martedì 1 luglio 2014

Maracanazo: Argentina-Svizzera. Il polpo tiepido con patate e le monete d’oro


Milano – Mi sono svegliato di pomeriggio dopo una siesta resa necessaria da pesanti giornate lavorative e mi sono accorto che avevo sognato Gad Lerner che apriva il borsellino e mi regalava tre monete d’oro. Ero in cassa come ogni mattina (da quando a sorpresa qualcuno ha pensato di trasformarmi da libraio con quattordici anni di esperienza a cassiere) e resistevo a fatica, come ogni cassiere che rispetti, alle ondate di clienti che volevano pagare e sbuffavano in coda per la sola postazione aperta. I miei gesti chapliniani e moderni (sempre quelli) ripetuti per ore aggredivano i miei nervi, ma io restavo tendenzialmente calmo, al massimo un po’ assente in alcune circostanze, e qui era arrivato Gad Lerner che dopo aver pagato i libri con una delle sue carte di credito aveva aperto il borsellino e mi aveva regalato tre monete d’oro:
“So che è dura ragazzi lavorare in contratto di solidarietà e con la prospettiva, magari tra pochi mesi, di finire in cassa integrazione e successivamente disoccupati, per questo Francesco accetta da parte mia un piccolo dono, queste tre monete d’oro.”
Mettevo in tasca e ringraziavo il giornalista benestante e generoso, la sua era elemosina gradita, poi tornavo a schiacciare i tasti dello schermo della cassa numero 7 indovinando i tasti “Contanti”, “Eft”, “Altre forme di pagamento”, ”Subtotale”. Alla quarta ora consecutiva avevo un fastidio duro al centro del petto.
Mi sono svegliato, alle diciotto Rai Sport non trasmetteva Argentina-Svizzera ma Italia-Brasile del 1982, anzi un programma di Andrea Barbato che riproponeva la storica partita pochi anni dopo, commentandola nell’intervallo con Marco Tardelli, Claudio Gentile, Franco Causio, il tennista Fausto Gardini, il giurista Stefano Rodotà, un giornalista presente al Sarrià. Disposti a semicerchio nella scenografia dello studio, seduti su sedie di plastica con davanti un piccolo televisore sorretto da un paletto, gli ospiti rispondevano a turno alle interrogazioni del conduttore. Il giornalista presente al Sarrià aveva ricordato un certo tipo di smarrimento incredulo all’uscita dello stadio, e l’inviato settantaseienne del Corriere della Sera Mario Soldati che gli aveva detto di sentirsi come dopo aver fatto l’amore. Ma poi avevano mandato la pubblicità e al rientro dagli spot il secondo tempo non era cominciato, adesso c’era Pelè con la maglia del Santos in bianco e nero che palleggiava, si restava insomma sul 2 a 1 per l’Italia con doppietta di Paolo Rossi e rete di Socrates, allora avevo spento ed ero uscito per fare una passeggiata e sgranchirmi i nervi ritornati per fortuna intatti dopo la siesta. Il vento muoveva le foglie degli alberi, la cuoca Adele della mia gastronomia popolare di fiducia aveva cucinato un’eccellente insalata tiepida di polpo e patate e avevo pagato con i Ticket Restaurant, in attesa che arrivasse lo stipendio, ma non bastavano quindi mi ero messo a frugare nelle tasche e per fortuna avevo trovato le monete d’oro di Gad Lerner.
“Prendo anche una bottiglia di vino bianco allora Adele, tenga una moneta d’oro, sa mica quanto fa l’Argentina?”
Dopo aver consigliato di aggiungere dell’olio sul polpo con patate, Adele mi aveva rivelato che la squadra di Sabella aveva vinto per uno a zero al dodicesimo del secondo tempo supplementare, grazie a Palacio che aveva rubato palla a centrocampo, l’aveva servita a Messi che in serpentina velocità aveva saltato un difensore prima di appoggiare al limite di destra per Di Maria, il quale con un tiro a giro sul secondo palo aveva beffato il bravo Benaglio, già pronto per i rigori. Ma non era finita lì, all’ultimo minuto infatti lo stesso portiere svizzero era andato all’attacco e in rovesciata aveva contribuito alla confusione albiceleste necessaria a Dzemaili per colpire di testa il pallone e girarlo a colpo sicuro verso la porta. Palo. Peccato, avevo salutato pensoso ritirando l’insalata tiepida di polpo e patate, ancora due monete d’oro tinitinnavano nella mia tasca.