domenica 22 novembre 2009

La donna che amava i parcheggi (La donna che parcheggiava due volte)


Era perché in un parcheggio aveva fatto per la prima volta l’amore. Era capitato così, in modo forse poco romantico e raffinato per una ragazza della Milano bene, ma quando si è innamorati, certe cose possono accadere. Gli anni trascorsi avevano fatto dimenticare alla donna se le strisce tra le macchine erano blu, gialle oppure bianche, ma il dolce e rabbioso ricordo di quella sera, quello no, non l’aveva scordato. Per questo, a differenza della maggioranza delle persone, ogni parcheggio faceva ridestare in lei un sentimento d’amore forse idealizzato, ma senza dubbio vero, palpabile, uno dei rari appigli ai quali potersi sorreggere nella difficile esistenza di donna in carriera. Ma questo suo segreto amore per i parcheggi non l’aveva mai rivelato a nessuno.
Una volta sindaco, in buona fede, aveva deciso di riempire Milano di parcheggi, in superficie o sotterranei, convinta che il sentimento di gioia forse solo un po’ melanconico che l’accompagnava alla vista di un cartello con una P bianca su sfondo blu, fosse lo stesso che provava ogni cittadino.
E allora ok al parcheggio cratere davanti al Teatro Nazionale, ok a quello in via Buonarroti (a cinquecento metri di distanza dal precedente) ricavato genialmente al posto delle uniche due aiuole triangolari di verde presenti nella cementificata piazza, già monumento olfattivo perenne al profumo di smog. Il tutto sotto lo sguardo perplesso della statua di Verdi il quale, nei rari momenti in cui smetteva di chiedersi perché fosse finito in Piazza Buonarroti, volgendo appena lo sguardo alla propria sinistra, poteva scorgere solo una via più in là il grande parcheggio di Pagano.
Ma soprattutto la splendida basilica Sant’Ambrogio. Chi avrebbe mai potuto pensare di scavare anche lì, a pochi metri dalla chiesa, un bel parcheggio sotterraneo? Magari per unire l’amore automobilistico e carnale della giovinezza a quello più spirituale garantito dalla presenza di una chiesa.
Lei ci avrebbe pensato. La donna che amava i parcheggi, in nome dell’amore.