venerdì 13 giugno 2014

Maracanazo: Brasile-Croazia – Il cattolicesimo calcistico e l’arbitro cornuto

Lavagna – “Ma sì, il tatticamente provvidenziale infortunio di Montolivo ci regalerà un'Italia quasi zemaniana, moderata dal cattolicesimo calcistico più conservativo e saggio di Prandelli. Pirlo e Verratti insieme possono fare meraviglie, e davanti io farei giocare Immobile al posto di Balotelli”. Pensavo questo mentre passeggiavo lungo via Roma a Lavagna che poi non è una via così lunga ma certamente la principale di questo comune di 12.510 abitanti in provincia di Genova, Liguria. Camminavo alle sei e mezza di mattina pur essendo in ferie, vai a sapere gli scherzi della mente e del destino, gli unici aperti erano l’edicolante, il fruttivendolo il panettiere, quindi per prima cosa comperavo il giornale e per seconda una brioche, ma niente frutta. Dopo la brioche aspettavo che aprisse il bar che faceva il cappuccio buono ma non altrettanto le brioches (per questo l’avevo presa dal panettiere) quindi mi mettevo a sfogliare i due quotidiani che avevo deciso di acquistare: gli inserti relativi al Mondiale avevano la meglio sui miei pensieri, perché svegliarsi così presto in vacanza? Perché è bello, avrebbe detto mio figlio Pietro bravo a giustificare le cose che non hanno razionalità, come quando ti punta con la bicicletta senza pedali Strider ottima per imparare a fare il ciclista quando hai due anni e ti colpisce improvviso le caviglie, gli stinchi, Tu gli dici “Basta Pietro! Fa male” e lui “Ma è bello!” e tu “Ma fa male” e lui “Ma è bello”. Fa male, ma è bello. E’ bello svegliarsi alle sei del mattino a Lavagna, il giornale di solito rosa oggi è azzurro e costa trenta centesimi di meno, fatelo sempre azzurro allora, è l’ultimo giorno di vacanza  dopo il cappuccio vado sul lungomare, incontro solo anziani alle sette del mattino, ma in prevalenza nessuno, Grazie Lavagna! Insieme abbiamo dato alla città dieci anni di buona amministrazione. Al nuovo Sindaco e alla sua squadra i migliori auguri di buon lavoro. Dopo il cartello di ringraziamenti elettorali ricordo che viene sera e iniziano i Campionato del mondo di calcio, la decisione del quotidiano un tempo rosa e adesso azzurro d’inviarmi in Liguria per seguire da vicino il Mondiale brasiliano inizialmente mi aveva sorpreso, poi ho capito le loro ragioni. Ho un figlio talmente bravo che anche con trentotto e mezzo di febbre si addormenta quattro minuti prima che cominci la partita inaugurale, tutto lo stadio del Corinthians è colorato di giallo ma è la Croazia a passare meritatamente in vantaggio con autorete di Marcelo su cross dalla sinistra di Olic leggermente deviato da Jelavic. Poi il Brasile reagisce, ma i balcanici a quadrettoni rossi e bianchi resistono facendo palleggiare i centrocampisti dai piedi buoni che si ritrovano: Rakitic, Kovacic e soprattutto Luka Modric, il migliore nonostante l’inaccettabile decisione di abbandonare i capelli lunghi (un po’ Cruijff, un po’ Pirlo) per un taglio più militare. Tuttavia la Seleção arriva al pari con un tiretto angolato da fuori area di Neymar, Pletikosa cade giù lento come un sacco di patate, e il primo tempo si conclude senza avvisare gli spettatori che il secondo sarà meno affascinante e più discutibile del già trascorso. Ci penserà infatti l’arbitro giapponese Nishimura a decidere la partita con un rigore inventato assegnato ai padroni di casa a venti minuti dal termine per misterioso svenimento di Fred in area di rigore. Neymar tirerà malino ma i guanti di Pletikosa schiaffeggeranno in porta. Da questo momento in pochi continueranno a seguire lo spettacolo con la medesima fiducia, alla Croazia verrà pure annullato un goal per dubbia carica di Olic su Julio Cesar, infine al novantunesimo in contropiede il magrolino Oscar trafiggerà di punta sul primo palo Pletikosa, nella circostanza apparentemente sorpreso del suo stato di portiere: Brasile 3, Croazia 1. Farà male, e non sarà nemmeno bello. La notte lungo le strade di Lavagna scoppia il caos, qualcuno si chiede ad alta voce se le partite del Brasile le arbitrerà sempre questo Nishimura, altri gridano compatti “No al Blatter moderno!” Io schivo le proteste di piazza, gli incidenti tra manifestanti e polizia e torno a casa lentamente un passo dopo l’altro contro il vento dell’ultima sera al mare.