Brescia - Compro il giornale solo la domenica
perché non vado più a messa da quando sono bambino, l'edicola era ed è vicino
alla chiesa moderna degli anni cinquanta del quartiere dove sono nato, mi è
rimasta con ogni evidenza solo una forma d'abitudine, quando torno a Brescia.
La domenica può anche capitare di leggere qualcosa di normale o di quasi
divino, sul quotidiano, un articolo di Gianni Clerici ad esempio, o
un’intervista a Corrado Ferlaino a trent’anni dall’acquisto di Diego Armando Maradona
in cui l’ottantenne ex-presidente del Napoli ricorda e spiega l’Italia degli
anni ottanta e di sempre meglio di bianchi e barbosi editoriali, delle inutili
pagine recitate della politica europea e romana. Poi certo, devi far finta di
niente e contenere il moderato fastidio notando il nome dei giornalisti inviati
in Brasile, amorfe riproduzioni di quando un tempo a seguire le grandi
manifestazioni sportive internazionali venivamo spedite grandi firme del
giornalismo e addirittura della letteratura italiana, mentre invece ora. Così,
a proposito della fortunata vittoria del Brasile contro il Cile ai calci di
rigore, uno dei cronisti comincia “Il vecchio Julio ha iniziato a mangiare le
sue lacrime prima, senza sapere quale gusto avrebbero avuto dopo”, l’altra
risponde “Il Cristo Redentore si china sul milione di persone che trattengono
il respiro a Copacabana, si ricorda delle preghiere della madre di Neymar,
della vecchia in carrozzella…” Della vecchia in carrozzella, ma vai a Biella,
vai a Biella, smettila ti prego Concita, perché hanno inviato te a Rio De
Janeiro invece che Savio e Gurrado, questo è davvero un mistero ma soprattutto
un problema relativo che riguarda me e Antonio, seduti a gustare due ottimi
cornetti alla crema da Piccinelli in via Santa Maria Crocifissa di Rosa numero
19, pasticceria dal 1862. Già mentre stavamo presentando i nostri romanzi alla
Feltrinelli in corso Zanardelli, ci osservavi beffarda De Gregorio dal tuo ritratto
quadratino-fotografia appeso alla parete della libreria, sentenziando: “Bisogna
distinguere il bene dal male, il bianco dal nero”, noi abbassavamo lo sguardo
stremati Concita di fronte a tanta saggezza molle e disciplinata, tornavamo a
parlare al pubblico attento che ci stava miracolosamente ad ascoltare e
terminavamo soddisfatti il nostro pacato canto a noi stessi ritrovandoci poi il
mattino dopo con due cornetti alla crema in mano da accompagnare a un cappuccio
da Piccinelli, dopo l’Italia anche l’Uruguay era stato eliminato dalla Colombia
e adesso per chi parteggiare? Sfogliando la margherita delle squadre rimaste,
dal mio punto di vista restavano Argentina, Francia e Olanda che in serata
tuttavia aspettava il minuto ottantotto per pareggiare il conto con il
meritevole Messico grazie a un rabbioso tiro appena dentro l’area di Wesley Sneijder,
potente e discendente nell’andare a beffare l’ormai noto seppur disoccupato
portiere dei tricolori Ochoa, un po’ Claudio Garella un po’ Caparezza. Ero comunque
pronto per i supplementari quando il migliore in campo Robben, al 90+3, puntava
nuovamente Marquez, bravo ma trentacinquenne, che infatti lo atterrava in
ritardo in area di rigore. Klaas-Jan Huntelaar veniva incontro all’autore di
questo dimenticabile pezzo che anni fa, ai tempi dell’Ajax, lo immaginava tra i
potenziali centravanti migliori del mondo e segnava il penalty pesante come un
macigno, prima di correre verso la bandierina del calcio d’angolo e ammazzarla
con un colpo di Kung-fu: Olanda 2, Messico 1. Io facevo i bagagli, come del
resto il Messico, ma per tornare a Milano, e mentre caricavo l’automobile
pensavo con stanchezza cerebrale al mio eventuale futuro da narratore: cos’avrei
scritto adesso? Come avevo fatto a scrivere i precedenti? Perché passavano gli
anni ma romanzi come L’Integrazione, La vita agra e Il male oscuro mi apparivano nascondere al loro interno l’unica
chiave da interpretare per andare avanti in modo dignitoso? A questo punto il
Brasile si sarebbe trovato in semifinale contro la Germania, dall’altra parte
del tabellone Olanda-Argentina. Finale quindi Germania-Argentina, con i
tedeschi campioni del mondo.