domenica 2 dicembre 2012

Finalmente domenica! (15)


Era il 22 novembre 2010 e voi direte ma come fai a ricordati così bene e io perché era il compleanno di Chiara, e al mattino stavo scaricando con Daniele il camion che portava le novità della Mondadori che quando lavoravo in magazzino in libreria talvolta suonava il campanello e noi da sottoterra rispondevamo Chi è? e dall’altra parte un uomo sovente straniero diceva il suo nome di corriere e poi: 50 colli! Salivamo dopo esserci messi il giubbotto, perché in cortile cominciava a fare freddo, e poi il camion entrava in retromarcia apriva lo sportellone posteriore e noi facevamo la catena umana e ci passavamo gli scatoloni fino a impilarli vicino al muro, e ci scappavano pure imprecazioni nobili quando il collo pesava troppo, collo in senso di scatola per chi non lo sapesse cioè il corriere quando suonava intendeva dire che aveva 50 scatole di libri da scaricare non 50 colli sezionati da cadaveri da scaricare. Comunque, si bestemmiava talvolta che io impreco raramente, assai solo quando mi saltano completamente i nervi e accade poco spesso, tuttavia in quei frangenti un porco cane non basta, ve lo assicuro, e a chi dubita o rimprovera immagino papi e preti su tutti ma non solo anche tutta la gente che lavora al caldo ecco io vorrei dire loro provate a cambiare vita, toglietevi la tonaca, abbandonate la scuola dove insegnate, gli uffici dove lavorate, e venite per qualche mese a scaricare al freddo, con la schiena che fa male, e bisogna fare in fretta ecco io in verità vi dico il linguaggio cambia a seconda delle situazioni: bestemmiereste pure voi, e poi tanto state tranquilli che c’è il perdono.

Era il 22 di novembre, auguri Chiara, e mentre Daniele mi lanciava lo scatolone (se leggero) e io lo paravo quasi come Buffon il mio telefono aveva vibrato nella tasca ed era una mail ricevuta con mittente Juventus che io avevo pensato: “pubblicità”, e invece era la segreteria del Presidente Andrea Agnelli che mi scriveva Gentile Dr. Savio, le anticipo in allegato il ringraziamento del Presidente. Se vorrà fornirci l’indirizzo postale, sarà nostra cura spedirglielo, cordiali saluti, G.
Così avevo smesso immediatamente di bestemmiare, cioè di scaricare perché non sono un uomo che bestemmia, avevo detto a Daniele sai che, niente, questa me la tengo per me segreta: Agnelli che mi scrive righe di ringraziamento per il romanzo di mio padre che gli avevo spedito perché parlava anche della Juventus di Platini, incredibile, avevo aspettato la fine del turno per correre a casa e dire a mia moglie trafelato Marta, mi ha scritto Agnelli e lei cosa?! e io ma sì, Andrea, e poi avevo chiamato al telefono mia mamma a Brescia e le avevo detto mamma, mi ha scritto Agnelli! e lei cosa?! e io ma sì, Andrea. Erano passati due giorni, e nella cassetta della posta avevo trovato una busta contenente un cartoncino autografo con sopra scritto...beh questo, me lo tengo per me. L’abbonamento alla Juventus tuttavia non c’era, perché per un momento Marta mi aveva messo la pulce nell’orecchio dicendo magari ti regala un abbonamento e io ma che dici, sempre a pensare che uno ricco debba regalarti qualcosa, stai con i piedi per terra piuttosto magari mi offre un lavoro altro che l’abbonamento, il Presidente, per lo stipendio non ci sono problemi ci mettiamo d’accordo, saresti disposta a trasferirti a Torino? ma sì, si potrebbe certo dovremmo organizzarci, per fare cosa di preciso, ne avrei parlato direttamente con Agnelli.

Quindi siamo rimasti così, con Andrea, per qualche mese me lo sono immaginato scovato dalle telecamere intento a leggere “Mio padre era bellissimo” in tribuna d’onore o al campo da golf, ma più in tribuna d’onore sfogliare le pagine, battere la mano sulla spalla del cugino con il Moncler azzurro annunciandogli bravo questo Savio sai che ti dico John, io lo assumo.
A fare che?
Di questo, ne parlerò direttamente con Savio.

Adesso sono passati due anni, Chiara ha due anni in più, Agnelli non si è più fatto vivo ma pazienza, lo capisco, io non ho fretta, per lo stipendio basterà una stretta di mano, ho un figlio Pietro e non lavoro più in magazzino ma al primo piano in saggistica dove nessuno riesce a togliermi la gioia fuoco perdifiato di lavorare  circondato da pareti di libri, e sabato mentre sistemavo Il paese reale di Guido Crainz mi è capitato di pensare che il derby è una partita sempre molto sentita, basta solo ricordare contro chi la devi giocare. 
In ogni caso col Torino è finita 3 a 0, hanno segnato due goal Marchisio e uno Giovinco, ma la cosa più bella è stata un controllo al volo di tacco del centrocampista magro con l’otto che l’ha fatto apparire ai più infantili come un piccolo principe, le petit prince Marchisio.