lunedì 14 gennaio 2013

Finalmente domenica! (21)



Certo che vita straordinaria, Limonov, ne parlavo con mia madre che questa domenica ha cucinato i canederli con speck ed erba cipollina, niente male, e lei certo il libro di Emmanuel Carrère, ma invece hai visto Berlusconi da Santoro? No mamma, ma ho immaginato, letto e sentito della resa dei conti fra l’ex giornalista milionario e l’ex premier abitudinario, senza capire perché non si siano telefonati per litigare amorevolmente in privato senza rompere le balle a otto milioni di italiani guardoni.
Limonov, questa domenica mi perdo l’inizio della partita perché sono da mia madre a pranzo e la cosa non mi gusta, non andare a pranzo da mia madre figuriamoci, maestra in cucina e santa, quanto perdere l’inizio della partita che è un po’ come perdere l’inizio di un film, piuttosto vorrei fare il duro e dire allora sapete che faccio io non me la guardo nemmeno, la partita, avete vinto voi, ditemi il risultato alla fine che preferisco. I giocatori che entrano in campo, il loro schierarsi lineare a salutare il pubblico in particolar modo qualche famigliare in tribuna, poi le strette di mano, anche con l’arbitro e i guardalinee, il rito comincia: Buffon col suo faccione e i capelli impomatati all’indietro ride sempre chissà perché, del resto nella sua condizione di capitano della Juventus probabilmente lo farei anch’io. Se mi perdo questo, non affronto l’incontro con l’atteggiamento giusto e le cose poi potrebbero andare male, come domenica scorsa.

Limonov mamma, che vita straordinaria, molto più di quella di Zavarov, buoni questi canederli, ti ricordi quel russo sfortunato al quale il destino aveva dato in sorte di venire dopo Michel Platini? Per sostenere la sua pesante missione e consolare il bambino che ero, orfano improvvisamente del re francese non fosse bastato del padre, avevo anche appeso in camera un poster della Juventus sovietica raffigurante lui e il compagno bianconero Aleinikov che recitava in grandi caratteri con un gioco di parole antesignano delle perle linguistiche dei quotidiani sportivi di oggi: "JUVENTURSS".
Ma Limonov, mamma, teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a New York, quindi scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani...ecco noi invece siamo qui a Brescia a mangiare canederli un 13 gennaio che Marco Pantani avrebbe compiuto 42 anni, auguri, e siamo felici nonostante Emmanuel Carrère non scriverà mai un libro su di noi che mangiamo i canederli, sai che ci frega, Pietro colpisce intenzionalmente per la prima volta nella sua vita la pallina rossa e blu coi piedi invece che con le mani, noto anche un esterno-tacco di sublime eleganza eseguito con le sue scarpette morbide che mi fa ben sperare, poi ci salutiamo e porto via oltre al bambino e alla moglie anche il salame che mi ha regalato lo zio a natale, prima che diventi duro, perché il salame buono deve rimanere leggermente morbido, altrimenti che salame è.

Guardo la partita, e già iniziata da qualche minuto ma cosa vuoi che sia, finisce in un pareggio quando sembrava scontata una vittoria e allora vedi che se non guardo le partite dall’inizio poi finiscono male? Torno a Milano in automobile con Limonov e il salame nella borsa, non la stessa borsa non diciamolo nemmeno per scherzo, per un attimo mi viene pure l’ansia del salame perché potrei essere costretto a mangiarmelo tutto da solo in pochi giorni questo buon salame, prima che diventi duro, tocca invitare a cena qualcuno. Piove e sono spento, vediamo domani, però che vita Limonov, di certo lui non ha mai trascorso un giovedì mattina a fare il cambio del medico all’Asl di piazzale Accursio, Milano, due ore e mezza sottoterra per sentirsi dire ecco no il medico che lei aveva scelto e con il quale era d’accordo è invece pieno di pazienti, proviamo un altro, e poi un altro, tutti occupati, oppure torni la prossima settimana. Con la certezza di aver quel medico? No, si procede per tentativi, e allora facciamo a caso gentile signora, va bene quel medico lì che sta in via Washington che non conosco neppure, le ho mai parlato di Eduard Limonov? Le assicuro, comunque la si pensi una vita fuori dall’ordinario.