Non vedevo mio figlio
da due giorni. È entrato dalla porta e ha gridato:
- Hey papà, ma è vero che il mondo
potrebbe essere il sogno di qualcuno?
- E questo chi te l'ha detto?
- Nessuno. L'ho pensato io.
- Ah, è un pensiero bellissimo. E credo
che sì, il mondo potrebbe essere il sogno di qualcuno.
- Ma di chi?
- Questo non lo so. Adesso però vieni
con me, che ti presento una persona.
Gli ho preso la mano, abbiamo percorso
il corridoio. In fondo a sinistra il soggiorno, seduto sul divano rosso
Cristiano Ronaldo.
- Papà! Ma è Cristiano Ronaldo!
- Esatto.
- E che ci fa qui?
- Vive con noi.
- E dove dorme?
- Sul divano.
- Ma per sempre?
- Questo non lo so. Poi si dovrà anche
allenare.
Ronaldo si è alzato, ha stretto la mano
a Pietro che gli ha proposto immediatamente di giocare a pallina. Cristiano non
aspettava altro.
Si sono messi così a fare le
rovesciate sul parquet, le stesse che Pietro in casa o al parco esegue quasi
ogni giorno per poi chiedermi ossessivamente:
- Era bella? Era bella?
Era bella. Erano belle. Tanto che,
osservandoli attentamente dopo una preziosa e stancante giornata di lavoro in
libreria, mi sono messo a pensare a quell'istante lontano in cui rovesciavo
pure io tutti i pomeriggi, senza farmi male mai, colpendo di collo il pallone
verso la porta. Cosa c'era di più bello?