(Savio per Quasi Rete Gazzetta dello Sport)
Avevo corteggiato Vivian per mesi, alternando discutibili ma oneste composizioni poetiche a slanci telefonici di dubbia fattura. Fino a quando la più bella ragazza con una macchia sotto l’orecchio del mondo, aveva acconsentito. La sua agenda parlava di una casella libera il 29 giugno 2000. La sera della semifinale Olanda-Italia.
Il locale più frequentato della città, Vivian con maglione rosa, io in camicia bianca. Il suo volto più capelli che grazie al cielo copre solo una parte del prato sullo schermo. Del resto vedo tutto.
D’accordo che si gioca ad Amsterdam, ma la paura che avvolge la Nazionale allenata da Dino Zoff è decisamente fuori controllo. Per la precisione si tratta di undici Azzurri nel pieno di un attacco di panico collettivo. Difesa a oltranza e randellate inferte a qualsiasi cosa di arancione in movimento. Occasioni a ripetizione per gli uomini di Frank Rijkard. Due rigori assegnati all’Olanda: il primo parato, il secondo sul palo. Poi anche una traversa. Quando al trentatreesimo restiamo in dieci per l’espulsione di Zambrotta, è chiaro a tutti che non supereremo mai più la metà campo. Francesco Toldo si rivela qualcosa di più che un portiere, oggettivamente le prende tutte.
”Nell'atteggiamento dell'Italia” suggerisco alla splendida e spaesata Vivian “si riflette la capacità di soffrire di un popolo di migranti, e forse, diciamolo, anche un po’ di vigliaccheria. Per contro, semplificando, nelle folate olandesi ritrovo l’affascinante e coraggiosa leggerezza di chi vuole vincere, dimenticandosi che potrebbe anche perdere...”.
Vivian non mi ama, lo capisco da come non mi sente, da come preme convulsa i tasti del telefonino, non ascoltandomi, mai.
Gli Azzurri sono schierati con due linee tremanti e parallele a cavallo dell’area di rigore. Nel secondo tempo superiamo il cerchio di centrocampo una sola volta: Delvecchio ciabatta in modo ignobile un diagonale, e mentre la palla rantola rimbalzante a dieci metri dal palo destro di Van der Saar, esulto quasi avessimo segnato, salvo ricompormi immediatamente, schiacciato dalla vergogna.Scorgo negli occhi degli altri italiani un solo pensiero: se entrava questa, sai che ridere.
Toldo para tutto. Da perfetti assassini del calcio vinciamo 3-1 ai calci di rigore. Totti fa il cucchiaio alla Panenka. Vivian continua a non amarmi, ma siamo in finale. Me ne farò una ragione