(Cronaca dal magazzino)
La notizia mi giunge in magazzino, poco dopo le otto del mattino, mentre con astuzia sto dividendo i cd e i dvd che estraggo da ripetute e cubiche scatole marroni. Non è difficile: i cd sono quadrati, i dvd rettangolari. I quadrati da una parte, i rettangoli dall’altra.
“Antonio Pennacchi con "Canale Mussolini" ha vinto il Premio Strega 2010 per soli quattro voti in più rispetto a Cinzia Avallone…”
Radio3 annuncia il risultato del Premio, e io esulto per un attimo tra gli scatoloni. In genere non me ne importa niente delle onorificenze date o non date ai narratori, la qualità di uno scrittore grazie a Dio non si misura in copie vendute o trofei alzati, ma questa volta sono contento per Pennacchi, perché è uno scrittore vero, e la coincidenza che lo vede vincitore ripaga almeno parzialmente chi ama la letteratura di certi libri mediocri e preconfezionati trionfatori in passato. Cinzia Avallone è seconda, e con lei è sconfitto il marketing a tappeto ben analizzato da Marco Belpoliti nell’articolo uscito oggi sulla Stampa.
E’ confortante la vittoria del sessantenne Pennacchi, operaio in fabbrica fino a dieci anni fa, perché frutto della fatica, e non coppetta consegnata al nuovo “giovane scrittore” da lanciare nella spesso noiosa orbita giornalistico-letteraria italiana. Posso tornare più felice alle mie divisioni geometriche.
“Antonio Pennacchi con "Canale Mussolini" ha vinto il Premio Strega 2010 per soli quattro voti in più rispetto a Cinzia Avallone…”
Radio3 annuncia il risultato del Premio, e io esulto per un attimo tra gli scatoloni. In genere non me ne importa niente delle onorificenze date o non date ai narratori, la qualità di uno scrittore grazie a Dio non si misura in copie vendute o trofei alzati, ma questa volta sono contento per Pennacchi, perché è uno scrittore vero, e la coincidenza che lo vede vincitore ripaga almeno parzialmente chi ama la letteratura di certi libri mediocri e preconfezionati trionfatori in passato. Cinzia Avallone è seconda, e con lei è sconfitto il marketing a tappeto ben analizzato da Marco Belpoliti nell’articolo uscito oggi sulla Stampa.
E’ confortante la vittoria del sessantenne Pennacchi, operaio in fabbrica fino a dieci anni fa, perché frutto della fatica, e non coppetta consegnata al nuovo “giovane scrittore” da lanciare nella spesso noiosa orbita giornalistico-letteraria italiana. Posso tornare più felice alle mie divisioni geometriche.