lunedì 10 settembre 2012

Finalmente domenica! (3)

Parlavo con Pietro e gli dicevo tanto questa domenica abbiamo tempo e allora ascolta: la fine perfetta de Le avventure di Pinocchio è la prima quando muore impiccato, Collodi non era mica scemo era un genio. Ricapitolando quando il burattino che poi è una marionetta si avvia di notte nel bosco verso il Campo dei miracoli dove seppellire le monete d’oro per moltiplicarle viene assalito dagli Assassini che poi sono il Gatto e la Volpe travestiti ma lui non se ne accorge e quindi scappa arriva a una casa bianca vuoi vedere che mi salvo bussa gli aprono allora c’è qualcuno gli apre una bambina dai capelli turchini che però gli dice: no guarda Pinocchio, qui sono tutti morti e anche io sto solamente aspettando la mia bara. Il burattino probabilmente tira una madonna almeno ma gli Assassini gli sono di nuovo addosso e visto che non riescono a fargli sputare le monete d’oro lo impiccano a una quercia che ora di domattina lo troviamo qui con la bocca spalancata il nasone e le monete escono fuori da sole, imbecille.

Oppure, dico sempre a Pietro, al massimo Collodi poteva fare che Pinocchio s’impicca da solo all’albero perché la vita è uno schifo o quantomeno assurda come sostiene anche Tostoj nella prima parte de La confessione ma deve aver pensato Carlo Lorenzin al rischio emulazione burattina che poi va a finire come col Werther che tanti si comprano la pistola/corda (o se la fanno prestare) si vestono come lui col vestituccio di carta fiorita le scarpe di scorza d’albero il cappellino di midolla di pane e alla mezzanotte si sparano un colpo alla tempia/appendono stretti a un ramo della quercia che tiene.

Comunque Pinocchio finisce così che è decisamente meglio, bravo Collodi, senza tutto il resto dopo eccetera lui che si fa ragazzino, ma figuriamoci. E anzi con il drammatico suicidio del Pinocchio Werther siamo d’accordo io e Pietro che il più è fatto per avvicinare i bambini alla lettura e quando una mamma la prossima volta in libreria mi chiederà quale storia consiglia al mio bambino io le dirò convinto vada ancora tranquilla con Pinocchio signora, ma strappi la seconda parte e la butti nel cestino senza farsi vedere dal pupo.

Questa domenica non c’è il campionato di Serie A, guardiamo dieci minuti la Serie B ma il livello tecnico della partitella in questione è talmente sconfortante molti giocatori marionette storpie dei loro colleghi più alti allora meglio tornare col pensiero alla pur brutta Nazionale di Antonio Conte e Cesare Prandelli che venerdì ha fatto 2-2 con la Bulgaria pur priva di Berbatov che aveva firmato pochi giorni prima per l’Ungheria perché sua moglie preferiva Budapest sia a Firenze che a Torino. Nell’intervallo intervistano Mondonico, lui misteriosamente non toccato dall’omessa denuncia perché a differenza di Conte non sapeva di non potere non sapere ma questi sono dettagli per la triste maggioranza dell’opinione pubblica italiana, l’importante è averla fatta pagare al tecnico salentino, troppo bravo per essere vero e chi se l’aspettava con una squadra normale ha vinto lo scudetto senza mai perdere ma siamo matti, meglio correre ai ripari avranno pensato i potenti abeti del calcio, altro che querce. In ogni caso caro Prandelli resti fra noi ma se copi o ti ispiri lo devi fare bene, ci vuole il carisma per farti credere e la rabbia che quelli non puoi imitarli. Eppure Cesare ti stimo perché sei uno dei pochi con Allegri ad aver espresso sincera solidarietà a Conte per la grottesca squalifica e questo fa di te (ma già lo sapevo) uomo non di legno, aspettavamo Mazzari o Zeman si faceva notte. Poi dopo Mondonico la consueta intervista sovietica al dirigente del calcio mummia che non solo non ringrazia Conte ma non parla nemmeno di Pinocchio e Werther, sono costernato, sarà uno di quelli che addirittura preferisce la seconda parte dell’avventura di Collodi, solo i politici sportivi sanno essere peggiori dei politici normali. E per fortuna che invece dal primo minuto ho messo il volume del televisore a zero per non disturbare Pietro che dormiva così di tutto quello che ho detto non ho sentito niente, magari dopo Abete quelli della Rai intervistavano anche il burattino Carobbio che spiegava come si è venduto le partite per anni 3 ma poi si è pentito ed è diventato un bambino buono Pippo e Pinocchio, fine.