La notte di San Lorenzo
abbiamo guardato il cielo, ma non abbiamo visto nessuna stella. Era nuvoloso.
Ronaldo ha detto:
- Pazienza.
Tu avevi desideri?
- Ma sì, uno
in particolare, tuttavia.
La cosa bella
di questa nostra amicizia, pensavo intanto, risiede nel fatto di poter
ricordare l'attimo magnifico di ogni giorno, anche quando in realtà non accade
un bel niente. Ronaldo ha annuito, nonostante avessi espresso il mio pensiero
solo internamente, poi ha estratto dalla tasca una boccetta di vetro colorata
di rosso.
- Tu che
fragranza usi?
- Al momento
nessuna Cris, anni fa Le Male di Jean-Paul Gaultier.
- Bene.
Lascia che ti mostri una cosa.
Così dicendo
Cristiano si è alzato in piedi, e puntando lo spray verso l'alto ha spruzzato
l'essenza CR7 verso il blu nero notturno di Obereggen. Tempo un secondo e le
nubi si sono diradate, le stelle cadenti si sono fatte visibili e numerose. Non
eravamo soli ad aspettare il loro passaggio, così anche altri abitanti del maso
ne hanno approfittato per tornare seduti sulle sdraio con lo sguardo all'insù.
Erano soprattutto famiglie. I bambini invece continuavano a giocare a calcio,
uno di loro con la maglia numero 7, ma dello Schalke 04. Mi è venuta in mente
quella frase di Richard Yates riferita alla famiglia come rifugio dal mondo
esterno, come trappola, come contributo fondamentale per definire nel bene e
nel male quello che siamo. “Non c’è altro di cui scrivere”.
Ronaldo si è
rimesso in tasca la boccetta rossa e ha detto:
- Hai visto adesso quante stelle? Questo il potere della mia nuova fragranza. Chi è Jean-Paul Gaultier?
Quanti sono i nostri desideri? Li realizzeremo? Grazie al mio nuovo profumo,
probabilmente sì.