Non mi era mai capitato di mordere un libro, eppure ne ho letti tanti. Ma questa volta, ad un certo punto, direi a pag. 39, mi è venuto proprio di dare un bel morso in alto a destra, così che anche nel retro copertina adesso ci sono due puntini nel cartoncino rosso. Sono dei miei denti, ne sono sicuro.
Ho annusato libri, mi sono spinto in diverse occasioni con gli occhi fino attaccato alle parole dentro, così, perché mi andava. Ma prenderli a morsi è la prima volta, e non mi frega che il libro di Silvia l’ho comprato in libreria in Duomo e ci ho messo pure dieci minuti per trovarlo, perché quando finisco di lavorare alle 14, passo il badge e prima di correre a casa a pranzare qualche volta ho bisogno di regalarmi un libro, lo cerco seguendo l’alfabeto ma pretendo di fare tutto veloce perché ho fame e allora arrivo alla C e Colangeli non c’è. Strano, dovrebbe esserci, ho visto la giacenza nel computer. Provo a guardare lo scaffale “Editori che passione” dove di solito mettono certi libri un po’ diversi dal solito, ma niente. Torno alla C e Colangeli infatti c’è, era lì anche prima, ormai non mi viene più neanche il nervoso, pazienza.
Mordo il libro di Silvia e me ne frego dei germi, o dei miei consueti metodi da scemo per non sporcarmi toccando le cose che mi fanno schifo: i sudici sostegni della metropolitana, le maniglie dei bagni pubblici che di solito chiudo con le mani, dopo essermele lavate, con le dita però protette da uno dei pezzi di carta per asciugare. Vittorio Gassman utilizzava solo i gomiti per entrare ed uscire da un bagno pubblico, io no perché poi penso che devo lavare subito il maglione, o la camicia.
Ma “Energia di digestione”, l’ho proprio morso. Poi ho finito di leggerlo: un libro davvero bello, ho scritto a M.M. Anzi no, stupendo. Se può dirlo a Silvia quando la sente, poi glielo dirò anche di persona, il diciannove settembre.