lunedì 16 agosto 2010

Leggere Il Foglio a Obereggen, e i froci di Langone che non ascolta i Beatles

A Obereggen a Ferragosto ci sono dieci gradi, tutti usano i cuscini alti e al mattino fa male il collo. L'unica edicola è grande e ben fornita, ma una sola copia del Foglio. Il primo giorno, alle 9, non ci sono stati problemi. Il secondo, alle 10, non c'era già più. Prendo altri due quotidiani e chiedo alla proprietaria. Qui si parla un dialetto simile al tedesco, e poi l'italiano.
"Avete per caso Il Foglio?"
"Mi spiace, no. Preso uno, non so come si dice, più sveglio di lei".
Accuso il colpo, piove a dirotto.

Il Foglio è al momento il mio quotidiano preferito, nonostante il sostegno incondizionato a Silvio, ma ogni giornale ha la sua linea editoriale, figlia di chi caccia fuori il grano per farlo uscire in edicola. Sarà per via del formato, dell'odore della carta, della leggerezza delle sue poche ma scritte pagine, quasi senza pubblicità a differenza di Repubblica, altro quotidiano che leggo nonostante i suoi consueti articoli di politica, zeppi di isterismi contro Berlusconi e di grotteschi post-it a senso unico. Ma ci scrive Gianni Mura, e almeno lo sport posso guardarlo attraverso le sue frasi.

Il Foglio nell'imperdibile edizione del sabato, e anche in quella del lunedì, con una selezione dei migliori pezzi che tutta la stampa italiana ha prodotto durante la settimana.

Sul numero del 13 agosto però, uno dei più bravi foglianti, Camillo Langone, nella sua Preghiera si lamenta dell'impossibilità di raggiungere/vedere il mare. Per via dei troppi metri cubi di cemento (ma quale parte politica di solito non si oppone all'edificazione selvaggia, vedi Sardegna?), dei troppi italiani scoreggioni (splendida definizione) che amano l'assembramento anche in vacanza sulla spiaggia. Per via degli stranieri venditori di ciarpame, degli schermi televisivi appesi agli ombrelloni (ma quale politico italiano ha contribuito in maniera decisa a trasformare l'Italia in una Repubblica televisiva?). Ma soprattutto di due froci che si baciano sul lungomare. Gli danno proprio fastidio questi due froci a Camillo. Posso immaginare che anche ai due froci però non faccia piacere avere alle spalle Langone che li spia, chissà per quale ragione. Penso a un altro lungomare, quello di Ostia, dove Pasolini fu ucciso a legnate al grido di FROCIO DI MERDA. Mi chiedo se chi non sopporta la visione di un bacio gay si sarebbe unito rabbiosamente al coro razzista o avrebbe magari difeso uno dei più grandi poeti del dopoguerra, per caso omosessuale.
Il giorno dopo Langone se la piglia con Yoko Ono, vedova arpia, e con quel citrullo del marito, John Lennon. Non capisce perchè qualcuno s'interessi ai Beatles, quando esistono gli Stones (stantia rivalità), gli Interpol (che hanno fatto forse 1 bel cd) e i Groove Armada, addirittura. Mah, i gusti.

Non mi resta che sperare, visto che al mare in agosto non ci vado e non posso così intralciare con la mia presenza la sua visione delle onde, di incontrare il bravo Langone durante una passeggiata montana. In Alto Adige gli italiani sono meno che al mare, e si comportano in modo meno deprecabile.
T'incontro e saluto lungo il sentiero Camillo, magari davani alla Cappella Kirchlein am Kob-Hof a Eggen, che racchiude nel suo semplice splendore una Madonna negra con bambino negro. Mi fermo e dico una Preghiera: cara Madonna negra, dona pace agli uomini, alle donne e ai gay, a chi vota Obama o Sarah Palin, Bersani o Berlusconi. Amen.