domenica 6 luglio 2014

Maracanazo: Argentina-Belgio. Auto-Outing con piscina


Padenghe sul Garda – Sorseggiavo il mio drink disteso sul bordo della piscina mentre il ragazzo addetto alla pulizia della vasca mi rivelava fatti inediti e nascosti relativi alla fine dell’avventura azzurra ai Mondiali brasiliani.
“Stavano tutti da una parte, e Balotelli e Cassano dall’altra.“
“Cassano un giorno ha fatto una scenata cafona a una dipendente dell’albergo, colpevole di averlo disturbato…”
Chiudevo gli occhi e mi rilassavo sotto il sole del lago di Garda, le informazioni dell’abbronzato pulitore non facevano che confermare le mie tesi: Marcello Lippi aveva sempre ragione, Cassano e Balotelli non erano sicuramente la coppia sulla quale fondare una squadra di calcio, figuriamoci la Nazionale. Tornavo al drink e ammiravo lo specchio blu, leggermente increspato della piscina. Lo straordinario successo dei miei ultimi due libri aveva aggiunto alla notorietà ulteriore ricchezza e come prima cosa avevo acquistato questa villa degli anni sessanta con piscina e ampio giardino con ulivi dove trascorrere parte delle mie giornate sempre libere, giacché mi ero licenziato e come talvolta accadeva nelle biografie di alcuni scrittori adesso potevo anche io “dedicarmi a tempo pieno alla scrittura”. Era bello chiacchierare di retroscena mondiali con il ragazzo addetto alla pulizia della vasca, chissà da dove gli erano arrivate certe sicure informazioni, a questo punto del Mondiale il mio principale desiderio era quello di fare outing in favore di una vittoria del Belgio, generazione speciale ricca di talento dove spiccavano Hazard, Courtois, Fellaini, Mirallas, De Bruyne, Lukaku. Ma acceso il maxi-schermo che avevo fatto montare dai tecnici sul prato alla destra della piscina, lo spettacolo che mi offriva la squadra pronosticata era pessimo, lontano parente di quello messo in scena dai ragazzini di Marc Wilmots nelle gare precedenti, e già dopo otto minuti quando Gonzalo Higuain, approfittando di un rimpallo, dal limite dell’area scagliava in rete un diagonale a mezz’altezza forte e preciso nell’angolo alla destra del portiere belga, avevo la conferma che quando il gioco si faceva duro, le nazionali senza storia si facevano cortesemente da parte. La partita sarebbe terminata uno a zero, con impalpabile reazione dei belgi in particolare nei minuti finali, e qualche contropiede argentino incapace di mettere il risultato al sicuro, nemmeno con Leo Messi che oltre il novantesimo si trovava in campo aperto solo davanti a Plastic Man Cortouis ma non riusciva a superarlo, centrandolo in pieno invece di scartarlo. Il lungo portiere esultava, per ora restava uno dei pochi a non aver subito goal dalla pulce, io gli rammentavo che c’era poco da stare allegri visto che il Belgio stava comunque uscendo dai Mondiali, lui insisteva con il pugno anteponendo il successo personale a quello collettivo, io tornavo al drink e controllavo il risultato dell’ultimo Premio Strega: primo Piccolo, secondo Scurati, terzo Pecoraro. Anche quest’anno niente da fare, ancora una volta non avevo vinto, ma il successo commerciale de Il silenzio della felicità e de Il fuorigioco sta antipatico ai bambini almeno mi faceva consolazione. Giunti a questo punto della manifestazione allora, il mio principale desiderio sarebbe stato quello di fare outing in favore di una vittoria dell’Olanda.