lunedì 23 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: Diletta Leotta legge Emil Cioran (6)


Così ieri ci siamo ritrovati in Stazione Centrale, intendo io e Cristiano Ronaldo, a guardare Diletta Leotta che muoveva le labbra lentamente per dire qualcosa, ma non si capiva niente perché c'era il solito rumore. Eppure le labbra di Diletta Leotta erano grandi, il viso di Diletta Leotta era grande, i capelli biondi con la riga in mezzo pure; parlava al rallentatore, come fosse consapevole dell'impossibilità di essere ascoltata avvolta da quel frastuono, in qualche modo compresa, nemmeno da Paolo Maldini che irrompeva sullo schermo gigante indossando una camicia con il colletto alla coreana, per aggiungere una parola pigra al discorso di Diletta Leotta, anche questa tuttavia incomprensibile. Cristiano mi ha detto:
- Ma cosa sta dicendo Paolo Maldini?
- Non so Ronaldo.
Dagli altoparlanti, gli annunci metallici e stordenti dei treni in partenza o in arrivo non facevano che aumentare la confusione sonora, i viaggiatori stavano con lo sguardo all'insù, ognuno in attesa del proprio presunto, fatidico momento. 
- Allora, il treno per Torino?
- Non so Cristiano, dovrebbe essere questione di minuti.
- Ma non sai niente però.
Poco lontano, davanti al Gate D, un uomo spettinato sventolava con intensivo furore una bandierina della Romania. 
- E quel tipo che fa? Cosa festeggia, se non hanno nemmeno partecipato ai Mondiali? L'entusiasmo non è forse una forma di delirio?
- Aspetta Ronaldo, ma questo non è un pensiero di Emil Cioran?
- Probabilmente.
- E Diletta Leotta invece cosa sta dicendo?
- Sta dicendo che chi scrive avrebbe il dovere di tagliarsi le vene davanti alla pagina bianca, e far cessare così il supplizio di mondi ineffabili.