domenica 4 novembre 2012

Finalmente domenica! (11)


Ordunque, martedì scorso mio padre avrebbe compiuto settant’anni. L’avevo pensato più volte nei giorni precedenti poi martedì mi sono svegliato e mentre facevo la strada a piedi per andare al lavoro mi è arrivato un messaggio di mia mamma che diceva oggi Guerrino avrebbe compiuto settant’anni, e chissà come sarebbe stato. Già, ma non c’era tristezza in quel chissà come sarebbe stato piuttosto altro una specie di non religiosa rassegnazione e allora sono passato davanti al mercato comunale il fiorista aveva sostituito il poster di Quagliarella con quello di Del Piero, giuro, la fruttivendola gigante e riccia di stampo medievale faceva vibrare il marciapiede con il suo peso mentre il figlio metteva a posto la frutta con la sigaretta in bocca e il fumo gli andava negli occhi rossi. Io, vado da un altro fruttivendolo. 
Comunque nessuna paura, non ho nessuna intenzione di scrivere un altro romanzo su mio padre che poi gli esperti dicono Savio basta, Dio santo Savio basta romanzi su tuo padre. E io ma certo ci mancherebbe, per sorprendere bisogna diversificare e allora io scrivo di mia madre che era diversa da quella dello scrittore ungherese Péter Esterhazy che lo accompagnava agli allenamenti da bambino sperando che diventasse un calciatore e che gli diceva si può giocare male, ma non da stupidi. Puoi giocare male, ma con il cervello! 
Mia madre mi accompagnava pure lei al campo di calcio ma non sperava niente e non diceva niente, sopravviveva e io invece notavo che la maggioranza dei bambini era sostenuta a gran voce dai padri in tribuna mentre mia madre era donna e la cosa mi metteva in minoranza psicologica che adesso non vorrei stare qui a polemizzare ma poi anni dopo mia madre mi ha detto che qualche volta ero finito in panchina perché gli altri avevano i padri che rompevano le balle agli allenatori per far giocare il loro figliuolo mentre lei figurati, non poteva mica andare lì in mezzo a tutti quegli uomini a. 
Ad ogni modo, martedì scorso mio padre avrebbe compiuto settant’anni e come talvolta nel passato il giorno del suo eventuale compleanno mi sono successe cose strane. Anni fa la pubblicazione di un romanzo da lui ispirato, giunto nelle librerie dopo mesi di rinvii esattamente il 30 di ottobre. Pochi giorni fa la partecipazione come spettatore alla presentazione di un volume dedicato al Guerin Sportivo in una libreria di corso Buenos Aires, Argentina, lo scambio di chiacchiere con tre noti giornalisti della carta stampata, il colossale fraintendimento di essere invitato a cena con loro, l’arrivo al ristorante prescelto nella grande sala con tavolo ovale riservato dove io e A. ci rendiamo conto che non ci sono sedie abbastanza, cioè ci sono sei sedie e noi siamo in otto, e allora beh ciao a tutti buona cena a voi, noi andiamo a mangiarci una pizza girato l’angolo alla Columbrina. Dentro questa esclusione più o meno comica e casuale, la distanza tra “noi” e “loro”, senza peraltro alcun desiderio di essere loro, con lo stupore di pensare ma come, aggiungete due sedie e ceniamo tutti insieme, insomma io a parti invertite avrei fatto così. E invece no. 
In ogni caso uno dei tuoi tanti scherzi papà, come la telefonata del giorno seguente che mi svela il luogo dove si svolgerà il terzo appuntamento di gruppo per l’assegnazione di un appartamento in cohousing, selezione alla quale sto partecipando da qualche mese con Marta e Pietro, e il luogo prescelto questa volta per la prima volta è la grande sala del ristorante dove la sera prima sono stato escluso. Vorrà pur dire qualcosa, come la sensazione che avevo nell’avvicinarsi di Juventus-Inter che avrei firmato per un pareggio, anche se immediatamente sentivo Conte urlarmi in faccia che non si firma mai per un pareggio! Che si può giocare male, ma non da stupidi! Ma questa volta Antonio io avevo addosso presentimenti strani, perché vuoi vedere che proprio con i rivali più sgraditi, vuoi vedere che saranno proprio loro a interrompere la straordinaria serie di 49 risultati utili consecutivi in campionato e pure l’inviolabilità dello stadio nuovo, in un colpo solo. E così è andata, e visto papà che tu eri interista seppur ringraziando il cielo molto meno che bresciano, questo è l’ultimo scherzo che mi hai fatto nella settimana del tuo compleanno.