venerdì 25 settembre 2009

Craxi nel mio garage

Ho sognato Craxi nel mio garage. Stava nel cortile della casa di quando ero bambino. Parcheggiava l’automobile di mio padre, una Fiat 127 grigio metallizzato. Cosa ci faceva Bettino nel mio garage? Facile e scontato dire che stesse rubando qualcosa. E se anche fosse stato, dov’erano i suoi compari?
Ma Craxi invece faceva avanti e in retromarcia nel cortile di casa mia, con naturalezza, come se la macchina di mio padre fosse stata sua da sempre, anche se la testa grossa, tonda e sudata di Bettino faticava a stare dentro l’abitacolo, mostrando con evidenza il fatto che quella Fiat non gli appartenesse. Pareva voler ripassare con la vettura sull’asfalto la doppia linea curva che aveva creato con le gomme a forza di manovre, fino a renderla il più possibile scura rispetto al resto del piazzale.
Poi, vedendomi arrivare, ha tirato giù il finestrino con la manovella nera e mi ha chiesto dei consigli musicali, per un viaggio abbastanza lungo. Gli ho detto i Radiohead, anche se non li ascolto da un po’. Mi è parso dubbioso, dietro gli occhiali marroni chiari e spessi.
Ma la verità è che due sere prima avevo visto un documentario sull’ascesa e la scomparsa dei socialisti.