domenica 3 marzo 2013

Finalmente domenica! (28)


Così al bar del mattino c’è stata la rivoluzione e se fino al giorno prima erano tutti grandi esperti di calcio, all'improvviso sono diventati tutti raffinati politologi, macinando improbabili alleanze davanti ai caffè. Se Bersani con Grillo, se Bersani con Berlusconi. Avevo come al solito fatto la strada casa-lavoro a piedi partendo da via Ippolito Nievo, poi attraversando quella via privata ma percorribile dove un uomo ricco e ben vestito, abitante in una casa costruita come un castello, scaldava il motore della sua bella automobile Bmw e mi guardava come un estraneo, poi passando davanti a quella chiesa oramai abituata a vendere la propria facciata al migliore offerente, questa volta una marca di profumo francese simboleggiata dal disegno di una donna magra alta e gnocca, con due gambe lunghissime, scelta presumo per ricordare ai fedeli domenicali di non desiderare mai, la donna d’altri.
Intanto, al bar-torrefazione il solito allegramente stupido Dj del mattino cianciava anche lui delle elezioni, poi partiva qualche brutta canzone, poi mandavano il radio-notiziario e gli italiani in questo periodo di crisi e difficoltà potevano tirare un sospiro di sollievo: Papa Benedetto XVI avrebbe comunque continuato a chiamarsi Sua Santità, avrebbe proseguito a vestirsi di bianco anche se in modo meno appariscente, ma non avrebbe mai più potuto indossare le scarpette rosse, emblema del martirio. Ma più scarpette rosse Benedetto, ci dispiace. Il solito uomo dai capelli argento monopolizzava la lettura di due noti quotidiani sportivi, uno dei quali offriva come delirante titolo principale "NON MANDATE RIZZOLI A NAPOLI!", sottile invito a non assegnare la direzione arbitrale della più importante partita della settimana alla suddetta giacchetta nera. Gli altri avventori del bar lo guardavano con meno fastidio della norma l'uomo dai capelli argento, perché oggi si parlava di politica: se Bersani con Grillo, se Bersani con Berlusconi.
 
Fino alle 7.55 c'è tempo, poi devo uscire dalla torrefazione, girare l'angolo entrare in libreria e far scorrere il badge rosso nell'apposita macchinetta verde acqua, prelevare dal cortile all'aperto le torri di ceste grigie contenenti libri poggianti su carrelli azzurri rotanti e spingerle verso l'ascensore, quindi al primo piano, oggi escono le novità e una volta tanto un libro interessante: "I fatti" di Philip Roth, autobiografia di un romanziere. Nuovo per modo di dire.
"Era ancora vivo, il sole splendeva, sua moglie non era rimasta vedova e i suoi figli non erano degli orfani: adesso il trantran familiare sarebbe ripreso. Non era poi così strano che un ragazzo di undici anni non potesse capire le lacrime di suo padre. Il fatto è che io non vedevo, come vedeva lui con tanta chiarezza, perché o come le cose avrebbero dovuto prendere una piega diversa".

Infine il Papa è volato via in elicottero sopra Roma verso Castel Gandolfo, una sera barbari napoletani hanno assaltato il pullman della Juventus con calci, pugni e pietre che hanno rotto un vetro. In campo invece tirate di capelli e gomitate, il consueto pianto disperato dell'allenatore partenopeo a fine gara nei confronti dell'arbitro colpevole di aver negato agli azzurri quattro o cinque rigori, e in tutto questo non abbiamo ancora capito chi farà il prossimo Presidente del Consiglio se il comico, il bandito o l'ubriaco.