“John Barth nasce il 27 maggio del 1930 a Cambridge, nel Maryland, insieme a una sorella gemella, Jill: circostanza tutt’altro che trascurabile nella carriera dello scrittore, se è vero che in più di una sua opera si fa allusione a coppie di gemelli, e che i suoi libri, a quanto sostiene, tendono per un certo periodo a susseguirsi in coppie affini…”
Inizia così la vita dello scrittore secondo il profilo bio-bibliografico che potete trovare nei libri stampati in Italia da Minimum Fax, nella collana Classics, che comprende anche Richard Yates e Bernard Malamud, ovvero due tra i miei scrittori preferiti.
Da qualche anno sono solito trascorrere le ferie estive in montagna. Tra lunghe passeggiate e gustose soste in malghe dove mi sacrifico a mangiare stupefacenti cotolette viennesi con patate al forno all’erba cipollina, o doppie uova appoggiate sopra un letto di caldo speck, trovo pure il tempo di leggere ottimi libri e tre quotidiani al giorno, uno di questi sportivo. Come ogni appassionato, apprendo di colpi di mercato imminenti o saltati, confronto le potenzialità della mia squadra con quelle delle altre e, nei momenti di regressione all’infanzia più acuti, arrivo a compilare foglietti con probabili formazioni tipo. Quando penso che sto esagerando, mi consolo ricordando che Fabrizio De André faceva lo stesso con il suo Genoa.
Milos Krasic mi veniva di metterlo sempre a centrocampo sulla sinistra con il numero 11 nelle mie formazioni, nonostante la predilezione dell’ala serba per la corsia opposta. Chiaro, seppur inconscio, il mio intento: costruire una Juve che puntasse su somiglianze estetiche decise (Krasic/Nedved) a certe forti compagini bianconere del recente passato. L’insistenza con cui Krasic pretendeva la Juve a tutti i costi tuttavia mi lasciava perplesso, specie nella fase digestiva altoatesina. Chi mi poteva assicurare che dietro questo desiderio ossessivo non si nascondessero le velleità di un buon giocatore di fronte all’occasione della vita?
Scacciavo questi turbamenti con il caffè.
Le prime giornate hanno superato le previsioni di molti sedicenti “esperti”: l’impatto di Krasic sul campionato italiano è stato di quelli che si fanno notare. Sono andato a riprendere i miei foglietti estivi e ho spostato Milos sulla destra. Ho visto il biondino sfrecciare palla al piede con difensori al seguito incapaci di raggiungerlo e mi sono detto: “Perbacco, vuoi vedere che questo è un potenziale campione e io non lo sapevo?” Ho sentito Massimo Mauro dire cose banalmente provocatorie come al solito, ad esempio che Krasic non “vedesse” la porta (appena prima che il nazionale serbo realizzasse una tripletta), e ho pensato immediatamente che la Juventus allora aveva davvero centrato un bell’acquisto.
“Non sono un esperto di letteratura o di filosofia”, dichiara in uno dei suoi saggi John Barth, “ma un semplice narratore di storie. Ovvero, un bugiardo professionista. E nel corso degli anni ho sviluppato una vera e propria ossessione per la più leggendaria di tutte le narratrici, Sheherazade, che torna come personaggio in più d’uno dei miei libri”.
Mi sono convinto che Pavel Nedved rappresenti per Milos Krasic quello che Sheherazade per John Barth. Ho pensato ad un nuovo libro dello scrittore americano, capace di raccontare meglio di me come certe somiglianze si ripetano nel tempo e perché, già che c’è, alcuni volti risultino famigliari già dalla prima volta, e certe piacevoli intese con sconosciuti scattino senza difficoltà dopo pochi minuti trascorsi a parlare.
Siamo arrivati così a Inter-Juventus. Una partita non bella, anche se ne ho viste di peggio, dove la cosa migliore è stato il comportamento dei giocatori, combattivo ma senza isterismi. Qualche maligno ha fatto notare come le contemporanee assenze di Mourinho, Materazzi e Massimo Moratti abbiano contribuito al ritorno ad una normale rivalità sportiva tra bianconeri e nerazzurri. Ma non avremo mai la controprova. Di certo c’è che l’Inter di quest’anno ha un nuovo allenatore, simpatico e dotato di maggiore sportività del portoghese, ma meno bravo (per ora) di Mourinho nello stimolare una squadra sulla carta più forte dell’avversario.
Il pallone che rotola però di carta e foglietti estivi se ne frega, quindi Inter-Juventus è terminata 0-0.
In panchina Rafa Benitez si è grattato la testa, pensando che un Kuyt gli avrebbe fatto comodo, considerando il Milito che gli è capitato. Gigi Del Neri, beccato più di una volta dalle telecamere sbirciare il libro di John Barth che nscondeva nella tasca della giacca, ha poi precisato in sala stampa che, se ognuno deve “stare” per forza a qualcos’altro, se Krasic si è messo in testa l’idea di essere il sequel di Pavel Nedved, allora a lui, da buon friulano, non dispiacerebbe raggiungere i risultati della Juve di Fabio Capello.
Inizia così la vita dello scrittore secondo il profilo bio-bibliografico che potete trovare nei libri stampati in Italia da Minimum Fax, nella collana Classics, che comprende anche Richard Yates e Bernard Malamud, ovvero due tra i miei scrittori preferiti.
Da qualche anno sono solito trascorrere le ferie estive in montagna. Tra lunghe passeggiate e gustose soste in malghe dove mi sacrifico a mangiare stupefacenti cotolette viennesi con patate al forno all’erba cipollina, o doppie uova appoggiate sopra un letto di caldo speck, trovo pure il tempo di leggere ottimi libri e tre quotidiani al giorno, uno di questi sportivo. Come ogni appassionato, apprendo di colpi di mercato imminenti o saltati, confronto le potenzialità della mia squadra con quelle delle altre e, nei momenti di regressione all’infanzia più acuti, arrivo a compilare foglietti con probabili formazioni tipo. Quando penso che sto esagerando, mi consolo ricordando che Fabrizio De André faceva lo stesso con il suo Genoa.
Milos Krasic mi veniva di metterlo sempre a centrocampo sulla sinistra con il numero 11 nelle mie formazioni, nonostante la predilezione dell’ala serba per la corsia opposta. Chiaro, seppur inconscio, il mio intento: costruire una Juve che puntasse su somiglianze estetiche decise (Krasic/Nedved) a certe forti compagini bianconere del recente passato. L’insistenza con cui Krasic pretendeva la Juve a tutti i costi tuttavia mi lasciava perplesso, specie nella fase digestiva altoatesina. Chi mi poteva assicurare che dietro questo desiderio ossessivo non si nascondessero le velleità di un buon giocatore di fronte all’occasione della vita?
Scacciavo questi turbamenti con il caffè.
Le prime giornate hanno superato le previsioni di molti sedicenti “esperti”: l’impatto di Krasic sul campionato italiano è stato di quelli che si fanno notare. Sono andato a riprendere i miei foglietti estivi e ho spostato Milos sulla destra. Ho visto il biondino sfrecciare palla al piede con difensori al seguito incapaci di raggiungerlo e mi sono detto: “Perbacco, vuoi vedere che questo è un potenziale campione e io non lo sapevo?” Ho sentito Massimo Mauro dire cose banalmente provocatorie come al solito, ad esempio che Krasic non “vedesse” la porta (appena prima che il nazionale serbo realizzasse una tripletta), e ho pensato immediatamente che la Juventus allora aveva davvero centrato un bell’acquisto.
“Non sono un esperto di letteratura o di filosofia”, dichiara in uno dei suoi saggi John Barth, “ma un semplice narratore di storie. Ovvero, un bugiardo professionista. E nel corso degli anni ho sviluppato una vera e propria ossessione per la più leggendaria di tutte le narratrici, Sheherazade, che torna come personaggio in più d’uno dei miei libri”.
Mi sono convinto che Pavel Nedved rappresenti per Milos Krasic quello che Sheherazade per John Barth. Ho pensato ad un nuovo libro dello scrittore americano, capace di raccontare meglio di me come certe somiglianze si ripetano nel tempo e perché, già che c’è, alcuni volti risultino famigliari già dalla prima volta, e certe piacevoli intese con sconosciuti scattino senza difficoltà dopo pochi minuti trascorsi a parlare.
Siamo arrivati così a Inter-Juventus. Una partita non bella, anche se ne ho viste di peggio, dove la cosa migliore è stato il comportamento dei giocatori, combattivo ma senza isterismi. Qualche maligno ha fatto notare come le contemporanee assenze di Mourinho, Materazzi e Massimo Moratti abbiano contribuito al ritorno ad una normale rivalità sportiva tra bianconeri e nerazzurri. Ma non avremo mai la controprova. Di certo c’è che l’Inter di quest’anno ha un nuovo allenatore, simpatico e dotato di maggiore sportività del portoghese, ma meno bravo (per ora) di Mourinho nello stimolare una squadra sulla carta più forte dell’avversario.
Il pallone che rotola però di carta e foglietti estivi se ne frega, quindi Inter-Juventus è terminata 0-0.
In panchina Rafa Benitez si è grattato la testa, pensando che un Kuyt gli avrebbe fatto comodo, considerando il Milito che gli è capitato. Gigi Del Neri, beccato più di una volta dalle telecamere sbirciare il libro di John Barth che nscondeva nella tasca della giacca, ha poi precisato in sala stampa che, se ognuno deve “stare” per forza a qualcos’altro, se Krasic si è messo in testa l’idea di essere il sequel di Pavel Nedved, allora a lui, da buon friulano, non dispiacerebbe raggiungere i risultati della Juve di Fabio Capello.