lunedì 27 dicembre 2010

Il Corriere del materassaio


Talvolta, specie quando mi ritrovo a fare il cassiere per sei ore consecutive, mi chiedo perché nessun quotidiano o settimanale decida di pagarmi per le cose che scrivo. Ascolto i Bip della mia cassa numero 7 per sei ore consecutive, e superato il dispiacere del non sapere il perché, dopo dieci anni di carriera nella stessa azienda (durante i quali mi sono occupato in prevalenza di consigliare dischi e libri a tanti milanesi) da qualche tempo io venga utilizzato solamente per fare Bip in cassa, la mia attenzione si sposta sui cognomi dominanti nelle svariate testate nazionali. La loro uguaglianza o similitudine, mi permette di rispondere alla domanda principale: perché nessuno mi paga per scrivere? Probabilmente, perché mio padre non faceva il giornalista. E pensare che io glielo avevo detto: papà, fai il giornalista. Lui però niente, voleva proprio fare il materassaio. E va bene. Se però mi avesse ascoltato, adesso io mi sarei potuto avvalere dell’unica cosa che, soprattutto in Italia, garantisce l’inserimento nel mondo del lavoro: la raccomandazione.

Sfogli le pagine dei giornali, e i cognomi sono sempre gli stessi. Vai al cinema, e gi attori sono sempre loro. Guardi SuperQuark, Piero e Alberto. Figli, nipoti, mogli, amanti. Ogni tanto qualcuno riesce a inserirsi in qualche professione avulsa alla storia della propria famiglia, per acclarata bravura o colpo di fortuna, garantendo così ai discendenti un sorprendente cambio di casta.

Leggo sempre divertito certi corsivi indignati contro Berlusconi (che non ho mai votato). Poi guardi chi l’ha scritto e dal cognome ti viene il dubbio che sia stato assunto in quel giornale per raccomandazione. Però si scaglia conto Berlusconi, dall’alto della sua integrità professionale. Perché Berlusconi è un furfante, lui invece no, è pulito. Perché, come disse una volta Piero Angela: “Non l’ho assunto perché è mio figlio, ma perché è bravo”. Ok, ma quanti altri bravi ce n’erano con cognomi diversi?

I Bip continuano e trovo la soluzione: fondare il Corriere del materassaio. Tutti i materassai lo prendono e un po’ di copie vanno così. Poi faccio come Repubblica e Corriere: qualche pubblicità con donne nude o in mutande, e altri lettori sono assicurati. Se proprio voglio esagerare, strappo alla concorrenza qualche giornalista corrotto (meglio se con la fama di incorruttibile). Di quelli pagati a gettone per scagliarsi contro i nemici principali del proprietario del quotidiano, e mi assicuro un’altra fetta di pubblico. Di più non posso fare.
Comprate il Corriere del materassaio, vi prego. Ci scrivo anch’io.