Una manciata di chilometri a sinistra e nascevo
in Francia, a sinistra guardando la cartina intendo, fisica o politica alla
fine è lo stesso mi pare di capire leggendo La
filosofia del viaggio, poetica della geografia di Michel Onfray. Brescia,
Milano, Torino, Francia. Ecco così più o meno, leggo Michel Onfray nel mezzo
della notte e penso che fino a quando avrò la forza di alzarmi dal sonno per
scrivere o leggere una cosa allora potrò dirmi vivo, mica morto oppure italiano
che è anche peggio. Bastava varcare il confine, papà, non potevi andare a fare
i materassi in Costa Azzurra? Certo, come migrante ti avrebbero trattato male,
i francesi non sono certo teneri con gli italiani, avrebbero detto che i
materassi fatti dall'italiano non erano comodi come quelli fatti dai francesi,
ma col tempo li avresti convinti, e io avrei sofferto qualcosa come seconda
generazione ma mi sarei chiamato François, Savieau. Avrei potuto leggerlo in
francese e con padronanza linguistica Michel Onfray, magari frequentare la sua
Università popolare di Caen, ma la retta quanto sarebbe costata? Nel dubbio,
restando solamente al primo imperfetto, leggere in francese Théorie du voyage: poétique de la géographie,
nell'anno più vicino alla sua creazione il 2007, senza aspettare la traduzione
del 2010. Che poi ad essere del tutto onesti, in Francia mica posso giurare che
mi sarei trovato bene, freddini questi transalpini, la mia dimensione ideale
quindi dovendo scegliere una sola carta del mazzo, magari per una prossima vita,
direi il Portogallo, in particolar modo Lisbona, vissuta nel 2000 e nel 2009,
la prima volta seguendo la volontà di camminare “sotto un cielo abitato tempo
prima dal poeta preferito”.
In ogni caso la filosofia del viaggio, ma questa
settimana il libro da tenere d'occhio è quello nuovo di Onfray: Schopenhauer,
Thoreau, Stirner. Le radicalità esistenziali, sesta puntata della controstoria della
filosofia, che ho comprato e messo nello zaino per resistere al fatto che
domenica avrei lavorato. Certo preso d'assalto da orde di maleducati mai avrei
avuto il tempo di leggerlo nel giorno che una volta era di Gesù Cristo, ma
sapere che Onfray era nello zaino ecco, mi avrebbe consolato. Non riesco a
ricordarmi il nome di quel cretino che ha inventato il lavoro domenicale, di
quei cretini furbi e ricchi che l'hanno esportato in Italia, questa domenica
poi c'era anche il derby di Torino, ho fatto finta di niente fino a quando
camminando verso l'orrido settore Management ho pensato adesso segna Arturo Vidal,
sono tornato al computer un cliente mi ha detto vorrei l'ultimo libro che ho
visto in televisione e io gli ho detto guardi: sono le 16 e 45 e ha segnato
davvero Arturo Vidal. Poi è arrivata al Punto Informazioni Laura e le ho detto senti, adesso buttano
fuori Glik. Abbiamo aggiornato la diretta su Repubblica.it: espulso Glik. Allora ho pensato, vuoi
vedere che sono un veggente?
La velocità è la filosofia degli imbecilli, la
velocità è la religione degli imbecilli, una di queste due frasi mi pare bella.
Infine un terrorista si è messo a sparare davanti al Parlamento, no non era un
terrorista ma uno squilibrato, no non era uno squilibrato ma uno che ha perso
il lavoro e si è separato dalla moglie. I politici in generale ci sono rimasti molto male, e qualcuno di
loro ha detto che se uno perde il lavoro e si separa dalla moglie deve avere il buongusto di suicidarsi
e non di andare a sparare in giro.