lunedì 23 gennaio 2012

Il posticipo_Roma-Cesena (Lamela Rayuela)


“E così sono tornato, perché la vostra puntualità nel rinnovare la scritta murale Julio torna, cosa ti costa? nella piazza che mi avete dedicato a Buenos Aires, meritava almeno un premio, anche se per ritornarci in cielo poi mi toccherà saltellare di nuovo sul tracciato di caselle disegnate per terra. Con un piede solo in corrispondenza delle caselle 3 e 6, con due piedi nelle caselle 4/5”.

Sapevo che per Julio solo le persone banali si davano appuntamento. Quelle che piacevano a lui, come l’amata Maga, s’incontravano per caso, in zone di Parigi che formavano a loro volta un gioco del mondo, da Rue de Babylone a Rue Monge. Per questo pur avendolo pedinato e sorpassato sul marciapiede, i passi necessari per utilizzare un albero parigino come breve nascondiglio (astuta tattica appresa dal detective Antoine Doinel) avevo finto stupore nel trovarmelo davanti, alto e ragazzo, appoggiato ad un muro scrostato con disegnato una freccia. 
“Ma quanto sei lungo, Julio?”
“Più o meno come quella specie di ponte che quei personaggi che vedi là in alto, affacciati a due finestre divise da poco spazio ma con quattro piani sotto, stanno cercando di costruire con una tavola. Cercano di passarsi un pacchetto di erba di mate e i chiodi, e ho la sensazione che inizierò a scrivere dettagliatamente tutte le idee che verranno loro in mente per attraversare il vuoto da una finestra all’altra. Guardali: sono Horacio Oliveira, Talita e Traveler”.

Aspettando che qualcuno mi guarisse dal fuoco sordo, dal fuoco incolore che correva all’imbrunire per Rue de la Huchette, pensavo alla triste verità che aveva spinto Cortazar a scrivere Rayuela. Gli piacevano sempre meno i romanzi, la narrativa che si praticava ai suoi tempi. Allora aveva pensato ad un anti-romanzo, generato da un caso fatto di foglietti scritti per anni in bar diversi, capaci di trovare un ordine solo al termine della stesura.
“Non ho progettato nulla. Il libro è stato vivisezionato dai critici e analizzato con estrema cura, ma tutte queste strutture hanno preso forma solamente alla fine. Rayuela è stato un punto centrale sul quale poi si sono incollati strati di cose”.

Non gli piacevano più i romanzi del suo tempo, ma cosa diavolo avrebbe detto allora Julio di quelli dei nostri, salvo rare eccezioni opere costruite a tavolino tra scuole di scritture e case editrici, abili ad alimentarsi economicamente con favori reciproci, quasi mai aventi come scopo l’attenzione nei confronti della qualità? Adesso è tutta una grande farsa, amico biancoceleste e francese, e ora capirai perché mi diverto di più a guardare una partita di pallone che a leggere certi rettangoli ripieni di fogli di soggetti che si vestono da scrittori, parlano da scrittori, recitano bene e senza alcuna vergogna la parte d’indispensabili alla storia della letteratura. Ma ora basta equivoci, la tua Maga magari ti aspetta al Café preferito dai membri del Club del Serpente, madre uruguagia con in braccio il figlio Rocamadour.

Al Club il gruppo di amici ascolta jazz, discute di arte e filosofia. Io sto prevalentemente zitto, limitandomi a segnalare che il talento argentino Lamela, fa rima con Rayuela. Sarà per questo che uscendo dagli spogliatoi, il numero 8 giallorosso lancia la prima pietra nella casella numero 1. Quindi con un piede solo (il destro) va nella casella due del prato dell’Olimpico, poi nelle 3 e 6, infine con due piedi nelle 4/5 e 7/8. Disorientata da questo movimento, la difesa del Cesena va nel pallone: Rodriguez spizza goffamente per il tacco dello stesso Lamela che serve Francesco Totti: tiro leggermente deviato che beffa il dormiente Antonioli sul primo palo. Tocca al Cesena, ma i romagnoli mettono subito un piede fuori dalla Rayuela e allora Lamela dal limite pesca Totti in leggero fuorigioco, 2-0. Palla al centro, e ancora dentro l’ottavo giro di sessanta secondi Borini fa 3-0. Il gioco del mondo è finito in soli otto minuti. Si andrà avanti a saltellare comunque fino al novantesimo, con gli altri del Club ad ascoltare Cortazar proporre due letture possibili di una partita di pallone:
“A modo suo ogni partita è molte partite, ma è soprattutto due partite. La prima, si può leggere come abitualmente si leggono le partite, e finisce al minuto 8 ove tre evidentissimi asterischi equivalgono alla parola Fine. La seconda, si può leggere dal minuto 73 e seguendo l’ordine indicato a piè pagina d’ogni capitolo. In caso di confusione o poca memoria, basterà consultare la lista seguente: 73-1-2-116-3-84-4-71-5-81-74-6…”