martedì 15 marzo 2011

Il posticipo: Roma-Lazio (Un derby deciso da Sandro Penna)

Si racconta che il poeta Sandro Penna, giunto per la prima volta a Roma in treno dalla natia Perugia, appena appoggiati i piedi sulla banchina del binario numero otto, fu affrontato da un fanciullo sfrontato:
“Compro biglietti!”

Inesperto provinciale formatosi con studi irregolari, che forse avrebbe pagato esercitando in vita i più disparati mestieri: contabile, correttore di bozze, mercante d'arte, commesso di libreria (per un certo periodo pure cassiere di libreria) il giovane Penna convinse il fanciullo-bagarino che cinquanta euro era il prezzo giusto per acquistare uno degli ultimi biglietti disponibili per assistere al primo Roma-Lazio della sua vita.

In prossimità dello Stadio Olimpico, preoccupato di smarrire o subire il furto della sua valigetta contenente nove meravigliose poesie, un altro adolescente audace sulla strada dell’autore di Una strana gioia di vivere:
“Vendo raggio laser!”

Assorto in quella nuvola cerebrale precedente alla misteriosa nascita di un verso, Sandro Penna convinse quel ragazzino che venticinque euro era il prezzo giusto per quell’apparecchio minuscolo ma capace di generare un raggio verde in grado di colpire volti anche a centinaia di metri di distanza.

Superati i tornelli, al poeta di Perugia non restò che farsi travolgere dalle emozioni, una cosa che gli era sempre riuscita bene. Come avere la febbre, sapere di dover morire, decidere ugualmente di farsi tagliare barba e capelli per poi rendersi conto che anche un po' di febbre può, dopo tutto, essere utile a fare della poesia.

In campo Muslera mirato dal verde, Totti due volte, il consueto esagerato nervosismo, questa volta messo in scena da Matuzalem, Radu e Ledesma. Colpi proibiti e insulti pesanti per avere ragione con la forza dopo aver dissertato a lungo, giallorossi e biancocelesti, su quale fosse la poesia migliore di Sandro Penna.