- Sono innamorato,
ha detto ieri
Ronaldo tornando da Villar Perosa a Obereggen nel maso in cui stiamo
trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza. Aveva la borsa a tracolla con dentro
la maglietta, i pantaloncini e i calzettoni da lavare a casa, e il libro che
gli avevo fatto trovare nel bagaglio come sorpresa per il viaggio in autobus
dalla Val d'Ega alla Val Chisone: "Un amore" di Dino Buzzati.
- Figurati
noi di te, Cristiano.
- Dico sul
serio amico. Devi sapere che prima della partita siamo andati nella villa di
famiglia. John Elkann e Andrea Agnelli ci hanno parlato per pochi minuti mentre
noi eravamo disposti a semicerchio davanti a loro. Non capivo tutto, ma la cosa
più importante era l'atmosfera che si respirava. Ad esempio quando il
presidente ha fatto i complimenti a Matuidi per la conquista del campionato del
mondo, la squadra ha applaudito, ma con il cuore stretto pensando a
Mandzukic.
- È tutto
vero Ronaldo, lo so. Ho visto il filmato su Juventus Tv. Quel giardino, il
vostro semicerchio sull'erba mi hanno fatto pensare a quell'episodio che racconto
poco spesso: avevo pubblicato il mio primo romanzo, e visto che parlava anche
della Juventus, che ricordava brevemente e con gli occhi di un bambino la
tragedia dell'Heysel, avevo spedito il libro ad Andrea Agnelli, da poco
presidente, lasciandomi trasportare da un certo tipo di ingenuità che all'epoca
ancora mi apparteneva. Giorni dopo, mentre stavo lavorando in libreria, mi era
giunto un messaggio di posta elettronica: era della Juventus. Una segretaria mi
avvisava che nelle settimane seguenti avrei ricevuto per posta un pensiero del
presidente. Non lo nego, avevo pensato grossolanamente a un abbonamento allo
stadio per la stagione 2010-11. Invece, l'omaggio di Andrea era stato un
biglietto scritto a mano nel quale mi ringraziava per il romanzo che aveva
ricevuto, che gli avrebbe permesso di riprovare emozioni già vissute. Avevo
incorniciato il biglietto. E soprattutto, avevo pensato che nel gesto di
rispondere personalmente a uno scrittore sconosciuto, in fondo veniva sintetizzata
la finezza del possedere uno stile unico. Erano anni difficili, ma saremmo
tornati grandi. Ma Ronaldo scusa, stai dormendo? Ti ho annoiato?
- No, ho gli
occhi chiusi per riguardare il primo gol che ho fatto con la maglia della
Juventus. Era il settimo minuto.
Poi al
tramonto siamo usciti per caminare lungo i sentieri. Abbiamo visto mucche,
capre, due giovani seduti sopra una panchina. Lui sussurrava a lei:
- Ti amo.
Lei:
- Ok.
Ronaldo ha
guardato il panorama sotto il silenzio verde di Bewallerhof e ha detto:
- Grazie per
il libro di Buzzati.