domenica 19 agosto 2018

Ieri Ronaldo ha detto che: i seni delle montagne e Fabrizio De André (17)


Non è vero che siamo tornati a Milano. Non si torna a Milano il 17 di agosto. Che sia almeno il 19. Quindi stavamo scendendo con Ronaldo lungo i seni verdi delle montagne sotto il Latemar, muovendoci a zig-zag (io con le scarpe appropriate per scalare e discendere, Cristiano con le sue nuove Nike Mercurial Superfly 360) quando il mio piede ha sentito qualcosa di duro sotto la suola. Ho detto a Ronaldo:
- Aspetta!
(Lui aveva già guadagnato una trentina di metri, utilizzava lo zigzagare come allenamento al dribbling).
Mi sono chinato per raccogliere la cosa dura sotto la suola, era un pezzo di legno che curiosamente aveva come forma un numero 7.
- Guarda cos'ho trovato!
Ronaldo è risalito entusiasta come me del ritrovamento casuale, metaforico, scaramantico. Si è messo a gridare:
- Anche la natura rende omaggio a Cristiano! Questo pezzo di legno-simbolo ci accompagnerà per tutta la stagione, fino al prossimo maggio. Ti ricordi quella canzone di De André?
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
- Certo che me la ricordo Cris, ma cerchiamo di essere ottimisti.
Poi Ronaldo mi ha strappato di mano il legno numero 7 e l'ha lanciato come un boomerang nel vuoto, verso le valli. Il pallone-ramo è ritornato indietro e Cristiano si è prodotto nella sua ormai caratteristica rovesciata, con stile perfetto e atterraggio soffice sull'erba. Ho applaudito da solo per qualche minuto. Dopo abbiamo proseguito fino allo Sportcenter, ristorante di Deutschnofen dal cui soffitto pende una scintillante coppa dei campioni, riproduzione di quella vinta dal Bayern Monaco nel 2013. Non ero più con Cristiano, e visto che mi conoscono ormai da dieci anni ho chiesto al cameriere:
- La fate vedere Chievo-Juventus?
- Juve? Sì.