martedì 23 marzo 2010

Mentre John Cheever cercava la luce

Mentre John Cheever cercava la luce sui volti degli altri abitanti della libreria, si chiedeva come mai fossero così pochi quelli capaci di scegliere un libro per conto proprio, senza bisogno di essere imboccati o presi all'amo da una recensione, o da una pubblicità ripetuta a oltranza sulle pagine dei quotidiani nazionali.
John osservava le pile del bestseller del momento scendere con implacabile costanza ritmica, prontamente riportate ad altezze adeguate da puntuali librai, e pensava: mah. Perché questi leggono loro e non me? Sanno che sono esistito, che ho scritto 5 romanzi e 7 raccolte di racconti, che una mia storia (presa a caso) vale almeno dieci volte quei tomi che occupano le prime posizioni della classifica?

No, non lo sanno, gli rispondeva Richard Yates che sopravviveva alla lettera Y con qualche copia venduta in più, grazie alla fama postuma che gli era piovigginata addosso dopo la trasposizione cinematografica del suo capolavoro “Revolutionary road”, scritto nel 1961.

Eppure io, continuava John, ho amato l'Italia di un amore quasi soffocante, che ho conosciuto sul serio solo dopo averlo sognato per dieci anni. Sento dire che la maggioranza degli italiani non legge, ma anche quelli che lo fanno, perché faticano così tanto a scegliersi la propria via di parole da soli, senza aiuti e consigli più o meno interessati?

Caro John, concludeva Yates, sono la persona meno adatta a rispondere a certe domande: io in vita non ho mai venduto più di 12.000 copie.