mercoledì 22 ottobre 2014

A passeggio con il campionato (7)


Milano – Poi è arrivato un taxi bianco è scesa Elisabetta Sgarbi bella con gli occhiali verdi e lo smalto rosso, Sandro Veronesi fumava fuori dalla libreria circondato dai Bompiani, io sostavo davanti alla vetrina dove stavano esposti Daria Bignardi e Aldo Cazzullo. L’avevo fatta io quella vetrina ma al mattino, il privilegiato mestiere di libraio comporta un certo tipo di espiazioni che vi lascio immaginare, come tutti i mestieri mi direte e infatti mica sostengo il contrario, precisamente alle otto e cinque avevo raggiunto il marciapiede esterno al negozio per mimetizzarmi meglio nel buio dell’alba con due grandi cartonati pubblicitari raffiguranti Aldo Cazzullo e Daria Bignardi, avevo sistemato i loro volti enormi in posa televisiva pensante in modo da disegnare uno schema geometrico rispetto alle copie dei volumi col bollino Novità, diciamo un appena percettibile rombo. Ma adesso il turno era finito, il pomeriggio volgeva alla sera e potevo spiare dal centro di corso Vercelli, stando solo attento che non mi travolgesse il tram numero 16, verso sinistra in lontananza la Madonnina del Duomo risplendere illuminata, verso destra Sandro Veronesi fumare con un piede appoggiato allo scalino, Elisabetta Sgarbi entrare in libreria con gli occhiali verdi e lo smalto rosso mentre Umberto Eco invece no, che si accomodava in prima fila nel prestigioso ruolo di spettatore. Sfioravo con le dita nella tasca della giacca leggera il volume arancio di alcune conversazioni di Cioran, Un apolide metafisico, quindi la presentazione di Terre rare aveva inizio, il conduttore partiva molto alto citando la recensione del Corriere della Sera che aveva parlato di capolavoro e di John Steinbeck, Veronesi si prendeva meno sul serio ma con professionalità, una ragazza volgare prima mi dava una gomitata eccessiva rispetto al numero dei partecipanti, poi sussurrava all’amica prima di aggredire il bancone del Caffè La Feltrinelli:
“Che sbattimento di coglioni, che sbattimento di coglioni”.
Ma non era affatto così, allora che ci stai a fare qui stupidella, anzi Sandro Veronesi mi faceva venire voglia di comprare il suo romanzo pur avendo pochi soldi già al 14 del mese, nel finale leggeva il brano del “martelletto Michelin” che faceva ridere amaro con la pancia e ben rappresentava il suo talento, andate a cercarlo nelle pagine di Terre rare, mi veniva voglia di dargli una pacca sulla spalla, di regalargli egoisticamente e con ammirazione una copia del mio Fuorigioco antipatico, di chiedergli dopo tante piacevoli  chiacchiere letterarie un pronostico sulle partite del fine settimana: Roma-Chievo e Sassuolo-Juventus. Del resto anche Bohumil Hrabal un giorno disse:
“Dell’Italia amo, soprattutto, Ungaretti e la Juventus”.
Mentre l’invisibile Thomas Pynchon al suo agente letterario italiano chiede spesso:
“Roberto, quanto ha fatto la Juventus?”
Queste due cose me le ha dette Darwin Pastorin.