa che invade il cervello di altre milioni di persone, pare volermi ricordare l’editore. Lungo via Roma apprendo da un maxi-schermo sforna informazioni che c’è stata un’esplosione, forse una bomba in un centro commerciale di Abuja, in Nigeria, almeno tredici i morti, sono uno scrittore impegnato perché mi fermo immediatamente a riflettere sull’accaduto anche se per pochi secondi, controllo i tweet della casa editrice Einaudi ma non se ne parla, male, mi viene ricordato invece che Parrella sarà ospite della IX serata di Letterature 2014 (allegata fotografia pensosa di Valeria in posa carina), quindi altro tweet di un lettore emozionato perché la sua casa editrice preferita (Einaudi) ha vestito la sua copertina con sua la stilista preferita, bene, infine è Carofiglio a essere ritwittato quando ricorda, con un certo fastidio:
“Un'ulteriore comunicazione in risposta a numerose richieste. Per le presentazioni bisogna rivolgersi all'ufficio stampa.”
Io dell’ufficio stampa invece faccio a meno, mi sto dirigendo alla Feltrinelli di piazza C.L.N. per la presentazione de “Il fuorigioco sta antipatico ai bambini” e “Ho visto Maradona” in compagnia di Antonio Gurrado, anche lui sta pensando alla squalifica di Luis Suarez (non è uno scrittore impegnato) e stabiliamo di comune accordo che per l’Uruguay, nostra squadra del cuore, adesso sarà dura vincere il Mondiale, e  che, probabilmente, lo schieramento di emergenza più utile a questo punto potrebbe essere quello con Cavani unica punta e Lodeiro appena dietro, a meno di non rischiare dal primo minuto a fianco del centravanti parigino uno tra il vecchio Forlan o il giovane Hernandez. Dopo un Pastis e un Vermut da Fiorio siamo soddisfatti o rassegnati, non saremo mai degli scrittori affermati, arriva la pioggia, scompare il sole, non siamo per niente di buonumore. Ci sono tutti i presupposti per fare male, invece arriviamo in libreria e Darwin Pastorin ci sta aspettando, faremo una buona presentazione, ritorneremo verso Porta Nuova chiacchierando di Giuseppe Berto, quanto ha fatto il Portogallo? Due a uno sul Ghana con rete di Ronaldo, ma non sufficiente per passare il turno, agli Ottavi andranno Germania e Stati Uniti. Sulla locomotiva gli eroi son tutti giovani e belli, gli uomini son tutti uguali, un pazzo si è lanciato contro il treno. Suarez non temere, che corro al mio dovere, trionfi la giustizia proletaria, trionfi la giustizia proletaria, trionfi la giustizia proletaria.