domenica 1 maggio 2011

Lazio-Juventus (L'ultimo tunnel di Ernesto Sabato)




Vi chiederete cosa mi spinga a guardare una partita di calcio il lunedì sera e soprattutto, a sperare in un goal. Conosco abbastanza bene l’animo umano per prevedere che penserete all’eventualità che io possa avere una passione per una delle due squadre in campo.

Forse avete ragione, ma c’è qualcosa di più misterioso e ingenuo che mi obbliga alla poltrona: la speranza che durante Lazio-Juventus qualcuno (il telecronista, il commentatore tecnico, Hernanes) mi segnali un luogo, una libreria, dove io possa recuperare la prima edizione Feltrinelli (1967) de “Il tunnel” di Ernesto Sabato.

Pessima abitudine quella che possiedo di spendere per libri di un tempo, ma tutto sommato meno dannosa dell’ossessione che soffoca Juan Pablo Casal, noto pittore, quando scorge una giovane donna, Maria Iribarne, di fronte ad un suo quadro, osservatrice bella perché senza vanità.
Finirà con l’ammazzarla, delitto che a mia ulteriore discolpa io non ho mai pensato di commettere, nemmeno nei confronti di certe libraie che mi rispondono di non avere nessuna copia de “Il tunnel” targato Feltrinelli, nonostante ne stiano sfogliando di nascosto una sotto il banco del punto informazioni.

Così io mantengo l’equilibrio (mio pregio, mio difetto) quando incontro per caso la libraia per strada. Mantengo l’equilibrio, mentre mi avvicino a lei giorno dopo giorno, quando capisco che anche Maria è rimasta colpita dalla mia personalità.
Per via di questo equilibrio non cado, quando scopro che la libraia è sposata e che suo marito, Allende, è cieco.

Non ucciderò Maria, nonostante il buio solitario. Il tunnel solitario in cui ho trascorso la mia infanzia, la mia giovinezza, la mia vita.
Me ne starò qui di lunedì sera, a guardarmi la partita, girandomi tra le mani la mia copia de “Il tunnel” (Einaudi, 2001), riflettendo amaro su quotidiani che dedicano venti righe alla morte di Ernesto Sabato, e duecento al lato B di Philippa “Pippa” Middleton.


Poi pregherò per il miracolo di un tunnel di Del Piero a Dias, sublime citazione pensata dal capitano bianconero per omaggiare lo scrittore scomparso sabato trenta aprile, a novantanove anni. Ma sarà più probabile che mi tocchi vedere, dopo una rete biancoceleste, lo spogliarello di Zarate, deciso con la messa in mostra del suo nuovo tatuaggio a fare colpo sulla rampante sorella della novella sposa Kate.