- Siamo solo dei flâneur,
ha detto ieri
Ronaldo al rientro da una passeggiata in quella città di cui non ricordo il
nome, nel corso della quale avevamo osservato stupiti una casa che dava
direttamente su un cimitero. Il quartiere era bello, prati e alberi non
mancavano, c'erano la fermata della metropolitana, i supermercati e i negozi.
Però quella casa, non brutta, aveva come paesaggio il cimitero.
- Pensa un
po' -
mi ha detto
Cristiano
- ti alzi al
mattino e vedi il cimitero. Vai a dormire la sera e vedi il cimitero. Senza
contare che: ti baci con una ragazza sul balcone e osservate insieme il
cimitero. Stai guardando una partita della Juventus, segna Ronaldo e magari vai
a esultare pacatamente alla finestra e vedi cosa?
- Il
cimitero?
- Esatto.
Questo da un lato senza dubbio deprime. Ma dall'altro rende consapevoli di come
tutto sia passeggero e fuggevole, direi quasi magico e senza tempo.
Rifletti poi sulla mia situazione particolare: se io vivessi in quella casa,
potrei baciare Georgina sul balcone osservando insieme il cimitero, ma non
potrei mai correre alla finestra per esultare pacatamente dopo un gol di
Cristiano, perché sono io stesso Cristiano. A meno di non guardare l'evento in
differita, un po' come fai tu considerato che non ti sei ancora deciso tra Sky,
Now Tv o Dazn e sopravvivi al momento solo con Juventus Tv. Per quanto ce la
farai a non guardare le partite mentre avvengono realmente? E ora capisci la mia complessità, la
sublime molteplicità di essere Cristiano?
- Direi di sì
Ronaldo. Il tuo mistero abita in quelle mura di fronte al cimitero, per certi
versi simili alle pareti che sostengono Casa d'altri, di Silvio D'Arzo,
definito da Eugenio Montale il "racconto perfetto". E in fondo anche
tu Cristiano, non sei forse un poeta?
- Grazie, ma
non esagerare. I veri artisti sono altri.