venerdì 27 luglio 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: di Caldara o Lermontov (7)


E poi siamo arrivati a Torino e seduto su una delle panchine di Porta Nuova c'era Mattia Caldara che leggeva un classico russo.
- Benvenuto Cristiano. Non che leggere serva per fare colpo sulle ragazze. Anzi mi prendono in giro. Comunque non sono mai stato appassionato di playstation. E ricordo che quando il mio professore di letteratura iniziava le sue lezioni, non vedevo l'ora di ascoltarlo.
Ronaldo ha detto:
- Bene Mattia. Adesso però andiamo a casa mia, che vi faccio lavorare.
Con Mattia e Cristiano allora abbiamo preso l'autobus che ci ha portato lentamente in collina. Alcuni operai stavano asfaltando una nuova strada, dei traslocatori portavano via i mobili che Ronaldo non aveva ritenuto idonei all'arredamento della sua villa.
- Questa forza lavoro purtroppo non basta per ultimare in tempi brevi tutte le cose da fare quando si sta effettuando un trasloco. Anche a voi sarà capitato di farne uno, sapete di cosa parlo. Quindi togliamoci la camicia che fa anche caldo, restiamo in maglietta e diamo una mano a questi ragazzi.
Mattia non ha esitato, ha appoggiato sul tavolo il suo romanzo russo e da buon bergamasco mi ha consigliato di fare altrettanto. 
- Tu sei nato a Brescia, sappiamo come comportarci. Leggiamo dopo.
Abbiamo lavorato duramente. Il sole è sceso tardi e solo allora abbiamo potuto apprezzare senza fastidio la bellezza del panorama disegnato sotto le colline, le luci di Torino.
Cristiano mi è sembrato soddisfatto. Ha bevuto con noi un bicchiere d'acqua e, guardando lontano, ci ha appoggiato le mani sulle spalle. Poi ha detto:
- Se potessi considerarmi migliore, più potente di tutti gli esseri al mondo, sarei felice; se tutti mi amassero, potrei trovare in me inesauribili fonti d'amore.