martedì 20 ottobre 2009

Indovinate chi si occupa di…



E’ sera, e sto seduto sul mio divano rosso che però talvolta diventa blu (nessuna magia, è dell’IKEA e ogni tanto cambio la fodera). Guardo Rai Tre, e anche la Dandini va a sedersi sul suo divano rosso, dopo aver urlato, come sempre in modo eccessivo per sovrastare il tifo sugli spalti, per presentare l’ospite di turno. Questa sera è un grande onore presentare…Eugenio Scalfariii!
Viene giù lo stadio. Fuori la voce per Eugenio Cristo Santo, e su le mani!
Eugenio si alza e ringrazia, per un attimo mi pare abbia le gambe arcuate quasi come Pierre Littbarski, ala della Germania Ovest nei Mondiali di Spagna 1982, ma Scalfari indossa un paio di jeans, e non credo abbia la medesima qualità nel dribbling. E’ comunque sicuro di sé, gioca in casa, e non ci sono arbitri.
La successiva mezzora è uno scambio di battute tra chi la pensa allo stesso modo da anni, non ha mai cambiato idea e mai lo farà, fermamente convinto che chi non la pensa come lui abbia un ritardo mentale, o sia un povero indeciso in attesa di essere illuminato dalla voce della Verità (o di Repubblica). Qualche sassata contro Berlusconi e De Bortoli (che non possono rispondere in quanto non presenti). Ma l’applausometro sale, la curva sta con Eugenio.
Osservo pietrificato, ma ormai nemmeno troppo, forse più corretto dire annoiato. Già, che palle. Ma come siamo arrivati a questo punto? mi chiedo lavandomi i denti. Non posso rispondermi, sputerei fuori il dentifricio. I programmi televisivi, i quotidiani. Schierati in modo così spudorato. Schierati lo sono sempre stati, ovvio, ma in questo modo così avvilente, mah. Repubblica però ultimamente ha una marcia in più, come se volesse recuperare in fretta il tempo perso per agguantare altri fogli che da anni si distinguono per il loro modo di fare informazione spicciola: Libero e Il Giornale, i primi che mi vengono in mente. Nella rubrica BELPAESE, ieri vergata da Alessandra Longo, l’autrice si pone un quesito che la turba: “Indovinate chi si occupa di Jack Kerouac?” Qualcuno di sinistra? No, qualcuno di destra. Vergogna. Uno di questi, il giornalista Roberto Alfatti Appetiti, stima lo scrittore norvegese Knut Hamsun. La Longo l’ha scoperto. Ci sono delle immagini girate da Repubblica Tv che parlano chiaro, dalla tasca del cappotto di Alfatti Appetiti che cammina lungo il marciapiede sbuca un libro. Si tratta proprio di "Fame", di Knut Hamsun. D’accordo, Hamsun è scrittore premiato col Nobel. Ma certo, non ai livelli di Dario Fo. Questo lo sappiamo tutti. Knut secondo la Longo credeva nel dialogo con la Germania nazista, è evidentemente questo l’aspetto più importante della sua opera, e allora ecco che il cerchio si chiude. Doppia vergogna. Indovinate chi si occuperà dello scrittore americano Jack Kerouac, la prossima settimana, a Roma?
La risposta migliore purtroppo per la Longo è lo stesso Kerouac a darla, citando Joyce:
“Non mi seccate con la politica, l’unica cosa che mi interessa, è lo stile”.