lunedì 17 dicembre 2012

Finalmente domenica! (17)


Da qualche tempo non prendevo la metropolitana, adesso per fortuna si possono tirare anche le gomitate. Quando avevo smesso ero rimasto alle spinte in mischia, ma le gomitate non erano ancora entrate nel bagaglio tecnico del passeggero. Adesso si può, e la gomitata è meglio tirarla quando stai per scendere dal vagone (del tutto gratuita) per poi mantenere il gomito alto come difesa preventiva rispetto a quelli che stringono per salire. Ultimo consiglio: non fare i furbi colpendo all’addome per non farsi vedere, puntate direttamente alle tempie per mettere subito in chiaro la situazione, si formerà immediatamente un largo passaggio generato dal corpo dell’avversario rovinato drammaticamente al suolo. Gli italiani, loro, anche sottoterra gridano chattano giocano con il prolungamento plastico-metallico del loro braccio, e mi chiedo se il giorno della fine, verranno seppelliti col telefonino in mano. E poi una ragazza che diceva alla cornetta: “Mamma, te l”avevo detto che all’università quest’anno l’esame di sesso orale era il più difficile...” e io a pensare ma come ci siamo ridotti in questo paese, interroghiamoci sulla serietà del sistema scolastico nazionale, a meno che non abbia capito male, in ogni caso forse  ritorna Berlusconi. Ecco questa metropolitana agra, mi ha fatto ricordare che il 14 dicembre 2012 Luciano Bianciardi avrebbe compiuto novant’anni.

Non prendo più la metropolitana, vado a piedi o in bicicletta o in tram, oppure in automobile quando devo colmare il tragitto Milano-Brescia o viceversa, questa domenica ad esempio parto da Gussago (Franciacorta) verso le 15.30, insomma alla mezz’ora del primo tempo di Juventus-Atalanta, insomma come l’avvocato Agnelli quando lasciava il Comunale di Torino prima della fine del primo tempo che secondo me comunque scendeva rapido nel parcheggio e diceva all’autista guardando l’orologio sopra polsino: “Ambvogio, vai veloce a casa che non voglio assolutamente pevdevmi nulla del secondo tempo in televisione”.

Eppure questa volta trenta minuti bastano: Vucinic, Pirlo e Marchisio fissano il risultato sul 3 a 0 così partiamo addirittura al ventisettesimo e mentre Pietro mi fa compagnia gridando il suo disappunto per ogni tipo di viaggio automobilistico da quando è nato (cambiati tre seggiolini, deve essere senza dubbio un fastidio filosofico) passiamo Rovato, Dalmine e Bergamo e la nebbia scende facendo un solo bianco con la neve intorno e penso a una frase dell'ultimo romanzo di Aldo Busi che dice: “E ora la mia domanda è sempre la stessa: che senso ha avere il di più se un tuo simile non ha il necessario?”
La ricordo con enfasi al casellante, prima di lasciarli cinque euro e trenta centesimi, spacciandola per una frase del Pontefice, ma il lavoratore di Autostrade per l’Italia mi dice lei si sbaglia, io ho sentito dire al Papa che l’eutanasia, l’aborto e i matrimoni gay sono una minaccia per la pace, non questa cosa del di più e del necessario. Sbigottito schiaccio allora il pedale dell’accelleratore e sorpasso Milano Est, non può essere vero, meglio pensare a certi preti straordinari che tirano avanti nonostante l’orrore del Vaticano, a questa stratosferica Juventus di Conte che calcia 31 volte verso la porta in novanta minuti, ai 76 passaggi riusciti di Pirlo nella trequarti dell’Atalanta, ma soprattutto al fatto che mancano solo dieci giorni al Natale che poi sarebbe soprattutto il mio trentottesimo compleanno.