La prima regola dello stenditore è controllare che le bacchette o i fili dove si stendono i panni siano libere. Almeno quattro bacchette, i fili dipende dalla lunghezza. Solo dopo si può procedere e fare una lavatrice.
La seconda regola dello stenditore (qui ancora lavatore) è dividere i capi in chiari e scuri, e a seconda della quantità o del bisogno scegliere quale colore lavare per primo. In commercio esistono fogli cosiddetti “acchiappa colore” ma francamente non mi convincono, anche se funzionano. Lo trovo un aiuto superfluo, un bravo lavatore-stenditore deve esserlo senza favori.
La terza regola è non riempire troppo il cestello. Se la capienza è di 5 Kg, non vanno inseriti 5 Kg, magari spingendo con la forza lo sportello per farceli stare (questo è considerato “grave errore” e personalmente lo trovo anche di cattivo gusto). Se il cestello è troppo pieno, i vestiti o le salviette si soffocano a vicenda, pregiudicando la buona riuscita del lavaggio, o almeno il buon profumo di pulito. A tal proposito scegliete con accortezza detersivo e ammorbidente.
La quarta regola, è organizzare la propria esistenza in modo da essere in casa quando la lavatrice termina il programma. Ok questo non è sempre possibile, ma facciamo in modo che il più delle volte sia possibile. Dopo i risciacqui finali e i pochi minuti in cui lo sportello resta bloccato per ragioni di sicurezza, è preferibile essere pronti a estrarre il bucato, immediatamente. Un piccolo sacrificio, ma ne gioverà il risultato finale.
La quinta regola dello stenditore (che tale comincia ad essere da questo preciso momento) è non posizionare i panni a caso sulle bacchette o sui fili (secondo “grave errore”). Piccolo consiglio per chi non ama stirare: le camicie e le Lacoste, se messe con cura sugli omini meglio non di legno (ma dipende dal legno), con i bottoni allacciati, possono poi non essere stirate. Vengono bene, presentabili, e considerato che tovaglie, lenzuola, salviette ed eventuali fazzoletti di stoffa non si stirano (se qualcuno lo fa cominci seriamente a preoccuparsi della propria salute psichica) io direi che l’asse da stiro e il ferro potete pure lanciarli dalla finestra, senza guardare ovviamente, nella speranza di colpire dal quarto piano un politico a caso che passeggia sornione sul marciapiede, della maggioranza o dell’opposizione fa lo stesso, tanto è uguale. Guadagnerete pure spazio in casa.
Sesta regola: non sovrapponete i capi, per carità. Si asciugano male, c’impiegano di più, davvero non ne vale la pena. Vi sembrerà di aver steso più cose, ma è l’illusione di un momento. Il ritardo umido di alcuni vestiti v’impedirà di effettuare una nuova lavatrice. Dove stendereste altri panni? Se usate mollette per non far volare via i vestiti (mossa astuta se si stende all’aperto) non piantatele in centro alle magliette, resterà il segno.
Settima e ultima regola (per sposati o conviventi): mettete subito in chiaro chi porta i pantaloni in casa, ovvero chi si occuperà di fare le lavatrici. Sembra una sciocchezza, ma ne va della vostra serenità di coppia.
La seconda regola dello stenditore (qui ancora lavatore) è dividere i capi in chiari e scuri, e a seconda della quantità o del bisogno scegliere quale colore lavare per primo. In commercio esistono fogli cosiddetti “acchiappa colore” ma francamente non mi convincono, anche se funzionano. Lo trovo un aiuto superfluo, un bravo lavatore-stenditore deve esserlo senza favori.
La terza regola è non riempire troppo il cestello. Se la capienza è di 5 Kg, non vanno inseriti 5 Kg, magari spingendo con la forza lo sportello per farceli stare (questo è considerato “grave errore” e personalmente lo trovo anche di cattivo gusto). Se il cestello è troppo pieno, i vestiti o le salviette si soffocano a vicenda, pregiudicando la buona riuscita del lavaggio, o almeno il buon profumo di pulito. A tal proposito scegliete con accortezza detersivo e ammorbidente.
La quarta regola, è organizzare la propria esistenza in modo da essere in casa quando la lavatrice termina il programma. Ok questo non è sempre possibile, ma facciamo in modo che il più delle volte sia possibile. Dopo i risciacqui finali e i pochi minuti in cui lo sportello resta bloccato per ragioni di sicurezza, è preferibile essere pronti a estrarre il bucato, immediatamente. Un piccolo sacrificio, ma ne gioverà il risultato finale.
La quinta regola dello stenditore (che tale comincia ad essere da questo preciso momento) è non posizionare i panni a caso sulle bacchette o sui fili (secondo “grave errore”). Piccolo consiglio per chi non ama stirare: le camicie e le Lacoste, se messe con cura sugli omini meglio non di legno (ma dipende dal legno), con i bottoni allacciati, possono poi non essere stirate. Vengono bene, presentabili, e considerato che tovaglie, lenzuola, salviette ed eventuali fazzoletti di stoffa non si stirano (se qualcuno lo fa cominci seriamente a preoccuparsi della propria salute psichica) io direi che l’asse da stiro e il ferro potete pure lanciarli dalla finestra, senza guardare ovviamente, nella speranza di colpire dal quarto piano un politico a caso che passeggia sornione sul marciapiede, della maggioranza o dell’opposizione fa lo stesso, tanto è uguale. Guadagnerete pure spazio in casa.
Sesta regola: non sovrapponete i capi, per carità. Si asciugano male, c’impiegano di più, davvero non ne vale la pena. Vi sembrerà di aver steso più cose, ma è l’illusione di un momento. Il ritardo umido di alcuni vestiti v’impedirà di effettuare una nuova lavatrice. Dove stendereste altri panni? Se usate mollette per non far volare via i vestiti (mossa astuta se si stende all’aperto) non piantatele in centro alle magliette, resterà il segno.
Settima e ultima regola (per sposati o conviventi): mettete subito in chiaro chi porta i pantaloni in casa, ovvero chi si occuperà di fare le lavatrici. Sembra una sciocchezza, ma ne va della vostra serenità di coppia.