lunedì 4 aprile 2011

Il posticipo: Milan-Inter 3-0 (Il lettore di Centuria innamorato)

Secondo Giorgio Manganelli, il modo ottimo per leggere Centuria - cento piccoli romanzi fiume sarebbe quello di acquistare diritto d’uso d’un grattacielo che abbia il medesimo numero di piani delle righe del testo da leggere; a ciascun piano collocare un lettore con il libro in mano; a ciascun lettore assegnare una riga e, ad un segnale, far precipitare il Lettore Supremo dal sommo dell’edificio. Man mano che esso transiterà di fronte alle finestre, il lettore di ciascun piano leggerà la riga destinatagli, a voce forte e chiara. E’ necessario che il numero dei piani corrisponda a quello delle righe, e non vi siano equivoci tra ammezzato e primo piano, che potrebbero causare un imbarazzante silenzio prima dello schianto.

Facendo leva sugli enormi guadagni garantiti a ogni scrittore che si rispetti, ho trascorso l’ultima settimana a visitare i grattacieli della città dove vivo, al fine di stabilire quale fosse il più indicato per mettere in pratica i consigli di lettura di Manganelli, e subitaneamente affittarlo per un giorno. Mentre passavo da un’altezza all’altra, consideravo come in effetti fossero stati i molteplici promessi soldi a farmi cominciare a scrivere.

Già dalle prime ingenue poesie giovanili, un fenomeno tra l’atmosferico e il soprannaturale sconvolgeva le mie solitarie giornate. Buttavo giù due versi, chiudevo il quaderno e dal cielo cominciavano a piovere banconote. Mi affrettavo a raccoglierle per metterle in tasca, ringraziando Dio per il dono che mi era stato elargito, fedele anticipatore di futuri compensi che gli editori mi avrebbero certamente bonificato, e tornavo a casa per sorprendere mia madre con frasi ad effetto come:

“Teresa, abbiamo i soldi per la lavastoviglie!”

Mia madre esultava senza ritegno, per il nuovo elettrodomestico e per la mia milionaria identità di scrittore:

“Visto che hai fatto bene a fare il geometra!?”

Invece che non bastare mai, di quattrini nella mia vita ne ho sempre avuti fin sopra i capelli, tanto da non poterne più, utilizzando il mio quotidiano lavoro come copertura per non far capire ad altri aspiranti scrittori che utilizzare la penna significava diventare spudoratamente ricchi.

Per questo durante la settimana mi sono permesso di perlustrare grattacieli, scegliendo infine quello di via Boscovich numero quattro a Milano dove, si dice, nacquero sia Giorgio Manganelli che il fratello Renzo, nonostante per il Comune quella strada non sia mai esistita o meglio, cominci solamente dal numero dodici.

Scovato il grattacielo, il passo successivo è stato quello di trovare i lettori da mettere su ogni piano. In un Paese che grazie al cielo non conosce la disoccupazione, specie giovanile, non è stato facile. Per accelerare i tempi allora, ho raccattato dalla strada qualche immigrato da poter pagare in nero e di meno, così facevo anche la figura di quello attento al fenomeno dei migranti. Tra questi, un ragazzo brasiliano riccio che ho infilato al piano numero 7. Timido e impacciato, sebbene determinato, Alexandre ha letto la sua riga. Quindi, prima di scappare via, mi ha sussurrato:

“Ho dedicato questa mia riga, a una persona molto importante”.

Con discreto stupore e contenuta felicità, sabato sera ho riconosciuto lo stesso Alexandre in televisione calciare in porta il pallone dopo appena un minuto dall’inizio del derby di Milano. Pronti, via: Milan 1, Inter 0. Gli ottantamila di San Siro, tutti con la loro copia di Centuria fra le mani, hanno alzato lo sguardo verso l’alto, pronti a leggere nel caso in cui qualcosa fosse precipitato dal cielo. Il Lettore Supremo, o semplici banconote. Invece Pato nel secondo tempo ha segnato di nuovo, e al novantesimo Cassano ha fissato il punteggio sul tre a zero prima di essere espulso da un arbitro poco intelligente.

Nell’intervista al migliore in campo del dopo partita, ho ritrovato un Alexandre ancora bambino ma sempre più sicuro di sé:

“Ognuno ha la sua Centuria preferita. La mia è la numero trentacinque. Se state tutti zitti vorrei leggerla, e dedicarla alla ragazza che amo”.