lunedì 22 ottobre 2012

Finalmente domenica! (9)


Non è facile essere uno scrittore affermato. La domenica in particolare cerco un po’ di pace, ma già dal bravo pasticcere di fiducia non trotzkista ma interista tanto che la sua pasticceria è tappezzata di poster raffiguranti giocatori dell’Internazionale e anche da un curioso foglio A3 con disegnato uno scudetto con in centro un 18 e l’aggiunta manuale in pennarello a fianco di “+1” che ogni volta mi casca lo sguardo e penso ma come “+1”? in che senso al massimo “-1” avrebbe una logica a meno che il pasticcere non intenda qualche tricolore che la sua squadra preferita avrebbe certamente vinto nonostante stesse già perdendo con gli avversari per 1-0 e fossero pure già dietro in classifica generale ma se gli avessero dato quel rigore per il contatto tra il centravanti e lo stopper certo sarebbe cambiato tutto. Comunque, smetto subito di pensare a quel “+1” e il pasticcere mi chiede Savio allora, la sua Juve? E io che vuole che le dica, parlerei anche d’altro ma come scrittore affermato mi rendo conto ed etichettabile grossolanamente come juventino ecco io devo rispondere e allora mi pronuncio e dico: “Insomma, da quarantasette partite non ci possiamo lamentare e la portata storica di certi numeri rende meglio di tante chiacchiere, eppure le assicuro il perché e il come cose morte vengono trasformate in vive pulsanti è quello a destare il mio stupore, più delle tante partite senza perdere, e questo m’interesserebbe assai lo stesso, anche se non ci fosse la Juventus di mezzo. Com'è possibile che in un solo anno di lavoro, anzi meno, una squadra sia stata rivoltata come un calzino da posizione arrotolata a posizione verticale scattante fino a sotto il ginocchio? l’unica ragione la trovo in John Kennedy Toole quando scriveva che talvolta nel mondo appare un vero genio, e lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui, e sostituendo la parola genio con il cognome Conte, allora mi tranquillizzo un attimo filosoficamente parlando e pago soddisfatto il conto al pasticcere.
Fuori, il sole brilla e vado fuori di matto decidendo di comprare un quotidiano dopo un paio di mesi e scelgo la R. perché il C. ha un formato troppo grande per passeggiare in libertà e soprattutto mi annoia, non che la R. mi galvanizzi, ma sono sempre così gentili con me scrittore affermato che mi chiedono di consigliare ogni settimana un libro eppure mi pare giusto questa volta per la prima volta sottolineare l'indicazione di Alessandro Baricco che e' preziosa perché riguarda "Napoleone a Mosca" di Anka Muhlstein, e Alessandro scrive un buon pezzo soprattutto il fatto che i russi avessero scelto la tattica di scomparire e indietreggiare perché combattere contro Napoleone era una cosa simile che giocare contro il Barcellona di Guardiola, e aggiungo io se questo libro o la tattica dei russi contro i francesi l'avesse sfogliato o studiata anche il buon Prandelli magari non avremmo preso quattro pere nella Finale degli Europei che siamo scesi in campo con il petto un po' troppo in fuori visto che giocavamo contro i campioni in carica d'Europa e del Mondo.
Bravo Baricco quindi e grazie ma senza esagerare, non vorrei mai che mi telefonasse Alessandro per ringraziarmi a sua volta dei complimenti come si fa tra scrittori affermati e magari per propormi d' insegnare alla scuola del Vaticano letterario Caulfield che sarei costretto a dirgli no guarda Ale perché non sono nemmeno laureato e quindi figurati, ma soprattutto perché come scrittore affermato ho già i miei casini le mie enormi entrate tanti soldi in banca e non voglio assolutamente rubare il posto a chi ne ha davvero bisogno. Quindi no ma grazie davvero, Ale.
Lungo corso Sempione, arrivo all'Arco della Pace e qui incontro amici giornalisti e scrittori, parliamo del più o del meno, delle partite che come intellettuali o semplici dipendenti siamo stati pagati per visionare e commentare su qualche giornale, ricordiamo Beppe Viola che la settimana scorsa ho visto su Rai Sport due puntate della Domenica sportiva del 1980 e mi sono detto ma che bello, e com'è possibile che adesso abbiamo Paola Ferrari, Zazzaroni, Collovati e compagnia male cantante. Certo qualche comparsata l'ho fatta anch'io alla domenica in passato in qualità di scrittore tra i più affermati con la passione per il calcio, ma poi ho sentito il bisogno di una maggiore introspezione per migliorarmi come uomo e come artista, quindi ho fatto un figlio, sono tornato a lavorare in libreria che nonostante quel quasi tutto formato da moltissime, alienanti cose e' ancora una professione con un briciolo di senso a tratti emozionante, e ho lasciato che soldi e successo per equità accarezzassero altri da me, meno fortunati, e mi sono messo ad andare sempre più spesso dal pasticcere non trotzkista ma interista la domenica mattina, poi a camminare, poi a ricordare di quando ero uno scrittore affermato che alla fine non era mica facile.